Tea Time: Approdato in Italia un altro grande scrittore, Gerald Murnane

 

Novembre si sta rivelando un mese freddo e cupo, la pioggia ogni giorno si riversa sul nostro Paese, a volte lenta e altre volte impetuosa; i giorni si susseguono monotoni, si respira malinconia e immobilità nell’aria, i colori sono spenti e il paesaggio tutto intorno pare immutabile, un tutt’uno con il grigio. Credo sia il quadro perfetto per sorseggiare un ottimo tè verde jasmine, avvolgente, profumato e aromatico, una piacevole evasione da accompagnare con un’ottima lettura. Questo mese uggioso è stato rischiarato da una bellissima novità: l’arrivo in Italia di Gerald Murnane! Chi è Gerald Murnane? Qualcuno aveva già sentito nominare questo autore? Io assolutamente no! Spinta dalla curiosità e affascinata dal titolo sono andata a cercare qualche notizia in più su di lui, sembra proprio essere un autore sfuggente! Murnane viene definito il grande autore che nessuno conosce, come mai? Amato da diversi scrittori, Murnane è candidato al premio Nobel per la letteratura, Safarà Editore ha portato in Italia un frammento di letteratura ancora sconosciuta, un autore che sarà impossibile ignorare.

Murnane sembra essere un personaggio eccentrico e molto particolare, è un uomo che in settantanove anni non ha mai lasciato l’Australia. Curioso, vero? Forse è proprio per questo che è un autore di nicchia? Oltre ad essere un personaggio singolare, la voce di Murnane è unica nel suo genere, il suo stile di scrittura è molto particolare, dicono che lo si ama o lo si odia. Io mi auguro fortemente di amarlo alla follia perché il romanzo portato in Italia grazie a Safarà Editore, Le pianure, mi ha già conquistata! Come è possibile, vi chiederete. Semplice, leggendo la trama l’opera di Murnane mi ha ricordato uno dei miei autori preferiti di sempre, i paesaggi brulli e agresti che mi hanno rubato il cuore, la città immaginaria che per me è più reale di tante città realmente esistenti. Le pianure di Gerald Murnane mi ha ricordato Kent Haruf, Holt e la sua Trilogia della Pianura. Come potevo non emozionarmi di fronte a questa uscita? Impossibile, non ci sono riuscita. So che leggere Murnane non sarà come leggere Kent Haruf, e assolutamente non deve essere la stessa cosa perché sono due autori diversi, con due stili diversi. Nella narrazione Murnane non caratterizza i suoi personaggi, lì lascia fumosi ed evanescenti, invece pone il paesaggio e tutte le sensazioni che può suscitare in primo piano. Questo è il punto che mi ha affascinata, ciò che mi spinge a considerare il romanzo una piccola perla ancor prima di leggerlo, sono assolutamente convinta che verrò conquistata da Gerald Murnane, non vedo l’ora di tuffarmi tra le pagine!

 

 

Una tazzina in compagnia di Gerald Murnane

Gerald Murnane è nato a Melbourne nel 1939. È stato insegnante, editore e docente universitario. Il suo romanzo d’esordio, “Tamarisk Row” (1974), è stato seguito da altre dieci opere di narrativa, tra cui “Le pianure” e più recentemente “Border District”. Nel 1999 Murnane ha vinto il Patrick White Award e nel 2009 ha vinto il Melbourne Prize for Literature. Vive nella Victoria occidentale, e non ha mai lasciato l’Australia in tutta la sua vita. Safarà Editore pubblicherà cinque delle sue opere più importanti, tra cui anche “Border District” e “Tamarisk Row”.

 

Le pianure di Gerald Murnane

«Quando sono di quest’umore, sospetto che ogni uomo, forse, stia viaggiando verso il cuore di una qualche sua lontana e personale pianura». Un giovane cineasta arriva nel remoto territorio delle pianure con l’intento di illuminare con un film il mistero che da sempre lo avvolge. Dopo aver presentato il suo progetto al comitato dei latifondisti, viene accolto nella tenuta di uno di questi affinché possa consultare la sua malinconica e immensa biblioteca per la sua sceneggiatura, e procedere finalmente alla realizzazione del film. Tuttavia l’intento del protagonista sconfina presto nel tentativo di creare un’epica attraverso l’esperienza straniante delle sconfinate pianure, un luogo che appartiene tanto alla terra quanto all’interiorità di chi non teme di attraversarle, né di perdersi nelle loro infinite variazioni di luce. Mentre il romanzo si dipana diventa, nelle parole di Murray Bail: «un miraggio del paesaggio, della memoria, dell’amore e della letteratura stessa». Prefazione di Ben Lerner.

 

 

7 novembre 2019

 

 

 

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