The Whispering room: Il museo delle esperienze meravigliose di Paolo Fumagalli

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

Benvenuti in una nuova puntata della nostra rubrica The Whispering Room, oggi ritroviamo con piacere Paolo Fumagalli che ci racconta qualcosa in più sul suo nuovo romanzo, Il museo delle esperienze meravigliose, un’idea davvero molto originale per grandi e piccini!

 

#Scopriamoilromanzo

 

 

Editore: La ruota edizioni
Data di uscita: 15 dicembre 2018
Prezzo: 12.00 € cartaceo ; 6.00 € ebook
Pagine: 250
Acquistalo subito: Il museo delle esperienze meravigliose

In città è arrivato il Museo delle esperienze meravigliose! Offre un grande spettacolo che
permette di assistere a veri prodigi e di vedere oggetti incantati provenienti da ogni parte del
mondo, tutti accompagnati da storie straordinarie. Sotto i suoi tendoni è possibile osservare strani
reperti come i trampoli che fanno diventare più bassi o gli occhiali che trasformano il mondo in un
fondale marino, visitare il paese incantato creato da due gemelli siamesi uniti non da una parte del
corpo ma dalla fantasia, ascoltare racconti di streghe, fate, troll e creature notturne. Il proprietario, Vincent, è consapevole del turbamento che può essere provocato dalla sua presenza e spesso deve fronteggiare l’ostilità degli increduli, ma questa volta dovrà vedersela con avversari pericolosi e ostinati. Grazie all’aiuto di Laura, una ragazzina che si sente attratta dal museo e che nasconde un grande segreto, riuscirà a difendere il potere della fantasia contro gli attacchi di chi odia la magia e l’immaginazione?

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea di Il museo delle esperienze meravigliose?

In modo molto inusuale, almeno rispetto alle mie abitudini. Di solito prima di iniziare a scrivere un romanzo decido una trama, non vado alla cieca. In questo caso, invece, ho scritto le prime pagine senza un progetto, solo perché mi erano venute in mente, limitandomi a creare il protagonista e ad avere l’idea di un museo magico appena arrivato in una città straniera. Non sapevo che cosa fare di quell’abbozzo e l’ho dimenticato per alcuni mesi. O meglio, credevo di averlo dimenticato, mentre in realtà gli stavo lasciando il tempo di crescere dentro di me. Un giorno mi sono accorto che avevo voglia di riprenderlo in mano e che avevo anche tantissime idee per svilupparlo, così mi sono ritrovato trascinato dal mio stesso entusiasmo e ho scritto tutto il libro rapidamente, senza nemmeno aver bisogno di elaborare una scaletta perché ce l’avevo già in testa. Una cosa che non mi era mai capitata prima e che poi non si è ripetuta con nessun altro romanzo.

 

 

  • Raccontaci qualcosa riguardo i protagonisti della storia.

Sono due, un uomo adulto e una ragazza molto giovane. Vincent è il proprietario del museo, ha viaggiato molto, scoprendo persone e oggetti prodigiosi e imparando le storie che li riguardano. Laura, invece, è una ragazzina in apparenza come tante altre, che va a scuola e spesso si comporta come i suoi coetanei, almeno fino al momento in cui si sente attratta in modo irresistibile dal museo, diventa amica di Vincent, visita la sua esposizione e ascolta i suoi racconti. Il legame che si crea fra loro nasce proprio dalla passione comune per le storie e dalla fiducia nella forza dell’immaginazione. Grazie al loro rapporto entrambi scoprono
qualcosa di nuovo e si aiutano a vicenda contro le persone che li vorrebbero opprimere.

 

 

  • A quale dei tuoi personaggi sei più legato?

In questo caso penso di essere molto legato a entrambi i protagonisti. Vincent è carismatico, è la vera forza al centro della storia, ricopre il ruolo del mentore, ma Laura è altrettanto importante, anche se come carattere e comportamento è meno appariscente. In effetti volevo evitare di identificarmi solo con chi insegna, temevo potesse frenare il mio entusiasmo e rendermi più distaccato nei confronti degli eventi narrati. Desideravo mettere molto di me anche in chi impara, fare in modo che Laura rivelasse di non essere affatto un personaggio passivo.

 

 

  • C’è qualche curiosità che non hai scritto nel romanzo e vuoi condividere con i tuoi lettori?

Magari qualcuno, vedendo la copertina e leggendo il libro, si chiederà come mai io abbia scelto di inserire nella storia proprio le gazze, uccelli non fra i più comuni e spesso guardati con poca simpatia. La risposta nel contesto del romanzo è che possono essere viste come simbolo animale di un gruppo di stranieri bizzarri, che arriva in un luogo troppo banale e ordinato e che perciò viene accolto con una certa curiosità ma anche con sospetti e pregiudizi. La risposta esterna è invece che da qualche anno ne vedo alcune nel mio giardino e nei dintorni, quindi ho avuto la possibilità di osservarle bene, da vicino, e di rendermi conto di quanto siano belle.

