TGIF – Book Whispers #58: I libri consigliati di questa settimana

Giuro solennemente di avere buoni consigli…

Anche questa settimana volge al termine, se mi guardo indietro ci sono diverse letture che mi hanno tenuto compagnia, quindi eccomi con i consigli di questa settimana. Pronti per il Book Whispers?

Prima di cominciare vi ricordo di passare da Sara (Bookspedia) per scoprire i suoi consigli letterari di questa settimana.

Legami di sangue di Jonathan Moore

Pagine: 416

L’investigatore privato Lee Crowe non vede l’ora di prendersi una bella vacanza in Messico. Ha passato le ultime cinque settimane della sua vita in uno squallido hotel della periferia di San Francisco, a condividere il bagno con una prostituta e un tossico, solo perché la sua stanza si trovava esattamente sopra quella di DeCanza, un pentito messo sotto torchio dall’Fbi su cui era incaricato di indagare. Il suo compito è riuscito e Crowe ha scoperto un modo di far ritrattare la testimonianza a DeCanza, ma proprio la mattina dell’udienza decisiva per il processo, Lee esce dall’albergo e trova il corpo di una giovane donna schiantatosi sul tettuccio di una RollsRoyce. Non riesce a trattenersi dallo scattare qualche foto da vendere ai giornali, si tratta di soldi facili in fondo, e attira così l’attenzione di Olivia Gravesend, la ricchissima madre della vittima, che lo assume per indagare sulla morte della figlia Claire. Lee scopre presto che la chiave del caso sembrano essere le misteriose origini della ragazza, ma quando un sicario tenta di piantargli un coltello nel petto capisce che presto rimpiangerà di non essere scappato in Messico…

“Avevo un cognome in prestito. Il mio passato era una scatola nera. Non ho dovuto imparare ad accettare. È sempre stato così. Ma per Claire?”

La regia abbassa le luci, una lenta fumata di nebbia esce dalla base del palco, poi qualcuno porta una sedia e una luce netta e tagliente la illumina. Dunque arriva Jonathan Moore, che si siede un po’ scomposto e toglie il cappello con fare un po’ svogliato e lo lancia su un attaccapanni lì vicino. Centro al primo colpo.

I legami non sono cose da poco, sono come catene che ci legano a qualcosa o a qualcuno, indissolubili e impossibili da spezzare, e per quanto ci si provi non cedono nemmeno un millimetro, nemmeno a chi tenta di scappare o si dirige nella direzione opposta, cerca di trovare risposte ad enigmi che affondano le loro radici nel sangue. Questa è la storia di Claire Gravesend, giovane donna che spicca il volo più breve della sua vita, quello che la porta a cadere rovinosamente per schiantarsi sul tettuccio di una RollsRoyce.

Amoralità, rapidità e risultati, questo è tutto ciò che serve per essere un buon investigatore privato e per lavorare a questo caso, oltre a una bella tangente, ma si sa che dove c’è sangue ci sono gli avvoltoi e dove ci sono loro ci sono anche i corvi. Ma non sempre i soldi possono comprare tutto, infatti è lo stesso Crowe ad essere inseguito dai suoi avvoltoi personali, degli strani tipi che lo braccano già da un po’, che mettono il naso dove lo mette lui solo per sentire che cosa ha fiutato.

Il suo racconto è dettagliato, ricco di contrasti, dove non mancano le risate, ma non sono quelle risate semplici e spontanee, no, sono quelle un po’ amare, fatte più di ironia che di battute vere e proprie. Allo stesso tempo pagina dopo pagina sembrava quasi di sentire Crowe battere le dita sulla macchina da scrivere, un foglio stropicciato che si inceppa nel meccanismo, ma poco importa perchè non è necessario che il foglio sia immacolato perchè la storia che prende vita è tutt’altro che pulita. 

