Review Party: Il giallo di Montelepre di Gavino Zucca

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Non sarebbe estate senza un bel giallo da portarsi sotto l’ombrellone, oggi sono qui per parlarvi del romanzo di Gavino Zucca“Il giallo di Montelepre”, pubblicato da Newton Compton Editori nella collana Nuova narrativa Newton.

Pagine: 320

Acquistalo subito: Il giallo di Montelepre

Editore: Newton Compton Editori
Collana: Nuova narrativa Newton
Genere: Giallo

Data di uscita: 5 Luglio
Prezzo: € 10,00

Sassari, 1961. È la settimana prima di Natale quando un barbone molto noto in città viene trovato morto in una piazza del centro storico. I sospetti ricadono subito su un altro mendicante, di cui si perdono immediatamente le tracce. Il caso si presenta all’apparenza molto semplice: qualcuno ha visto il presunto omicida che sottraeva qualcosa dalle tasche della vittima. Ma il tenente dei carabinieri, Giorgio Roversi, bolognese DOC trasferito in Sardegna per motivi disciplinari, non ne è del tutto convinto. Seguendo gli indizi disseminati ovunque, e con l’aiuto di Luigi Gualandi, ex ufficiale veterinario dell’Arma, il tenente scoprirà che la verità affonda le proprie radici in storie del passato, antiche e ormai dimenticate… Quando anche un secondo cadavere viene rinvenuto, Roversi ha davvero poco tempo per agire: dovrà risolvere il caso al più presto, prima che l’assassino riesca a farla franca. 

Non c’è estate senza delitto. Le indagini ci accompagnano anche sotto l’ombrellone ed è piacevole leggere gli sviluppi mentre, di tanto in tanto, soffia quella brezza leggera che rinfresca un po’ l’aria invogliando a proseguire con la lettura.

Oggi condivido con voi le mie impressioni sul romanzo di Gavino Zucca che torna con il suo tenente, Giorgio Roversi, per regalarci una nuova indagine corposa, dove l’apparenza inganna e il lettore non può fare a meno di chiedersi come andrà a finire.

Source: Pinterest

Dopo il suo trasferimento in Sardegna Roversi sta ancora scontando la sua “pena” dando anima e corpo nel suo lavoro, ma questo non significa che si sia lasciato alle spalle la sua amata Bologna e tutto ciò che significava, tutto ciò che ha perso e che non si sperava di certo di ritrovare con un colpo di telefono. Ricominciare altrove è stata dura, sono diversi i casi che è riuscito a risolvere, uno più complesso dell’altro e questa volta non è da meno.

Quello che abbiamo tra le mani è un’indagine interessante, che si snoda poco a poco, arricchendo il presente con le reminiscenze del passato, qualcosa che torna a galla in un mare che sembrava calmo, ma che celava una vera e propria tempesta sotto il pelo dell’acqua.

Source: Pinterest

La calma viene interrotta dal ritrovamento di un cadavere, la vittima in questione è un senzatetto, qualcuno su cui è difficile condurre delle indagini, soprattutto nell’epoca in cui si svolgono i fatti, ciò nonostante un testimone oculare afferma di aver visto qualcuno sopra il corpo del defunto, qualcuno intento a recuperare un oggetto luccicante da una delle sue tasche. Che fosse la prova evidente che la vittima e l’assassino si conoscevano o forse si tratta soltanto di un macabro furtarello?

All’inizio si pensa possa trattarsi di rivalità fra la vittima e un certò Barrasò, uomo sfuggente e che dopo il curioso fatto si è volatilizzato, mimetizzandosi tra i vicoli della cittadina, alimentando ancora di più i sospetti sulla sua presunta colpevolezza. Ancora una volta il tenente ha tra le mani una patata bollente, ogni minimo sussulto potrebbe decretare la fine di un’altra vita, il tempo diviene essenziale per scoprire quanto più possibile sul sospettato.

Comincia così una lunga caccia agli indizi, ombre da seguire nel passato, una lunga caccia al tesoro in cui non c’è un premio, solo l’amara consapevolezza che a volte l’apparenza può fuorviare, distorcere la realtà e plasmarla a nostro gusto e piacimento.

Un esempio calzante è la seconda vittima caduta per mano dell’assassino, un volto avvolto nell’ombra, interessato in particolar modo al contenuto di quel ciondolo che Millomì nascondeva, lo stesso di cui è stato privato da morto. Attraverso gli occhi di Giorgio Roversi vediamo un intelletto arguto al lavoro, che prende solo l’essenziale di ciò che vede, accantonando il resto e dimostrando in maniera concreta come è facile ribaltare una situazione, anche la più improbabile.

Source: Pinterest

Con maestria Gavino Zucca costruisce un’indagine ad hoc regalando ai lettori il fascino di un caso che va scoperto pagina dopo pagina, dove non ha importanza solo dare un’identità all’assassino ma ricostruire tutto l’insieme, tutto ciò che si cela dietro un gesto atroce e folle. Le vite dei personaggi sono legati da un filo invisibile, quel ciondolo ritrovato nell’acqua, ora leggero e che risplende di luce propria, abbagliando i protagonisti e accentuandone le ombre, persino il tenente appare in tutta la sua vulnerabilità ora che il suo passato si scontra il suo presente.

Presente e passato infatti sono le costanti che accompagnano il lettore durante la lettura. Il passato non resta mai soltanto un ricordo, alle volte ritorna mietendo vittime o portando con sé spiacevoli conseguenze.

Sicuramente uno dei motivi per cui vale la pena leggere Zucca è per il suo stile che rende questo romanzo scorrevole ma soprattutto piacevoli agli occhi di chi legge, mischiando la realtà alla fantasia con elementi dal retrogusto retrò e personaggi unici nel loro genere, il tutto spalmato sul territorio sardo, un luogo suggestivo e ricco di fascino che per l’autore si trasforma in un covo di misteri da svelare.

“Rabbrividì, non solo per il fredo. Per un istante provò la sensazione che il mondo fosse da un’altra parte e lui si trovasse nel posto sbagliato. Fu solo un attimo, ma sufficiente per fargli capire quanto Flavia fosse riuscita a scuotere le sue certezze.”

 

 

 

May the Force be with you!
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