Review Party: L’alba di un nuovo giorno di Alberto Ripa e Giorgio Ripa

Non sarebbe venerdì senza un po’ di thriller, ecco perchè oggi vi parlo de “L’alba di un nuovo giorno” di Alberto e Giorgio Ripa, pubblicato da Leone Editore nella collana Mistéria.

22 Novembre

Acquistalo subito: L’alba di un nuovo giorno

Editore: Leone Editore
Collana: Mistéria
Genere: Thriller

Prezzo: € 12,90
Pagine: 297

Il cadavere di una ragazzina è ritrovato nel fossato della Torre di Londra: indossa un tutu, ha un indice mozzato e in bocca ha una fotografia della Danza macabra di Clusone, con un messaggio in latino. Accanto al corpo ci sono un carillon e un tappeto persiano. La grafologa Bianca Valenti riconosce la grafia del Latin Killer, il vecchio nemico dell’ispettore dell’Interpol Allievi, scappato ancora alla cattura. Comincia così una nuova indagine per Tobia Allievi e la terminologa Domitilla Di Mauro, un intrigante labirinto lessicale tra i monumenti di Londra, la storia dell’Inghilterra, l’eccidio di Rovetta del 1945, i segreti di un partigiano e le note di una malinconica sinfonia.

È venerdì e questo significa solo una cosa, Friday In Crime. Ormai sono settimane che questo particolare giorno si tinge di nero qui alla stamberga e non vedo perchè smettere, lettura dopo lettura i protagonisti del venerdì finiscono per essere sempre romanzi che vale la pena leggere, come l’ultimo di cui vi parlo: L’alba di un nuovo giorno di Alberto e Giorgio Ripa, i gemelli del crimine italiano. 

Questa è la prima volta che leggo qualcosa di loro e posso dirvi, per esperienza personale, che non bisogna mai giudicare un romanzo troppo in fretta. All’inizio ho faticato a ingranare, il romanzo mi sembrava lento e dispersivo, c’erano tante informazioni che mi confondevano, ma più andavo avanti e più ogni tassello trovava il suo posto. Nonostante inizialmente il motore sembrava essersi ingolfato ha ripreso a girare riportandolo in carreggiata ed è questo il bello di una lettura che finisce per sorprenderti, l’abilità di chi scrive di riuscire a stupire con un falsa partenza che alla fine si rivela essere uno sprint senza precedenti.

Instagram: @brivididicarta | @stambergadinchiostro

Questa volta le parole cadono, anzi precipitano giù dalla torre di Londra, riportando indietro qualcuno che Tobia Allievi, ispettore dell’Europol di Londra credeva di aver già sconfitto, un individuo subdolo e malvagio che era sicuro di aver messo a tacere una volta per tutte, il Latin Killer. Da quando era stato incarcerato le cose sono cambiate per Allievi e sua moglie, la terminologa Domitilla di Mauro, una donna tenace e arguta, ora madre, con tanto da perdere, ed è qui che il nostro romanzo prende forma, nel tessuto londinese che tanto amiamo vedere trasposto nelle serie tv o nei film.

Il Latin Killer è conosciuto per la sua firma, pezzetti di carta contenenti frasi in latino, veri e propri enigmi da risolvere, dove la chiave è linguaggio o meglio l’uso che se ne fa a seconda del contesto, permettendo a chi indaga di avere un suggerimento sulla sua prossima vittima, ma questo solo se chi decodifica è in grado di afferrare il senso dei suoi macchiavelli. Questo è proprio il campo di Domitilla di Mauro, che grazie alla sua formazione e  l’esperienza conosce alla perfezione questo famigerato serial killer, e sembra essere l’unica in grado di fermarlo ancora una volta.

Ci troviamo in una Londra in cui si respira l’aria delle Olimpiadi, per cui caotica, in fermento, eccitata al pensiero che i migliori atleti del mondo si riuniscano nei suoi stadi per dare vita alla magia dell’evento più famoso al mondo. In questo clima di gioia e caos vengono rivenuti i corpi di diverse ragazzine, tutte con il tutù e brutalmente assassinate, ognuna con un messaggio da decifrare, il frutto di una mente perversa che sembra essere di nuovo a piede libero, il Latin killer.

Da quel momento qualcosa nella vita di Allievi e Di Mauro si spezza, l’illusione di aver finalmente trovato un po’ di pace sfuma e con essa anche la certezza di aver messo fine a un capitolo oscuro della loro vita. D’un tratto il passato torna a galla, sotto forma di diversi enigmi, con diverse volti, ma con la stessa perversione di chi desidera vedere il sangue scorrere nelle strade, dissacrando ciò che è più innocente e immacolato. Trovarsi ancora una volta di fronte a questo mostro destabilizza tutti, come un terremoto sotto ai loro piedi, una scossa così potente da spezzare i punti sulle loro ferite.

Leggere questo romanzo è come avere tra le mani un gigantesco puzzle tridimensionale, dove ogni pezzo crea le fondamenta per inserire gli altri, ma senza di quello tutto crolla, allontanandoci sempre più dalla sua soluzione. Come in un cubo di Rubik le informazioni ci sono tutte, dalla Danza Macabra di Clusone, passando per una triste sinfonia fino ad arrivare alla Strage di Rovetta, tutti tasselli mischiati che vanno prima ricomposti prima di diventare comprensibili, ma tutti collegati dalla storia, da un sottile filo lessicale che catapulta il lettore nel cuore di Londra, attraverso luoghi ed epoche lontane.

Quindi in sostanza è un po’ come esplorare una città ricca di fascino seguendo le briciole, senza mappe o punti di riferimento, ma lasciandosi guidare da una lingua antica, sottile come una lama e tanto tagliente, il latino. Il lettore perciò diventa un passeggero, uno spettatore pronto a farsi trasportare nei meandri di un’indagine tanto complessa quanto intrigante e devo essere onesta questa è una delle cose che ho più apprezzato, andare a caccia di indizi e capire le sfumature che una determinata parola può assumere nei diversi contesti e pur essendo una lotta contro il tempo, sbagliare anche di poco significa perdere una vita.

Con uno stile tagliente, diretto e preciso, il duo del crimine è riuscito a creare un romanzo intrigante e complesso, un meccanismo ben oliato che non perde un colpo in cui ogni indizio è un ingranaggio essenziale per fare in modo che questa complessa macchina porti a termine il suo lavoro.

L’alba di un nuovo giorno è un gioco di incastri, dove ogni pezzo è essenziale per sostenere gli altri e quando se ne toglie uno l’equilibrio viene a mancare facendo crollare ogni cosa.

“Non uscire di strada. Non sbagliare con le parole…”

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Leone Editore per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
Precedente BLOG TOUR: Il piano inferiore – Quattro chiacchiere con i protagonisti Successivo Showtime: Cardinal – Quaranta modi per dire dolore (CTV)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.