Al richiamo delle sfumature noir non so resistere, hanno quel non so che che è capace di incollarmi alle pagine, facendole scorrere velocemente sotto i miei occhi mentre un narratore dalla voce graffiante le legge nella mista testa. Questo è un thriller che richiama l’essenza del noir, una storia che riporta a galla quelle care vecchie sensazioni che erano ormai affondate da tempo.

A casa quando è buio di James Purdy

Pagine: 128
Chissà che non siano le stesse ordalie dell’autore, quelle di un disperato che barricato dentro una cabina telefonica cerca qualcuno a caso a cui poter raccontare una storia, la sua, fatta di una moglie stanca di topi, pappa d’avena e appartamenti fatiscenti. James Purdy del resto ha faticato a incontrare il gusto del grande pubblico e il suo seguito è sempre stato costituito da un manipolo di devoti ben nascosti. Fuori da tutti i giri e alieno alle mode letterarie, come scrive Giordano Tedoldi nella postfazione a questo libro, Purdy non ha fatto parte nemmeno di una controcultura; piuttosto è sempre e” stato contro la cultura stessa. I racconti contenuti in “A casa quando è buio” sembrano confermare questa sua tensione verso un’aporia finale, una continua evocazione di spettri e assenze attraverso la parola e il simbolo. La scrittura di Purdy è cava, i suoi sono sempre incontri mancati e su di essi aleggia incombente un senso di minaccia. Dialoghi platonici irti di “non sequitur” che indagano il baratro, il cuore oscuro dell’uomo, la sua vulnerabilità, e i desideri che si agitano sotto maniere e abiti inappuntabili. Non sappiamo se sia Mr Diehl, oscenamente bagnato come un tritone, a impartire una lezione alla povera Polly, ma leggendo la storia di questo alterco a bordo piscina la nostra quiete è incrinata. Quando due amici discettano a pranzo di un collega culturista il realismo borghese è solo apparente e il quotidiano sconfina nell’onirico. Un attraversamento che diventa definitivo nell’ultima storia di questa raccolta, un sermone all’umanità firmato da Lui in persona.
“Stavolta il dolore nel profondo della sua carne rifiutava di essere ucciso, e fu questa pena fisica che la riportò a Lafe. Lo vide per pochi secondi illuminati quasi come se non l’avesse mai visto prima, come se esistesse per lei la prima  volta. Non riusciva a capire esattamente come facessero i morti a sapere o come Lafe la stesse guardando da qualche altro mondo, eppure proprio allora sentì che finalmente un po’ di comprensione era nata tra loro.”

C’è una prima volta per tutto e una storia che si crea una volta compiuto il temibile passo. Questa ad esempio è la mia, di me che scopro un nuovo autore che mi porterò nel cuore, uno che è riuscito a conquistarmi con la sua prosa asciutta, James Purdy. Non sapevo quali ostacoli avrei incontrato lungo il camino nel momento in cui ho deciso di intraprendere questo viaggio, ma ora che sono arrivata alla fine del percorso è come se mi mancasse qualcosa, quel bagaglio che mi trascinavo lungo la strada mentre scoprivo un microcosmo che esplodeva in tutta la sua intensità.

Qualcuno lo ha definito un fiume sotterraneo che attraversava l’America e da quel poco che ho potuto leggere mi è sembrato di poterne seguire il corso, quasi come se avessi saputo che c’era senza bisogno di guardarlo con i miei occhi. Potevo seguirlo mentre sfiorava ogni singola esistenza da egli descritta per portare a galla ciò che si nasconde dentro l’animo umano, attraverso dialoghi che potrebbero sembrare che lascino il tempo che trovano, ma che se analizzati attentamente si ripresentano sotto una nuova chiave di lettura, dimostrando il fatto che Purdy non aveva di certo bisogno di legarsi a preconcetti già stabiliti per raccontare storie che lasciano il segno.

