Tea time: Degustazione di Le signore in nero di Madeleine St Johns

 

Finalmente è arrivato il fine settimana, il sole splende ed è tempo di fare un viaggio libroso con la nostra rubrica Tea Time! Sì, avete proprio ragione, uno smoothie fresco e dissetante sarebbe più adatto al momento, ma il nostro caro tea è sempre un evergreen! Avete mai provato a fare i vostri infusi preferiti a freddo? Io l’anno scorso ho sviluppato una forte dipendenza da tè verde ghiacciato, si è rivelato una salvezza per combattere il caldo torrido. Ma bando alle ciance…partiamo alla scoperta di…Le signore in nero!

 

 

Editore: Garzanti Libri
Data di uscita: 6 giugno 2019
Pagine: 192
Prezzo: 16.00 €

Sydney 1950. Sui manichini spiccano le gonne a balze e i corpetti arricchiti degli accessori più preziosi. Ma Goode’s non sono solo i più grandi magazzini della città, dove trovare l’abito all’ultima moda. Per quattro donne che lavorano sono anche l’unica occasione di indipendenza. Mentre con le loro eleganti divise di colore nero consigliano le clienti su tessuti e modelli, nel loro intimo coltivano sogni di libertà, di un ruolo diverso da quello di figlia, moglie e madre. Lesley sogna di continuare a studiare, anche se il padre non ne vuole sentir parlare. Poi c’è Patty che solo sul lavoro sente di valere qualcosa, mentre a casa il marito la tratta come fosse trasparente. Anche per Fay andare al grande magazzino ogni mattina significa sentirsi meno sola. A sorvergliarle come una madre c’è Magda: le sprona a inseguire i loro desideri e a trovare il proprio stile nel vestire, a coltivare l’idea che una donna possa raggiungere qualsiasi obiettivo. Per tutte è in arrivo un tempo di grandi cambiamenti e opportunità inaspettate. Tra un party, un nuovo vestito e nuove consapevolezze, Lesley, Patty, Fay e Magda vivranno il momento magico in cui si decide chi si vuole essere davvero.

 

 

DEGUSTAZIONE DI…

 

Appena ho visto questo romanzo me ne sono completamente innamorata, quando trovo libri ambientati nel passato, dal sapore vintage e familiare perdo proprio la testa…altro che té ghiacciato! Non vedo l’ora di iniziare questa lettura, il romanzo mi attende e sono sicura non lo farà ancora per molto! Mi attirano fortemente le tematiche che tratterà Le signore in nero, avremo a che fare con quattro donne che non vogliono accettare di avere un ruolo deciso ed imposto dalla società, sognano di essere qualcosa in più oltre che essere figlie, mogli e madri; desiderano inseguire i propri sogni in un mondo in cui ancora le ali delle donne erano fortemente tarpate. Questi sono argomenti sempre interessanti e molto attuali, poi come è possibile resistere al fascino degli anni Cinquanta?

 

 

CHI È L’AUTRICE?

Madeleine St. John nasce a Sydney nel 1941. Unica donna australiana a essere candidata al Man Booker Prize, esordisce con Le signore in nero, pubblicato nel 1993, cui seguono A Pure Clear Light (1996), The Essence of the Thing (1997) e A Stairway to Paradise (1999). Muore a Londra, nel 2006, all’età di sessantaquattro anni.
Mentre è in corso in tutto il mondo la riscoperta delle sua opera, Garzanti pubblica per la prima volta in Italia i suoi romanzi.

 

 

FACCIAMO UN TUFFO NELLE PRIME DUE PAGINE DEL ROMANZO!

 

 

Alla fine di una calda giornata di novembre Miss Baines e Mrs Williams, due commesse del reparto donna di Goode’s, si stavano lamentando a vicenda, mentre si toglievano l’abito nero prima di andare a casa. «Mr Ryder non è così male», disse Miss Baines, riferendosi al loro caporeparto. «La vera rompipalle, se mi consenti l’espressione, è Miss Cartright.» Miss Cartright era la responsabile degli acquisti, e a quanto pareva, non dava loro un attimo di respiro. Mrs Williams scrollò le spalle e prese a incipriarsi il naso. «Diventa una iena in questo periodo dell’anno», osservò. «Vuole avere la certezza che ci guadagniamo i nostri bonus.» «Come se potessimo evitarlo!» esclamò Miss Baines. «Ci spremono come limoni.» Il che era assolutamente vero. Mancavano solo sei settimane alle feste, i clienti arrivavano a frotte e gli abiti sparivano dagli espositori come travolti da un turbine, tanto che quella sera Mrs Williams, mentre lavava la biancheria intima nel lavandino, ebbe l’improvvisa sensazione che la sua vita stesse scorrendo via insieme con l’acqua del risciacquo che precipitava gorgogliando nello scarico. Comunque fosse, si riprese e continuò con le sue faccende, mentre, tutt’attorno, la notte dell’estate australiana pulsava di vita. Mrs Williams, Patty, e Miss Baines, Fay, lavoravano con Miss Jacobs nel reparto Abiti da cocktail, che si trovava vicino a quello dei Modelli esclusivi, a una delle estremità del secondo piano dei grandi magazzini Goode’s, nel centro diSydney. F.G. Goode, un tipo sveglio originario di Manchester, aveva aperto il suo emporio (Abbigliamento per Uomo e Donna – Le Ultime tendenze della moda londinese) alla fine del secolo scorso e non si era mai guardato indietro perché gli abitanti della colonia erano disposti a spendere tutto quello che avevano pur di essere alla moda. Ora i suoi nipoti erano i principali azionisti di un’azienda i cui ricavi annui consistevano in parecchi milioni di sterline australiane, ottenuti con la vendita delle ultime novità provenienti da Londra e da qualsiasi altro posto offrisse qualcosa di interessante. Al momento era la moda italiana a godere dei favori del pubblico. «L’ho comprato da Goode’s», diceva la didascalia dell’insopportabile disegno in cui una signora, con aria di superiorità, si pavoneggiava davanti a un’amica che la fissava con uno sguardo invidioso e disperato. Gli abiti e le pose mutavano con gli anni, ma la pubblicità compariva regolarmente nell’angolo in basso a sinistra della pagina dell’«Herald» destinata alle donne. Sembrava che quello spazio fosse stato prenotato per l’eternità, senza contare che la didascalia era diventata da tempo uno slogan conosciuto in tutta la città. Goode’s batteva la concorrenza grazie all’impegno straordinario che metteva nel cercare di stare al passo con i tempi. L’azienda spediva le buyer per dei periodi di addestramento nei grandi magazzini di Londra e New York, e quando, due volte all’anno, arrivavano gli abiti delle nuove collezioni, il personale faceva gli straordinari per mettere i prezzi e disporre i vestiti, chiacchierando nel frattempo in tono entusiasta. «Non importa se costa una fortuna», disse Miss Cartright. «Questo modello sparirà nel giro di una settimana. Ricordatevelo bene.» E come avrebbero potuto dimenticarlo?

 

 

 

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