Release Day: Io odio internet di Jarett Kobek (Fazi Editore)

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Oggi sbarca in tutte le nostre librerie il romanzo di Jarett Kobek, Io odio internet, pubblicato da Fazi Editore e tradotto da Enrica Budetta.

Data di uscita: 4 Ottobre

Acquistalo subito: Io Odio Internet

Editore: Fazi Editore
Collana: Le Meraviglie
Traduzione: Enrica Budetta

Pagine: 330
Prezzo: € 18,00

Adeline è una quarantacinquenne semifamosa per aver pubblicato un fumetto di successo negli anni Novanta. Vive a San Francisco. Invitata a parlare in un’università, finisce sotto attacco sui social network per aver «commesso l’unico errore imperdonabile del ventunesimo secolo», ossia non rendersi conto che qualcuno la riprendeva mentre esprimeva quello che pensava. Bisogna tenere conto che Adelina (1) è una donna in una cultura che odia le donne, (2) è semifamosa e (3) ha espresso un’opinione poco popolare. E vive nell’era Internet. Adelina diventa così un trend su Twitter, e quindi se ne occupa la stampa, incapace di svolgere un lavoro più serio. Adelina diventa il bersaglio degli haters…

Quante volte mi è capitato di pensare “Io odio Internet” e leggendo questo romanzo mi è sembrato di vedere il riflesso di quella che è la nostra società oggi, governata dai social e da coloro che credono di possedere la cosiddetta verità in tasca.

Jarett Kobek riversa tutto, vomitando parole dal sapore pungente e che descrivono alla perfezione la sensazione di un terribile ma vivido reflusso gastrico digitale, trasformando ogni opinione in bile da sputare sugli altri.

Internet da una parte ha rivoluzionato il mondo, ma dall’altra si è evoluto in un immenso canale su cui sfogare il proprio odio per gli altri, una corsa al meme o all’insulto più pesante per far prevalere la propria voce su quella degli altri. Lo sa bene la sua protagonista, Adeline, un personaggio noto degli anni Novanta, che ha commesso l’errore di esprimere la sua opinione su qualcosa di intoccabile, due personaggi famosi.

L’autore fa della sua esperienza con i social uno dei punti forti di questo romanzo, in realtà trova il modo di espandere la sua visione, mostrando quanto le persone possano dare il peggio di sè quando si trovano davanti alla tastiera di un pc e lasciano che le dita scorrano su di essa sputando sentenze e giudizi come se non ci fosse nessuna conseguenza nel farlo.

Lo vediamo tutti i giorni, anche gli utenti più tranquilli, volenti o nolenti, si imbattono spesso in qualche flame, acceso sulla bacheca di questo o quel conoscente, e senza esserne totalmente consapevole si fa trascinare anche solo leggendo dall’immensa scia di fumo lasciata da questo incendio, perchè la violenza che scaturisce su un post su Facebook, ad esempio, non è come la normale violenza verbale che una volta udita non lascia traccia, è scritta nero su bianco e sappiamo tutti che ne ferisce più la penna della spada.

Come se non bastasse si diffonde con la stessa velocità di un virus, trasformandosi in una sorta di gioco al rilancio o un telefono senza fili, in cui tutti i partecipanti dicono la propria, anche se gli ultimi non sanno più da che cosa sia nato il tanto acceso dibattito.

Uno dei motivi più frequenti da quali scaturisce un flame è perchè al giorno d’oggi ognuno vuole il suo quarto d’ora di fama o semplicemente vuole esprimere la sua opinione, anche se non richiesta, perchè per un motivo o per un altro alla fine tutti ci sentiamo un po’ tirati in ballo da una polemica, soprattutto quando si generalizza fin troppo ed è la stessa ragione che spinge le persone a commentare, a bloccare o segnalare gli altri utenti, una volta che comprendono che quella opinione è diversa dalla loro.

Adeline è una fumettista che vive a San Francisco, ma non è la sola protagonista dell’opera, in qualche modo Kobek ingloba tanti altri personaggi, alcuni più noti mentre altri un po’ meno e senza peli sulla lingua trova lo spazio per usarli come esempi perfetti per descrivere una società sempre più frivola.

Questo è un romanzo che un po’ come le montagne russe sale e scende, non in qualità, ma per il modo in cui è raccontato, passando da un argomento a un altro un po’ come un’acrobazia, in maniera magistrale, facendo il giro a testa in giù e la discesa da brividi.

Jarett Kobek ci apre una finestra in quello che è il mondo odierno, una società fisica che si avvale di metodi digitali per fare quasi ogni cosa, pur sapendo che Internet a volte è capace di far scaturire il lato peggiore delle persone, proprio si sentono protette da uno schermo.

Attraverso fatti realmente accaduti mischiati egregiamente alla fantasia, Kobek ci racconta la vita di una persona analogica, nata quando il massimo della tecnologia era un telefono portatile con una batteria da quindici chili, che deve attraversare un mondo che va sempre più evolvendosi in schermi piatti e curvi in full HD e in 4K, cose che a chi ha vissuto gli anni novanta sembrano solo tante sigle che non dicono nulla.

“Io odio Internet” è l’affermazione che spesso ripetiamo quando ci troviamo a specchiarci nello schermo del pc, abbagliati da uno stato o da una foto che fanno crescere in noi una rabbia profonda quanto l’ignoranza.

Era il ventunesimo secolo. Era Internet. La fama era tutto.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Fazi Editore per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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