 

 

  • Quali sono gli oggetti incantati secondo te più singolari e affascinanti che hai creato?

Inventare cose che riuscissero a suscitare meraviglia nel lettore è stata una parte molto stimolante del lavoro. Mi piace l’idea che ho avuto di un mantello particolare: quando è appeso da qualche parte crea varchi che possono condurre in luoghi completamente diversi a seconda dell’ora, del tempo atmosferico e di altre circostanze simili. Trovo molto divertenti gli oggetti al contrario, come i trampoli che rendono più bassi e il cilindro da prestigiatore che invece di far apparire le cose le fa sparire. Visto che il museo di Vincent somiglia anche un po’ a un circo, non ho inserito soltanto oggetti, ma anche qualche animale e vegetale e soprattutto persone fuori dall’ordinario. Ad esempio nel libro incontriamo il bambino al contrario (chiamato così perché ha paura della luce invece che del buio) e due gemelli siamesi uniti fra loro non da una parte del corpo ma da una parte della mente, cioè dalla fantasia.

 

 

  • Nella realtà è possibile che un museo diventi “magico”?

Certo, perché in fondo è un contenitore di storie, raccoglie testimonianze e sogni a occhi aperti. I luoghi magici che abbiamo a disposizione al giorno d’oggi sono proprio questi: musei, biblioteche, librerie, sale cinematografiche, teatri… Insomma tutti i posti che ci permettono di scoprire il passato, di conoscere terre lontane e culture diverse, di vedere che cosa si trova nell’immaginazione di altri esseri umani.

 

 

  • Quanto è importante al giorno d’oggi la fantasia?

Molto importante. Credo che sia uno dei bisogni fondamentali, l’unica differenza rispetto ad altri è che non riguarda la nostra componente fisica ma quella spirituale. Un corpo che non respira, non mangia o non beve muore, e a una mente senza fantasia succede la stessa cosa.

 

 

  • Cosa significa per te la scrittura? Hai qualche consiglio per chi sogna di intraprendere questo

    cammino?

Per me rappresenta il modo principale che ho per usare l’immaginazione, quindi, come dicevo rispondendo alla domanda precedente, è un modo per vivere. Il talento non si può insegnare, come del resto la capacità di inventare trame e personaggi interessanti, ma nella scrittura c’è anche una componente di mestiere, che va appresa e affinata con l’esercizio. Il consiglio per chi vuole imparare a compiere magie è quello di osservare chi le sa fare, per cercare sempre di scoprire nuovi trucchi e segreti e di ottenere risultati migliori. Per scrivere bisogna ascoltare tanti racconti, bisogna amarli e riuscire a capirli fino in fondo. Il mio romanzo parla anche di questo, in effetti: è una riflessione sulle storie e sul loro potere, su ciò che ci spinge a narrarle e sugli effetti che possono ottenere.

 

 

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Mi è piaciuto molto pubblicare due libri pensati per i ragazzi come Bucaneve nel Regno Sotterraneo e Il museo delle esperienze meravigliose e mi è piaciuto anche vedere che, come speravo, molti adulti li considerano interessanti e apprezzano la loro dimensione di fiabe
moderne. I prossimi libri previsti per la pubblicazione, invece, saranno indirizzati maggiormente agli adulti o almeno a ragazzi più grandi. Ho in programma l’uscita di un romanzo fantasy per quest’anno e di un urban fantasy dai toni dark per l’anno prossimo.

 

#Conosciamol’autore

Paolo Fumagalli si è laureato in Lettere con una tesi sull’uso simbolico dei colori nelle
poesie di Aldo Palazzeschi. Nel corso degli anni ha scritto romanzi e racconti, diversi per generi e
atmosfere, ma tutti accomunati dall’intento di far riflettere senza annoiare. I suoi testi si basano
spesso sulla difesa della fantasia e della natura. I suoi testi si basano spesso sulla difesa della
fantasia e della natura e rivelano il fascino provato nei confronti di leggende e folklore, suoi grandi
amori insieme al cinema e alla musica. Ha vinto diversi concorsi per storie brevi e alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie di autori vari “Fate – Storie di terra, fuoco, acqua e vento”, “I mondi del fantasy V” e “Ritorno a Dunwich 2”. Ha pubblicato le raccolte di racconti “La pietra filosofale” e “Foglie morte” e i romanzi “Fuoco e veleno”, “Scaccianeve”, “La strada verso Bosco Autunno”, “Bucaneve nel Regno Sotterraneo” e “La terra promessa”.

 

 

 

 

 

 

May the Force be with you!
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