The Whispering Room: Il Pittore delle Fate di Simona Cremonini

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

Torna una nuova uscita della nostra rubrica The Whispering Room, oggi facciamo un salto nel passato, Il Pittore delle Fate è un fantasy d’ambientazione vittoriana, il primo romanzo ispirato alla corrente artistica del fairy painting, il movimento artistico legato alla “pittura di fate” che
dall’epoca vittoriana a oggi ha sedotto tanti artisti, compresi molti Preraffaelliti. Non perdete l’intervista con Simona Cremonini per saperne di più!

 

Editore: PresentARTsì
Data di uscita: 15 giugno 2022
Pagine: 334
Prezzo: 17.00 €

Dopo essere divenuto famoso nella capitale inglese come “colui che ha intervistato Sherlock Holmes”, il giovane giornalista e aspirante romanziere Jonathan Sanders riceve dal suo direttore un incarico speciale: per conto dell’Evening Star dovrà intervistare Edmund Wright, “il Pittore delle Fate”, l’artista che attraverso i propri dipinti ha dato all’Inghilterra
vittoriana e al mondo intero delle buone ragioni per credere all’esistenza delle fate e delle creature del piccolo popolo, fino a quel momento relegate nelle opere di Shakespeare e nel folklore. E quando giunge a Waterhouse, la residenza fuori Londra
dove il pittore si è ritirato da dieci anni, Jonathan scopre che il piccolo universo di Wright somiglia tantissimo a ciò che è rappresentato nei suoi quadri.
Pronto a immergersi in una nuova consapevolezza di sé e del proprio talento come scrittore, Jonathan farà la conoscenza delle meravigliose “Dame” che vivono in armoniosa comunità nella villa di Wright e, fra loro, dell’incantevole Celeste, che cambierà la sua vita e il suo cuore. Sul sentimento che sta nascendo tra i due incomberanno però le ambizioni della Fratellanza Ermetica Dorata, un oscuro ordine che, per dominare il mondo con la magia, ha bisogno proprio di ciò che Jonathan ha appena portato alla luce, quel segreto che mutò il destino anche del pittore Richard Dadd: il mistero delle fate.

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea de Il Pittore delle Fate?

È nata dal fascino che esercitano su di me il disegno e l’arte in generale: amo molto i quadri a soggetto fatato e il fairy painting vittoriano mi ha sempre incantata.

Un giorno mi è venuta appunto l’idea che i quadri e i loro pittori avrebbero potuto essere il soggetto di un romanzo e da lì ho cominciato ad approfondire sia lo studio dell’epoca vittoriana sia nello specifico del fairy painting. Fra l’altro, non ho trovato tracce di romanzi sullo stesso tema a livello internazionale e ho avuto la soddisfazione che il mio sia il primo romanzo al mondo ad avere come tematica principale proprio il fairy painting vittoriano.

E mentre stavo ancora facendo le ricerche, è arrivato Jonathan, il mio protagonista: per un’antologia di racconti mi è stato chiesto di scrivere una storia apocrifa su Sherlock Holmes e così ho inventato la figura di questo giovane giornalista dell’epoca vittoriana, che nel romanzo nello specifico si ritrova a dover intervistare per lavoro questo misterioso “Pittore delle Fate”. Ciò che mi è piaciuto, nel costruire la sua storia, è permettergli di affacciarsi al mondo dell’arte fatata nello stesso modo in cui potrebbe farlo una persona qualunque, e non un esperto di arte o qualcuno di troppo scafato.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

Poiché Jonathan e il suo caporedattore Perry erano già apparsi in un’altra storia, le loro scaramucce sono state il punto di partenza per delineare tutto il contesto della redazione del giornale in cui lavorano, l’Evening Star.

Invece, per quanto riguarda Waterhouse, la villa nelle campagne inglesi in cui il protagonista si ritroverà a scoprire il fairy painting, ho saputo da subito che il primo personaggio femminile in cui si sarebbe imbattuto sarebbe stato quello della cocchiera, Allegra, che si traveste da uomo. Era un personaggio che avevo da tempo in testa e con questo romanzo ho capito che finalmente avevo trovato il posto in cui abitava.

 

 

  • Ci parli dei suoi personaggi.

Questo libro ha un protagonista, Jonathan, che esclusivamente con il suo punto di vista ci accompagna alla scoperta di molti altri personaggi.

In una storia non inserisco mai a caso un personaggio, mi piace trovare un contesto o una motivazione per la quale si debba trovare sulla scena: quindi approfondisco non solo il suo aspetto o il suo carattere o la sua apparizione diretta, ma anche il suo background. Dato che lavoro molto sul progetto dei miei romanzi, faccio ricerche specifiche per caratterizzare i personaggi e rifletto molto su di loro prima di farli vivere.

Alcuni personaggi in questo romanzo restano un po’ misteriosi, volutamente, dato che Jonathan non approfondirà allo stesso modo tutti i suoi incontri, ma ci sono oltre una ventina di personaggi a cui affezionarsi o da detestare, fra cui i suoi colleghi, le misteriose “dame” che incontra a Waterhouse, alcuni suoi parenti e i personaggi che fanno parte dell’oscuro ordine con cui si scontra, la Fratellanza Ermetica Dorata.

