The Whispering Room: Il dolce domani di Anna Pietroboni

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

La nostra rubrica The Whispering Room è in pieno fermento, oggi partiamo alla scoperta del terzo romanzo scritto da Anna Pietroboni, Il dolce domani. Non perdetevi la piccola intervista all’autrice per saperne di più!

 

Editore: A&B
Data di uscita: 5 dicembre 2019
Pagine: 201
Prezzo: 18.00 €

La vita monotona e regolare di un decadente collegio dell’Italia settentrionale viene turbata da una serie di misteriosi accadimenti. In un clima di opprimente attesa nessuno degli abitanti – nemmeno i bambini – sembra al di sopra di ogni sospetto. Tutti i personaggi, infatti, sono schiavi delle proprie paure, mentono o sono incapaci di stabilire relazioni interpersonali autentiche. Scandito da incessanti rimandi alla favola de “Il Pifferaio Magico” e alla sua nera ed enigmatica allegoria, l’intreccio si snoda via via più aggrovigliato e inaspettato, fino al compimento di una tragedia allo stesso tempo individuale e collettiva.

 

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea de Il dolce domani?

Da sempre gli ambienti isolati, chiusi, per certi versi anche opprimenti, hanno colpito il mio immaginario proprio in virtù della loro lontananza dal mondo degli altri e forse anche per l’impossibilità a sfuggirvi. Le relazioni individuali, l i rapporti di forza (o di debolezza), le abitudini e  le regole che vi si instaurano – per esempio nelle piccole comunità geograficamente appartate – risvegliano ogni volta in me un senso di curiosità e sorpresa. Così ho immaginato un collegio sperduto in un bosco e una storia che potesse mettere in luce le dinamiche di questa sorta di carceri dorate.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

L’arrivo dello sconosciuto. Il nuovo maestro che si presenta alla porta in una notte di pioggia. Ho concepito il suo arrivo come una specie di scardinamento dell’ordine precedentemente costituito, cercando di attingere alle suggestioni letterarie del nemico che irrompe in casa della vittima non con la forza, ma con la malizia. Il malvagio. Il lupo che bussa alla porta.

 

 

  • Ci descriva brevemente i suoi personaggi.

Comincerei con l’enigmatica Direttrice del collegio, perfida e brutale ma allo stesso tempo ricca di una vitalità che non è altro che il frutto delle proprie sofferenze vissute durante l’infanzia. Il nuovo maestro, delicato nei modi e d’aspetto ma selvaggio nello sguardo e nei desideri. Le alunne grandi del collegio, soprattutto Alice – per certi versi la vera antagonista della storia –, capricciosa e impenetrabile; Greta – bella e malinconica –, prima vittima del Male all’interno del collegio; Caterina – misteriosa e intuitiva –,  grazie alla quale la Verità sembrerà a tratti più vicina. Infine i bambini, maschere di cera a volte educati e affievoliti come piccoli adulti, a volte crudeli come bestie. E poi ovviamente c’è Claudia, la voce narrante. La voce del mondo esterno.

 

 

  • Quale dei suoi personaggi è il suo preferito? Ha qualcosa in comune con lei/lui?

Avendo tentato di concepire un racconto intorno al tema del Male, spero proprio di non apprezzare troppo né ricordare nessuno dei personaggi del romanzo! A parte gli scherzi, credo di potermi rivedere in alcuni aspetti delle tre alunne che vi ho brevemente sopra descritto, principalmente in Caterina. Ma non ho voluto immedesimarmi in nessuna di loro, anche per il significato allegorico e fiabesco della storia che mal si presta ad una interpretazione personalistica. Ancora una volta, poi, non posso dimenticare l’Io narrante, Claudia, alla quale spesso mi sono sentita vicina nello spaesamento che prova davanti all’incomprensibilità della situazione in cui viene orribilmente trascinata e che probabilmente è il mio personaggio preferito.

 

 

  • Qual è secondo lei l’accadimento più misterioso nella sua storia?

Vorrei poter credere il finale del racconto, ma immagino debba confermarlo il lettore. Allora dico la crudeltà cieca e priva di rimorso dei bambini e il loro enigmatico desiderio di sintonia con il nuovo maestro. E poi i proverbi e le filatrocche che aprono ogni capitolo. Mi piacerebbe che il lettore fosse spinto a cercare di interpretarli alla luce degli accadimenti. Senza dimenticare i misteri che nasconde una bizzarra versione di Ambarabà ciccì coccò…

 

 

  • C’è qualche curiosità che non ha scritto nel romanzo e vuole condividere con i lettori?

Nei miei piani c’era il desiderio di non lasciare ombre al lettore, e cioé che una volta concluso il libro non gli rimanessero in testa troppi interrogativi. Sicuramente la storia è stata molto influenzata dalla curiosità che ho sempre nutrito nei confronti del personaggio del Pifferaio Magico. Però vorrei condividere un piccolo segreto: il titolo che ho scelto per il libro cita un bellissimo film di Atom Egoyan – Il dolce domani per l’appunto – che richiama una filastrocca che a sua volta riprende la fiaba del Pifferario Magico.

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

La maggior parte del mio tempo lo dedico al mio lavoro diciamo così, canonico, in ospedale, ma non potrei mai smettere di scrivere. Infatti sono già alle prese con un nuovo romanzo che vorrei sviluppasse il tema del Doppio, dell’essere autentici, dell’imperativo che sentiamo dentro di noi ad essere felici. Vorrei che la storia ruotasse intorno ad alcuni di questi interrogativi: cosa significa essere se stessi? Potremmo essere più noi

 

 

#Conosciamol’autrice

Anna Pietroboni è nata nel 1981 a Milano, dove vive e svolge la professione medica in un grande ospedale pubblico. Appassionata lettrice fin da bambina, ha presto manifestato un particolare interesse per la narrazione e la scrittura. Dopo gli studi classici, si è iscritta alla facoltà di Medicina e Chirurgia e si è specializzata in Neurologia, cercando di conciliare l’attività di ricerca e cura con l’originaria passione letteraria. Attenta osservatrice del mondo naturale e delle sue manifestazioni, e curiosa delle sfumature dei rapporti umani, dedica il poco tempo libero alla scrittura di racconti e romanzi brevi. Ha pubblicato nel 2014 All’ombra dei giorni e nel 2017, per i nostri tipi, Le immagini ibride .

 

 

 

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