The whispering room: Cuore di Tufo di Giuseppe Chiodi

 

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

Editore: Dark Zone
Genere: Narrativa
Data di uscita: 19 aprile 2018
Prezzo: 12.90 €
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Ossessione, superstizione e magia nera. È il vortice in cui sprofonda Pietro Cimmino, il proprietario di un negozio di antiquariato, nel tentativo di riprendersi sua moglie. La separazione l’ha fatto impazzire; l’incontro con Dafne, studentessa beneventana, gli riaccende la fiducia in sé stesso.Ma quella misteriosa ragazza scatena la gelosia della Bella ‘Mbriana, a cui l’uomo è devoto. E quando la piccola Sonia, figlia di Pietro, viene coinvolta dalle forze oscure scoperchiate dal padre, egli varca la linea che separa la realtà dall’immaginazione, la città dal sottosuolo, per salvare lei e sé stesso.Una fiaba dark fatta di riscatto e identità. C’è solo un avvertimento di cui tener conto: non fidatevi del monacello.

 

 

  • Come è nata l’idea di Cuore di Tufo?

Volevo narrare una storia ricca di elementi fantastici ma, allo stesso tempo, diversa rispetto ai soliti romanzi fantasy. Amo il folklore italiano e l’idea di raccontarlo in chiave moderna mi ha sempre sedotto. Napoli cela tanti segreti nella sua tradizione: luoghi occulti, creature soprannaturali, spiriti buoni e malvagi, magia nera, popoli scomparsi… storie che si tramandano ancora oggi, anche nella mia famiglia. Era destino che, prima o poi, traducessi tutto ciò in un romanzo.

 

  • C’è un episodio che ti si è delineato prima degli altri?

Le prime immagini che mi sono venute alla mente riguardavano il sottosuolo della città. Le catacombe, gli acquedotti, i ratti troppo cresciuti che li infestavano. Il libro mi si è dipinto subito come un’avventura nell’ignoto, su modello dei miti e dei moderni dungeon. Poi, però, ho pensato alla figura della Bella ‘Mbriana e la vicenda ha preso una piega diversa. Si tratta dello spirito del focolare domestico: una dama che protegge la casa e i suoi abitanti. Tuttavia, ella ha anche un lato oscuro. Volevo scatenare qualcosa di terribile, di orrendo, di devastante ed è stata lei a farmi da ispirazione.

 

  • A quale dei tuoi personaggi sei più legato?

Senz’altro al protagonista, Pietro Cimmino. Trattasi di un perdente, di un uomo sconfitto; un padre separato che non riesce a voltare pagina. Ossessionato dall’idea di riprendersi sua moglie, Pietro si aggrappa disperatamente alla superstizione e al soprannaturale. È un personaggio che genera empatia, perché parte da una condizione miserevole ma lotta con tutte le sue forze. Paradossalmente, un personaggio di grande realismo all’interno di un romanzo fantasy, con emozioni vere e sofferte a guidarlo nella sua quest.

Gli sono legato perché, in un certo senso, rappresenta una debolezza che conosco bene: l’ossessione della sconfitta. È il fatal flaw di cui si deve liberare, se vuole salvarsi.

 

  • C’è qualche curiosità che non hai scritto nel romanzo e vuoi condividere con i tuoi lettori?

In Cuore di Tufo sono riuscito a unire tante leggende popolari partenopee. Di contro, ce ne sono altrettante che ho dovuto lasciare fuori, poiché non rientravano nella trama. Troverete qualcosa nel prossimo romanzo, che si focalizzerà tuttavia su altri argomenti.

Una curiosità in particolare riguarda i Cimmeri, favoleggiato popolo di negromanti che si sarebbero stanziati nel Napoletano. Ebbene, avrei voluto approfondire l’argomento e raccontare, per esempio, della cosiddetta Sibilla Cimmeria. Sarà per la prossima volta!

 

  • Quale messaggio vorresti arrivasse a chi legge il tuo libro?

Vorrei che chi leggesse intuisse due concetti.

Il primo è che non siamo soli. Non siamo individui scollegati e senza terra, senza storia, senza identità. Anzi: è proprio in questi legami, insegnamenti ed esempi, che dovremmo trovare il conforto, l’ispirazione e la determinazione per affermarci.

D’altro canto, le fondamenta per realizzarsi vanno trovate anche in sé stessi. Dobbiamo dare valore alle nostre gesta, a ciò che di buono abbiamo fatto, per andare oltre il fatalismo da eterni sconfitti.

Ecco, se uniamo ciò che siamo a ciò che facciamo, abbiamo tutto quello che serve per affrontare qualunque ostacolo. Identità e Azione; perché la prima è sterile senza la seconda, e le seconda si regge su basi di sabbia senza la prima.

 

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Continuare a scrivere e confezionare storie uniche e significative. Ho un romanzo pronto, che credo pubblicherò l’anno prossimo. Ne ho un altro in fase di revisione. E ci sono tantissime idee in fermento, pronte a essere tradotte su carta. Perciò… seguitemi, se vi piace quello che leggete!

Potete trovarmi sul mio blog, Immersività, in cui scrivo recensioni e approfondimenti a tema libresco, e sulla mia pagina facebook, Immersività blog – Giuseppe Chiodi autore, in cui posto una microstoria al giorno e aggiornamenti di varia natura.
Grazie mille dell’attenzione!

 

 

 

 

 

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