Sonata d’inverno di Dorothy Edwards | Recensione di Deborah

Dorothy Edwards è stata una figura eccentrica rispetto all’establishment letterario dell’Inghilterra di inizio secolo: gallese, socialista e vegetariana, dopo la laurea in greco girò l’Europa impartendo lezioni di inglese. La sua raccolta di racconti Rhapsody (1927) la fece conoscere e apprezzare dalla critica e le aprì le porte del Bloomsbury Group, ma Londra non era il Galles e Dorothy tornò ben presto nella casa natia, dove si dedicò a tempo pieno alla scrittura. Morì suicida nel 1934. Sonata d’inverno è il suo unico romanzo.

 

A volte, quando andiamo in un luogo sconosciuto pieni di aspettative, capita che tra tutti i volti nuovi ne scegliamo uno in particolare a conferma che tutti i nostri desideri saranno esauditi; ed è probabilmente per questa ragione che Arnold Nettle, in seguito, tornò più di una volta con il pensiero a Olivia che attraversava il villaggio vestita di bianco, quel suo primo giorno, e ricordava ogni dettaglio di lei così vividamente da crederla l’araldo di un futuro migliore per la sua salute, salute che costituiva l’unico motivo per il suo trasferimento.

 

Editore: Fazi Editore
Data di uscita: 27 gennaio 2022
Pagine: 250
Prezzo: 17.00 €

In un piccolo villaggio della campagna inglese, nel corso di un inverno che imbianca il paesaggio sin dalle pagine di apertura, si dipanano le vicende sentimentali e sociali di una piccola comunità. Due sorelle corteggiate a intermittenza, un cugino che non sa cosa fare di sé, una ragazzina ribelle che cerca di evadere da un contesto familiare soffocante, e Arnold Nettle, giovane e cagionevole musicista trasferitosi in campagna per fuggire l’inverno cittadino. Le lunghe serate vengono trascorse fra goffe interazioni ed esibizioni musicali che sono le sole a rompere davvero il silenzio regnante. Tutti sperano nella svolta, nel momento epifanico che possa imprimere alla vita un corso più deciso, ma il grido dei protagonisti rimane in gola, come il rumore di passi nel silenzio ovattato dell’inverno.

 

A livello personale il mio 2022 è partito parecchio in salita, invece il mio nuovo anno letterario è partito alla grande! Sono riuscita a concludere molte letture, la maggior parte si è rivelata una piacevolissima scoperta ma purtroppo è arrivata anche la mia prima delusione. Sonata d’inverno di Dorothy Edwards non si è rivelato il libro che mi aspettavo, forse semplicemente non era il romanzo giusto al momento giusto per me in questo preciso momento.

Mi dispiace molto che Sonata d’inverno sia l’unico romanzo scritto da Dorothy Edwards, quando mi capita di rimanere delusa da un particolare romanzo molto spesso ho voglia di approfondire l’autrore leggendo altri suoi lavori, nel caso della Edwards mi sarebbe piaciuto molto perché leggendo la sua bio sono rimasta davvero incuriosita dalla sua figura. Lo stile di scrittura di Dorothy Edwards è molto placido, lento e pittoresco; la sua voce scorre lenta come la vita nella campagna inglese da lei raccontata. Non mi è dispiaciuta la lentezza del romanzo in sé, mi sembra pertinente che un classico ambientato nell’immobilità della campagna abbia un ritmo narrativo tranquillo ma purtroppo non mi hanno proprio convinto né la storia né i personaggi.

 

 

Le descrizioni delle ambientazioni sono molto ricche e pittoresche, ho avuto la sensazione che Sonata d’inverno sia composto maggiormente da questo elemento; da una parte queste descrizioni sono molto belle ma dall’altra risultano davvero troppo ripetitive. L’autrice descrive moltissimo il paesaggio desolato della campagna in inverno utilizzando quasi sempre le stesse modalità,  continuiamo a essere immersi in descrizioni dove tutto è grigio e spoglio, siamo continuamente circondati da alberi spogli e scuri, il cielo è perennemente grigio e costellato da nuvoloni grigi. Purtroppo anche la trama mi ha trasmesso questo senso continuo d’immobilità perché sembra non succedere mai nulla, o meglio succedono sempre le stesse piccole cose: i personaggi passeggiano nel piccolo villaggio o si inerpicano sulla collina, si riuniscono in casa per ascoltare alcuni di essi suonare e/o cantare, abbiamo un personaggio maschile che bacia tutti quelli femminili, tutti si guardano e sorridono o sono fuori in giro e si guardano le scarpe.

Gli stessi personaggi mi sono sembrati tutti molto spenti, passivi, e davvero poco interessanti. Per mei solo due dei protagonisti si sono distinti un po’ di più rispetto agli altri, uno in negativo e una invece abbastanza in positivo. Mr Premiss è il personaggio che più mi ha irritato, rispetto agli altri ha quel qualcosa in più che lo distingue e lo caratterizza ma mi è sembrato un viscido con tratti comportamentali a dir poco discutibili. La giovane Pauline è il personaggio ribelle che mi sarebbe piaciuto fosse più approfondito, incurante delle regole e delle convenzioni sociali sappiamo che continua a uscire di nascosto ma conosciamo molto di più.

Sonata d’inverno di Dorothy Edwards non si è rivelato il romanzo che mi aspettavo, magari semplicemente non è stato per me il romanzo giusto al momento gisuto.

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Fazi Editore per la copia omaggio

 

 

May the Force be with you!
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