Mi è piaciuto immaginare e mettere in scena molti di loro. In particolare ho adorato lavorare su Edmund Wright, “il Pittore delle Fate” a cui fa riferimento il titolo, che diventa uno dei mentori del protagonista, ma anche sul mondo femminile che Jonathan incontra.

 

 

  • Come descriverebbe il protagonista con tre aggettivi?

Jonathan lo descriverei come timido, curioso e coscienzioso.

 

 

  • Se dovesse associare una canzone al suo romanzo quale sceglierebbe?

Prima di tutto al romanzo mi viene da associare la canzone ricorrente fra le pagine, ovvero “Greensleeves”: è una delle canzoni inglesi antiche più note e risuona spesso nella testa del protagonista, perché l’arpista Brunette la esegue più volte lungo il romanzo e la melodia segue Jonathan anche quando lui si trova a Londra.

Se invece devo citare una canzone che mi accompagna spesso nella scrittura, e che lo ha fatto anche con questo libro, è “Fumbling Towards Ecstasy” di Sarah McLachlan, che è una delle mie cantanti preferite. Il testo parla di momenti “topici” come quelli in cui il protagonista si trova spesso.

 

 

  • Cosa la affascina del fairy painting?

La naturalezza dell’incontro tra fate, soggetti umani e sfondi naturalistici, la grazia di certe figure, la bellezza di ogni diversità che traspare dalle scene. Mi incanto tutte le volte a cogliere i dettagli.

 

 

  • Quali sono i suoi tre romanzi fantasy preferiti?

È difficile citarne solo tre! Ma non sarei stata la stessa persona, lettrice e autrice senza:

Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley

Scelti dalle tenebre di Anne Rice

La dea dei cavalli di Morgan Llywelyn

 

 

  • Ha incontrato difficoltà nella stesura della storia?

Poiché si parla di fate e piccolo popolo, devo dire che la difficoltà maggiore è stata di reperire metodi “pratici” per affrontare e catturare questi esseri magici, ovvero informazioni prese dal folklore esistente che potessero essere utili ai miei personaggi.

Per mia fortuna ho un grosso e buon archivio e ho alle spalle tante letture accumulate negli anni sul tema, così anche quando sembrava che i protagonisti fossero in un vicolo cieco ho sempre trovato soluzioni e non ho dovuto inventarle. Fra l’altro, far sì che i miei lettori possano a loro volta, in caso di bisogno, affrontare le creature magiche con dei veri e propri “metodi” basati sul folklore è una delle soddisfazioni che mi danno i miei romanzi.

L’altra difficoltà è stata quella dell’ambientazione, perché decidere di usare un periodo storico ben definito, senza “personalizzarlo”, implica un certo approfondimento che porta via tempo e ricerche.

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Nei prossimi mesi uscirà un mio approfondimento sul fairy painting in chiave saggistica: sarà un’opera particolare perché come traduttrice darò voce a un’opera mai tradotta in italiano.

E per il prossimo anno sto lavorando a un romanzo in cui i lettori potranno ritrovare alcuni dei personaggi de Il Pittore delle Fate: non sarà del tutto un seguito, perché avrà un’impostazione abbastanza diversa, ma sicuramente sarà un’altra opportunità per immergersi nel mondo fatato di Waterhouse e della Londra vittoriana.

 

#Conosciamol’autrice

Simona Cremonini è nata nel 1979 e vive a Montanara (Mantova) ma fin da bambina ha trascorso le estati nella casa di famiglia a Manerba del Garda. Giornalista, editor di libri e copywriter per professione, è appassionata da sempre di folklore e per i suoi romanzi si ispira alle leggende popolari di varie tradizioni. È autrice di racconti horror e fantastici, pubblicati su numerose antologie e riviste (Inchiostro, Cronaca Vera) e vincitori in diversi concorsi letterari (1° posto Premio Akery, 1° posto Turno di Notte sez. Giallo Garda, 2° posto Premio Ghost). Dal 1998 conduce una ricerca sulle leggende della “Regione del Garda”, che è stata l’ispirazione per numerosi saggi del mistero pubblicati con PresentARTsì (“Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda”, “Misteri Morenici”, “Mincio Magico” con menzione speciale al premio nazionale Publio Virgilio Marone, il bestiario delle creature fantastiche “Fantastico Garda”, “La leggenda vien mangiando” su storie di cibi e vini di tutta Italia) e per la “Saga delle Streghe Quinti”, la trilogia di fantasy esoterico ispirata alle leggende del lago di Garda, composta dai tre romanzi autoconclusivi “Il Sigillo di Sarca” (2016), “Le streghe del
Monte Corno” (2017) e “La leggenda degli amanti del lago” (2019) e completata dai racconti dell’antologia “Gardesaniana” (2019). “Il Pittore delle Fate”, che omaggia anche il lago di Garda, è il suo primo romanzo ambientato in epoca vittoriana.

 

 

 

 

 

 

May the Force be with you!
Precedente Una stanza per Ada di Sharon Dodua Otoo | Recensione di Deborah Successivo I peccati degli dei di Katee Robert | Recensione di Deborah

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.