Review Tour: L’uomo nell’ombra di Daniel Cole (Longanesi)

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Anche oggi il protagonista è un thriller, ovvero il romanzo di Daniel Cole,“L’uomo nell’ombra”, pubblicato da Longanesi e tradotto da Alberto Pezzotta

14 Febbraio

Acquistalo subito: L’uomo nell’ombra

Editore: Lonagesi
Collana: La Gaja Scienza
Traduzione: Alberto Pezzotta
Genere: Thriller

Prezzo: € 19,90
Pagine: 400

«Mi chiamo Emily Baxter e quello che mi aspetta è un compito impossibile, un enigma che sfida qualsiasi comprensione. Sono una detective di New Scotland Yard, sono fatta per questo lavoro. O così ho sempre creduto. Ma fermare questi omicidi sembra qualcosa al di là delle mie forze, e perfino di quelle dell’FBI e della CIA. Tutto per un semplice fatto: non muoiono solo le vittime, muoiono ogni volta anche gli assassini. Sempre in coppia, omicidio e suicidio. Qui a Londra, ma anche oltre oceano, a New York. C’è soltanto un aspetto che può aiutarmi a trovare chi tira i fili nell’ombra. Ma è anche ciò che più mi terrorizza. Perché, per quanto possano sembrare distanti, questi omicidi hanno una cosa in comune. Quella cosa ha un nome: il mio. Quella cosa sono io.»

Era il “lontano” 2017 quando Longanesi portava per la prima volta in Italia “Ragdoll” di Daniel Cole, romanzo che devo ammettere aveva accentuato la mia voglia di vedere cosa ci avrebbe riservato in futuro quest’autore e questo mese sono stata accontentata. Per essere un debutto Ragdoll aveva tutte le carte in regole per sfondare nel panorama editoriale, la storia infatti era dinamica, intrigante e stuzzicava l’appetito dei fanatici del thriller. Dico aveva, ma in realtà per chi non lo avesse ancora letto è una chicca da non lasciarsi sfuggire.

Uno degli aspetti che mi aveva colpito leggendo Ragdoll era proprio la storia, il modo in cui l’autore ha deciso di giocare con i suoi personaggi manipolandoli proprio come se fossero marionette, attirando l’attenzione del lettore dove lui riteneva opportuno mentre un caso degno di nota prendeva forma: l’immagine rattoppata di una bambola di pezza composta dalle parti dei cadaveri che l’omicida si era divertito a mettere insieme, in un crescendo di adrenalina in cui il tempo era la costante che accelerava la narrazione e regalava quel brivido doloroso e allo stesso tempo piacevole che correva lungo la schiena.

Due anni dopo Daniel Cole ci regala una nuova storia, partendo proprio da dove aveva interrotto, riportando i “resti” di Emily Baxter indietro e mostrandoci le ceneri lasciate da Ragdoll, che ritornano a pungolare proprio dove fa più male e proprio come se fosse il riflesso di uno specchio ci mostrano le macabre immagini di cadaveri impiccati sulle quali vi sono incise due parole: “esca” e “marionetta”, in un due città differenti, New York e Londra. Sono passati diciotto mesi eppure le ferite sono ancora fresche, due vite cadono a pezzi e non c’è spago che riesca a tenere insieme tutti i frammenti in cui William Fawkes ed Emily Baxter si sono divisi, soprattutto perchè andare avanti e voltare pagine non è un’opzione valida, non quando il fantasma di Ragdoll continua a ripresentarsi con una nuova chiave di lettura.

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La parola chiave quindi è specchio. E non sto parlando solo dell’oggetto in sè, ma dell’immagine che riflette, quei particolari che al primo sguardo sembrano identici, ma che guardandoli più da vicino si nota che sono totalmente diversi, un riflesso strano, di quelli che ingannano e nascondo più di quello che si vede in superficie. Quello che ci si presenta davanti è una caso davvero complesso, un intricato labirinto fatto di sospetti e prove che non portano a nulla, se non all’incontestabile fatto che qualcuno è morto e in maniera atroce. 

Emily Baxter in questo secondo capitolo si mostra in tutta la sua vera essenza, sempre pungente, diretta e concisa si districa tra i fili che la vedono protagonista di un’indagine molto più grande di lei, che si estende fino agli USA, luogo dove le domande raddoppiano e le risposte diminuiscono, facendo salire sempre più velocemente la sensazione che qualcosa risulta distorto, doppio, qualcosa di più e diverso che non avevamo messo in conto.

Lo stile resta indiscusso. Daniel Cole si riconferma una voce potente nell’ambito del thriller, capace di costruire delle solide fondamenta per la sua storia per far sì che poi tutte le informazioni che ci fornisce vadano pian piano a realizzare l’immagine di quello che è l’omicidio e quindi la soluzione del caso. L’autore non affretta i tempi semmai li diluisce, centellina ogni indizio per fare in modo che non arriviamo subito alla soluzione ma che ci godiamo il viaggio scoprendola poco alla volta, il che afferma nuovamente quello che già pensavo, ovvero che è uno scrittore da tenere sotto controllo. 

L’indagine è squisita. Una prelibatezza per chi come me adora le storie complesse, quelle dove ci si sofferma anche sui puntini, invogliando chi legge ad essere “parte attiva” della narrazione, senza mai annoiare, ma spingendo a riflettere, a cercare il dettaglio sfuggente e comprendere la logica dietro il crimine. In poche parole è un ritorno con i fiocchi, un’esplosione di sangue che non fa altro che ribadire la maestria con la quale Daniel Cole riesce a caratterizzare i suoi personaggi, sempre più tangibili e vividi.

“L’uomo nell’ombra” è un riflesso senza specchio che evoca i nostri più terribili incubi, ma lo fa con la forza e l’impeto di un cazzotto dritto in faccia che ci si becca da svegli.

“Dopo che il caso Ragdoll era stato chiuso, e Baxter era riuscita a staccare quel tanto che bastava a elaborare ciò che era successo, era andata a parlare con una specialista. L’aveva sempre considerata una via di fuga adatta a persone più deboli di lei, persone incapaci di affrontare le difficoltà della vita di  tutti i giorni, ma si era sbagliata. Era stato molto più facile buttare fuori ciò che aveva dentro con un perfetto sconosciuto che con qualcuno che la conosceva, che poteva giudicarla o avere delle aspettative”.

Non perdetevi le recensioni del review tour!

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Longanesi per la copia omaggio.

 

 

May the Force be with you!
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