Rogue One: A Star Wars Story | Recensione di Sandy


 

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Rogue One: A Star Wars Story

“Le ribellioni si basano sulla speranza”.

Dettagli:

  • Titolo originale: Rogue One: A Star Wars Story
  • Anno: 2016
  • Data di uscita: 15 dicembre 2016
  • Durata: 133 minuti
  • Genere: Avventura, Azione, Fantascienza, Fantasy
  • Regia: Gareth Edwards

Interpreti e personaggi:

  • Felicity Jones: Jyn Erso
  • Diego Luna: Cassian Andor
  • Ben Mendelsohn: Orson Krennic
  • Donnie Yen: Chirrut Îmwe
  • Mads Mikkelsen: Galen Erso
  • Alan Tudyk: K-2SO
  • Riz Ahmed: Bodhi Rook
  • Jiang Wen: Baze Malbus
  • Forest Whitaker: Saw Gerrera

Trama:

Jyn Erso è la figlia di Galen Erso, un ingegnere scientifico ribelle, costretto dall’Impero alla costruzione di un’arma di distruzione di massa nota come la Morte Nera. Jyn ha cercato per quindici anni di dimenticare il padre, dandolo per morto, finché un pilota disertore non le ha consegnato un messaggio urgente segreto, proveniente da Galen stesso. Insieme al capitano Cassian Andor e al suo droide imperiale riprogrammato dai ribelli, la ragazza parte allora alla ricerca del genitore e di uno spiraglio per fermare i piani apocalittici del malvagio imperatore.

Recensione:

Bentornati al nostro appuntamento settimanale con il cinema. Oggi sono lieta di condividere con voi le mie impressioni su Rouge One: A Star Wars Story.
Il 15 dicembre è sbarcato nelle sale italiane il primo spin-off di una trilogia basata sulla saga di Star Wars. Come ogni capitolo, che sia esso un sequel o ispirato alla saga fantascientifica in questione, l’attesa tra i fanatici è tanta e le aspettative piuttosto alte. Non ho dubbi perciò che sarà il film più visto nelle nostre sale. Veniamo però a noi.
Rouge One: A Star Wars Story si colloca a cavallo del terzo capitolo “La vendetta dei Sith” (terzo della trilogia dei “prequel) e “Una nuova speranza” (primo della trilogia originale), possiamo quindi considerarlo un prequel di “Una nuova speranza“, dato che racconta l’impresa titanica di un gruppo di ribelli clandestini intenti a rubare i piani della Morte Nera, arma di distruzione dell’Impero, in grado di distruggere pianeti.
La protagonista di questo capitolo è Jyn Erso, figlia dell’ignegnere Galen Erso a capo della realizzazione della Morte Nera, costretta a crescere in un ambiente ostile senza nessuna guida familiare, alla mercé di sé stessa. Viene assoldata dall’Alleanza Ribelle per incontrare Saw, sua vecchia conoscenza. Quando comincerà a rendersi conto di avere una possibilità per mandare in fumo i piani dell’Impero si spingerà oltre il suo limite per aiutare la Ribellione. Aiutata da alcuni coraggiosi fedeli alla causa dimostreranno all’Impero il potere di una forza come l’Alleanza Ribelle.
I personaggi di questo capitolo sono inediti, piccoli granelli di sabbia che hanno contribuito a cambiare la storia sacrificandosi affinché possa esistere un futuro. Non sono perfetti. Macchiati dei loro sbagli, indifferenti a una causa più grande di loro, si sono evoluti mettendo da parte sé stessi per un bene superiore.
Notevole è il distacco preso dal regista da tutto ciò a cui eravamo abituati finora. Il suo esperimento, un rischio, basato sulle sue idee, senza stare dentro a linee guida pre impostate, è ben riuscito. Io stessa ho ampiamente apprezzato ogni elemento del film, dalla storia agli effetti speciali.
A rendere unico Rogue One è la visione del regista Gareth Edwards, la sua pellicola mostra la storia dal punto di vista dei perdenti, di coloro che non hanno più niente da perdere. Queste persone, storie diverse, sono chiamate ad affrontare l’impossibile: ribaltare le sorti di una guerra che li vedeva già spacciati a prescindere. Ora sappiamo che è stato il sacrificio, il sacrificio di Jyn, Cassian, Galen e tanti altri, ad aver permesso successivamente a Luke e la Ribellione di annientare la Morte Nera.
Si è parlato moltissimo della ricostruzione in CGI di Tarkin e la principessa Leia. In rete addirittura potete trovare qualsiasi tipo di commento. Io non voglio creare alcun tipo di polemica, ma posso soltanto dire, da spettatrice, che li ho trovati più realistici di Paul Walker in Fast and Furious e di Orlando Bloom in Lo Hobbit. Scommetto che se Tarkin e Leia non si fossero visti, il mondo intero si sarebbe scagliato contro Edwards per la loro assenza. Mai na gioia, insomma.
Tornando a noi. Quando ho visto Darth Vader, il lato oscuro della forza si è risvegliata in me insieme alla marcia imperiale, a loop. Se non si è capito ve lo consiglio assolutamente, sì.

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