Review Tour: Ricordi di un omicidio di Nicola Lupi (BookRoad)

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Una scoperta rivoluzionaria e ricordi confusi nascosti fra le pieghe della mente. Questi sono gli ingredienti del thriller d’esordio di Nicola Lupi, “Ricordi di un omicidio”, edito da BookRoad.

Data di uscita: 22 Ottobre

Acquistalo subito: Ricordi di un omicidio

Editore: BookRoad
Genere: Thriller
Prezzo: € 14,90
Pagine: 400

William Galen è un geniale scienziato, la cui ambizione è quella di svelare l’intima essenza degli esseri viventi, carpirne e svelarne i segreti più intricati. Anni e anni di studi portano il giovane accademico a un clamoroso risultato: ha sintetizzato una sostanza in grado di potenziare e risvegliare la memoria dell’essere umano, una scoperta che potrebbe cambiare il mondo. Qualcuno, tuttavia, trama nell’ombra per evitare che l’ordine naturale delle cose venga stravolto dalla scienza.
Riccardo Hale è un giovane ragazzo all’ultimo anno dell’istituto tecnico, all’apparenza un giovane come tanti, con sogni, aspirazioni e obiettivi. Ma Riccardo non è come gli altri: ogni tanto, senza che riesca a spiegarselo, ha delle visioni che non riesce a interpretare. Una di queste, addirittura, arriva a mostrargli la sua morte. Inizia quindi un viaggio alla scoperta di sé, un viaggio che lo porterà in luoghi e tempi lontani. Arriverà a scontrarsi con potenti nemici e troverà alleati in persone che non ha mai incontrato prima… o forse sì.

Sembra una puntata di Black Mirror, ma non lo è. L’esordio di Nicola Lupi affonda le radici in un tema delicato, la memoria, e lo trasforma in un romanzo che colpisce per l’idea alla base della struttura, la mirabolante scoperta di qualcosa che potrebbe rivoluzionare il mondo e al tempo stesso distruggerlo. Dico questo perchè se un farmaco come il Picot esistesse sarebbe in grado di aiutare tantissime persone, ma al tempo stesso una scoperta di questa portata potrebbe essere la rovina di chiunque, soprattutto nelle mani sbagliate.

Risvegliare la memoria ed avere accesso ai ricordi smarriti fra le pieghe della mente, mettere finalmente a fuoco quelle immagini che a volte vanno e vengono e di cui mancano dei pezzi per avere il quadro chiaro è l’idea vincente del romanzo. Negli ultimi anni siamo stati spesso in contatto con invenzioni simili, basta pensare all’Animus di Assassin’s Creed o a quelle particolari lenti/impianti oculari che si vedono spesso in Black Mirror, tutte accomunate da un certo tipo di effetti collaterali, tra cui visioni ed affaticamenti generali, però a distinguere il Picot da queste particolari invenzioni è la cura nei dettagli che l’autore ha posto nella spiegazione del processo di “estensione della memoria”.

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Nella sua versione di questo procedimento scientifico utilizza un metodo molto particolare per stimolare la memoria insita nel DNA, ovvero una serie di reazioni chimiche organiche all’interno del nostro cervello che fanno in modo di risvegliare determinati marcatori genetici che vengono tramandati di generazione in generazione. Tutti coloro che vengono sottoposti al procedimento ritrovano flash dei ricordi di coloro che li hanno preceduti, anche se a differenza dell’Animus non possono riviverli in maniera digitali e a differenza degli impianti di Black Mirror non possono manovrarli come se stessero riavvolgendo o mandando avanti veloce una videoregistrazione. I ricordi diventano un fardello di cui non si conosce l’origine, si presentano come visioni e in qualche modo quasi tormentano colui che le subisce.

È il caso di Riccardo Hale, studente all’ultimo anno di liceo, tormentato da immagini che non riesce a spiegarsi, confuse abbastanza da metterlo in allerta. Nelle sue visioni vede luoghi in cui non è mai stato e una figura che non conosce, William Galen, inventore del Picot, nonché sua unica occasione per rimettere in sesto la sua esistenza. Ci sono così tanti tasselli sparsi da non sapere come metterli insieme, nel momento in cui rivela ai suoi genitori cosa sta succedendo si innescano una serie di sfortunati eventi che lo porteranno a seguire le tracce di Galen e scoprire che dietro un’idea tanto rivoluzionaria si nasconde un lato amaro.

Una “setta”, la NHR, vorrebbe infatti mettere mano su Riccardo, ma il ragazzo è così preso dallo scoprire cosa gli sta succedendo da non rendersi conto del pericolo incombente. Un viaggio in giro per il mondo e la memoria è quello che ci offre Nicola Lupi, trasformando una storia al limite della fantascienza, anzi si potrebbe dire fanta-medicina in un thriller in cui la vittima non sa ancora di essere nel mirino dei suoi aguzzini fino a quando non comprende la portata di una scoperta epocale, e solo allora mette un piede davanti all’altro e inizia a rincorrere i ricordi, a vedere dove lo porteranno e scoprire qualcosa di più su ciò che è stato. Dolore e tenebre si scontrano con la cupidigia, come al solito una scoperta importante può essere una manna per qualcuno o un problema per qualcun altro e come succede spesso da grandi scoperte derivano grandi sacrifici.

L’esordio di Lupi non è perfetto, ogni tanto ci si smarrisce nelle nozioni, ma poi si ritrova la strada. Di certo dietro un romanzo come questo le ricerche sono innumerevoli e approfondite, va premiata però l’idea geniale di creare una storia attorno a qualcosa di rivoluzionario, dopotutto quanto sarebbe bello se si potesse avere accesso a tutti i nostri ricordi e quelli di coloro che ci hanno preceduto? A pensarci, sarebbe anche doloroso, me ne rendo conto.

Il Picot è in grado di riportare alla memoria ricordi perduti in maniera così vivida da sembrare di essere lì, nel presente. Ma è proprio questo il lato dolceamaro di questa invenzione, i ricordi vanno e vengono come vogliono, non possono essere controllati e purtroppo non siamo in grado di gestire appieno il potenziale del nostro cervello per accedere a queste memorie a nostro piacimento, ma come dimostra Riccardo si può ancora fare la differenza mettendo i bastoni fra le ruote a chi insegue i suoi desideri senza farsi scrupoli.

«Il problema è che tutti moriamo. Se invece il nostro sapere sopravvivesse? Ora bisognerebbe capire: tra il sapere, la nostra mente, la nostra coscienza, noi stessi, che differenza c’é?»

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di BookRoad per la copia omaggio.

 

 

 

May the Force be with you!
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