L’annusatrice di libri di Desy Icardi

Pagine: 400

Torino, 1957. Adelina ha quattordici anni e vive con la zia Amalia, una ricca vedova, parsimoniosa fino all’eccesso, che le dedica distratte attenzioni. Tra i banchi di scuola, la ragazza viene trattata come lo zimbello della classe: alla sua età, infatti, non è in grado di ricordare le lezioni e ha difficoltà a leggere. Il reverendo Kelley, suo severo professore, decide allora di affiancarle nello studio la brillante compagna Luisella. Se Adelina comincerà ad andare meglio a scuola, però, non sarà merito dell’aiuto dell’amica ma di un dono straordinario di cui sembra essere dotata: la capacità di leggere con l’olfatto. Questo talento, che la ragazza sperimenta tra le pagine di polverosi volumi di biblioteca, rappresenta tuttavia anche una minaccia: il padre di Luisella, un affascinante notaio implicato in traffici non sempre chiari, tenterà di servirsi di lei per decifrare il celebre manoscritto Voynich, “il codice più misterioso al mondo”, scritto in una lingua incomprensibile e mai decifrato. Se l’avidità del notaio rischierà di mettere a repentaglio la vita di Adelina, l’esperienza vissuta le lascerà il piacere insaziabile per i libri e la lettura.
In un appassionante gioco di rimandi letterari, il romanzo di Desy Icardi racconta dell’amore per i libri attraverso la storia di una lettrice speciale. Intrecciando le vicende della zia Amalia, tra modisterie e palchi del varietà negli anni Trenta, a quelle di Adelina, che arriveranno a sfiorare il mondo dei segreti alchemici, L’annusatrice di libri ci consegna una commedia avvincente e paradigmatica sul valore dei libri sviluppata con briosa ironia e grande garbo..

“Osservate una per una, le lettere erano calme e tranquille proprio come i numeri, ma una volta che si univano in parole, frasi e paragrafi, ecco che iniziavano a ballare, nascondersi e sfuggire al suo controllo.”

Se c’è una cosa che ho sempre amato della lettura è ciò che mi ha regalato in tutti questi anni: le avventure vissute attraverso gli occhi dei personaggi le cui storie prendevano vita dinnanzi ai miei occhi, le indagini che sembravano volgere al medesimo vicolo cieco, gli amori struggenti e gli insegnamenti preziosi che ognuno di loro mi ha donato, arricchendo il mio bagaglio da lettrice e permettendomi di andare oltre, oltre le parole, oltre la storia e scoprire un universo meraviglioso.

Per Fazi Editore qualche giorno fa è uscito un romanzo che racchiude l’amore per la lettura, per i libri, che all’apparenza ci sembrano irraggiungibili ma che una volta abbattuto il muro virtuale e il pregiudizio ci stravolgono con storie uniche, intense, di altri tempi.

Si intitola “L’annusatrice di libri” e si legge con il cuore, seguendo i passi di Adelina e la sua difficoltà nella lettura, la stessa che la porta ad essere un’emarginata in un mondo in cui la maggior parte delle persone legge testi difficili, allargando il divario che si crea tra la giovane protagonista e tutte le persona che la circondano, che non riescono a comprendere che pur provandoci le parole le sfuggono, si divertono e giocano con lei, facendola sentire sempre più minuscola. 

Adelina pur avendo difficoltà a leggere scopre di avere un talento straordinario, quello di leggere con il naso. Non sto scherzando, le basta annusare le pagine di un libro per sentire la storia, “vedere” i personaggi e le ambientazioni, percepire i sentimenti che li animano o li tormentano o captare la bellezza delle stagioni. Odori e sensazioni si mescolano permettendo a noi lettori di scoprire la bellezza della lettura filtrata dagli occhi di una quattordicenne, che ha fatto del suo punto debole il suo punto di forza.

Per questo appuntamento è tutto! Ricordate di passare da Bookspedia per scoprire i titoli consigliati da Sara.
Alla prossima!

 

 

 

 

 

May the Force be with you!
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