Review Party: L’alchimista di Venezia di G. L. Barone

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Cominciamo la settimana con un thriller storico di Newton Compton,“L’alchimista di Venezia ”  di G. L. Barone, uscito qualche giorno fa in libreria.

28 Marzo

Acquistalo subito: L’alchimista di Venezia

Editore: Newton Compton Editori
Collana: Nuova narrativa Newton
Genere: Thriller

Prezzo: € 4,99 | € 12,00
Pagine: 336

Venezia, 1761. Un ricco membro del Maggior Consiglio muore cadendo nel Canal Grande dalla finestra del suo palazzo. Tutto sembra far pensare a un omicidio passionale e il possibile colpevole è subito identificato dalle temute magistrature veneziane: Eliardo de Broglie, uno spiantato truffatore che, millantando di saper trasformare il piombo in oro, aveva circuito la moglie del defunto. Il giovane, fiutando il pericolo, riesce a fuggire grazie alla protezione di un’enigmatica nobildonna francese, Annika Stéphanie Brûlart, contessa d’Aumale. Ma l’aiuto ricevuto ha un caro prezzo: la donna affida a Eliardo la missione di recuperare un misterioso manufatto alchemico che le è stato sottratto. Solo dopo aver accettato, l’alchimista si rende conto che l’incarico è estremamente pericoloso. Tallonato dagli inquisitori e da un gruppo di mercanti ottomani, comincerà una caccia al tesoro che lo porterà a scoprire un’inaspettata verità. Un segreto antico, che dalla Magna Grecia è arrivato fino alle stanze del doge…

Il lunedì riparte con lentezza, stamattina avrei voluto passare la giornata sotto le coperte, la voglia di vivere era ai piedi del letto e da lì non si voleva alzare, al contrario del protagonista di oggi, una lettura suggestiva che mi ha portata indietro nel tempo, a una Venezia del 1761, ricca di fascino e attorno alla quale G.L. Barone costruisce un mistero che un po’ come un filo invisibile lega due realtà: il 1700 e il 361 a.C di una Grecia Antica.

Tutto gravita attorno a una gemma, l’Omphalos, una rarità che Annika Stéphanie Brûlart rivuole indietro e per questo motivo assolda un alchimista dalla brutta reputazione, Eliardo de Broglie. Questo è un’incarico che sembrava facile come “buttar giù un bicchiere di vino”, ma che si rivela essere ricco di insidie, dove abbassare la guardia significa morire e allo stesso tempo è camminando sul filo del rasoio che si scontra con una verità radicata nel passato, la storia di una pietra che dietro il suo fascino racchiude molto di più.

Sono sempre stata attirata dalle storie che sfiorano l’alchimia, un mondo a se stante intriso di mistero e conoscenza, una scienza che agli occhi di tutti può sembrare folle, quasi un culto mistico, ma che in realtà non è altro che un approfondito studio della natura e dei suoi elementi e in questo senso Barone riesce a trasporre il fascino di questa pratica in maniera dinamica, in una storia che sembra quasi un heist movie dal retrogusto storico.

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La caccia a questa pietra è come ho già detto il fulcro del romanzo, infatti è grazie ad essa che si incrociano le vite dei personaggi, accomunati dalla medesima brama di ottenere questo antico manufatto, ma è nel modo in cui l’autore è riuscito a costruire il mistero, ovvero fondendolo con una Venezia antica ancora legata alle sue tradizioni ma ad un passo dal mondo moderno.

Ed è proprio questo background a rendere tutto più dinamico, mette in movimento un qualcosa che sembra statico ma che in realtà poggia su ingranaggi in movimento rappresentati dalla storia nella storia, il filo che lega la pietra alla Grecia. Ciò che è successo nell’Antica Grecia è strettamente legato alla sapienza, al viaggio di Archita a Delphi, un filosofo e matematico, convinto che ogni cosa potesse ridursi in numeri, eccezion fatta per la morte, l’unica incognita difficile da calcolare nella grande equazione della vita.

La pietra e Archita sono la chiave per riuscire a mettere le mani su “Il libro del destino”, un volume che contiene ventitré postulati matematici che risalgono a più di duemila anni fa e che a quanto si vocifera serva a predire il futuro, ma per poterlo decifrare occorre uno strano marchingegno. Visto da questo punto di vista quello che si presenta al lettore è un grande enigma che non aspetta di essere decifrato e in cui Barone è riuscito ad incastrare ogni singolo tassello del puzzle per permette a chi osserva di godere del panorama ricostruito alla fine.

“L’alchimista di Venezia” è quindi una storia dentro la storia, un viaggio incredibile dove una pietra e i numeri tracciano il percorso sulla mappa che ci condurrà a scoprire il vero tesoro che si cela alla fine di questo romanzo.

“Non avete capito nulla, mio caro amico. Il futuro è futuro. È già scritto”.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Newton Compton per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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