The Whispering room: Il trono del narratore di Paolo Fumagalli

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

Torna a trovarci nella nostra rubrica The Whispering Room, Paolo Fumagalli per parlarci del suo nuovo romanzo fantasy, Il trono del narratore. Siete pronti per scoprire questa nuova avventura autoconclusiva? Non perdetevi il #Bottaerisposta!

 

Editore: EKT EdiKit
Data di uscita:  18 giugno 2019
Pagine: 284
Prezzo: 4.99 € ebook : 15.00 € cartaceo

Come ogni anno, i bardi si riuniscono nel loro rifugio segreto in occasione dell’equinozio d’autunno, per raccontare e ascoltare leggende sedendosi a turno sul Trono del Narratore. Le loro parole danno forma e vita a luoghi meravigliosi, a personaggi fiabeschi, a miti che risalgono fino all’origine del mondo e che parlano di città abitate da popolazioni bizzarre, di oggetti fatati, di abili furti e di imprese eroiche. Le diverse avventure si intrecciano le une alle altre a formare un’unica storia, piena di eventi fantastici e curiosi. Un viaggio tra foreste impenetrabili, grandi palazzi e remote montagne, in compagnia di personaggi particolari, tra cui un uomo capace di scolpire idoli che diventano vere divinità, un misterioso spirito dall’aspetto di orso, un ladro in grado di rendersi invisibile, un monaco guerriero in lotta con le potenze soprannaturali, un valoroso cacciatore di draghi alla ricerca di nuove sfide, un astrologo impegnato a salvare un’intera città da una pestilenza sconosciuta…

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea di Il Trono del Narratore?

Lo spunto iniziale è venuto da una riflessione sui racconti inseriti in una cornice con narratori. Ho pensato che sarebbe stato interessante modificare quella struttura e spingerla in una direzione differente: invece di lasciare uno sfondo comune in cui si inseriscono storie che non hanno relazione fra loro, volevo che tra le vicende ci fossero dei rimandi importanti (luoghi, personaggi e oggetti che appaiono in più di una occasione oppure eventi di una storia che hanno conseguenze in quelle successive), in modo che gli episodi si legassero formando una narrazione unica, la trama di un romanzo. Inoltre desideravo dare spazio a figure diverse dai classici maghi e guerrieri, quindi ho deciso di usare personaggi particolari e non troppo stereotipati.

 

 

  • C’è un episodio della storia che le si è delineato prima degli altri?

La trama vera e propria mi è venuta in mente nell’ordine in cui l’ho scritta: ideavo un episodio e poi passavo a quello successivo, dopo aver stabilito quali elementi l’avrebbero legato al precedente e come si sarebbe inserito nello sviluppo generale. Fin dall’inizio, però, c’erano alcune cose che volevo
assolutamente usare, perché ero sicuro che sarebbero stati ottimi spunti, come ad esempio le comunità isolate e insolite, tra cui la città abitata dai giocatori d’azzardo e quella abitata dalle bambine.

 

 

  • Come è nata la sua propensione al genere fantasy?

Soprattutto perché era un mondo in cui mi piaceva vivere, fin da bambino. Film, libri, fumetti, giochi e videogiochi… tutto ciò che era legato a quel tipo di immaginario mi appassionava. Come scrittore ci sono arrivato in un secondo momento, inizialmente mi dedicavo a storie dalle sfumature più horror e
misteriose, non mi sentivo di cimentarmi con una storia di tipo classico. Dopo un paio di tentativi che univano fantasy e umorismo, invece, mi è venuta voglia di provarci sul serio. A volte scrivo anche altre cose e non voglio limitarmi a priori, ma in effetti il genere fantasy ora è quello che preferisco,
esplorandone le varianti in base al tipo di storia che mi viene in mente.

 

 

  • Ci racconti qualcosa riguardo i protagonisti della storia

.A causa della sua particolare struttura, il libro contiene un buon numero di personaggi che sono più o meno ugualmente importanti. Mi è piaciuto non concentrarmi su un gruppo ristretto di protagonisti, ma lasciare che varie figure entrassero e uscissero dalla trama, movimentandola. La caratteristica che li accomuna è di appartenere a tipologie che, pur appartenendo al genere fantasy, sono meno scontate dei classici maghi e guerrieri. È stato bello lasciare spazio a bardi, giocatori d’azzardo, ladri, monaci, saltimbanchi, astrologi e così via.

 

 

  • Chi è il suo personaggio preferito? Ha qualcosa in comune con lei/lui?

Tra le creature legate al soprannaturale amo molto Diamata, una semidea mguerriera che, per ragioni che non rivelo per non rovinare le sorprese, si ritrova a vivere una vita da comune essere umana. Tra i personaggi privi di mcaratteristiche magiche, invece, la mia preferita è forse Calianna, una
giocoliera che viene coinvolta in un pericoloso furto notturno. Al momento di crearla, ho pensato che il modo migliore per rendere l’idea di un’acrobata abile come lei fosse ispirarmi alle ragazze che praticano la ginnastica artistica e questo me l’ha fatta sentire molto più reale e vicina. Per ovvie ragioni sento vicini alla condizione di scrittore i personaggi più legati all’arte e alla creatività, soprattutto i bardi che si riuniscono per raccontare storie.

 

 

  • Può raccontarci una delle leggende narrate dai bardi sul trono?

La prima narra la vicenda di un uomo che decide di abbandonare la vita normale per ritirarsi sulle montagne a creare divinità, iniziando a scolpire nella pietra vari idoli che diventano entità reali e in grado di influenzare il mondo materiale, proprio come veri dei. Era un’altra delle cose che mi attiravano in un’opera come questa: la possibilità di inventare un pantheon bizzarro e originale e di trattarlo in modo insolito, capovolgendo i rapporti tra uomo e dio, tra creatura e creatore.

 

 

  • C’è qualche episodio che non ha scritto nel romanzo e vuole condividere con i

    lettori?

Data la sua struttura, si potrebbe pensare che il romanzo avrebbe potuto essere più lungo o più corto, che avrei potuto facilmente aggiungere degli episodi oppure toglierne alcuni. In realtà le cose non sono andate così, non ho progettato nessuna parte che poi sia rimasta tagliata fuori. Come dicevo la
trama si è creata pezzo dopo pezzo, con anche i legami fra le varie vicende, e si è conclusa nel momento giusto per farlo. C’è un capitolo, però, in cui si racconta una lotta di sette eroi contro un drago e ciò che accadde ai sopravvissuti allo scontro… Ecco, un giorno forse potrebbe venirmi voglia di narrare le avventure vissute da alcuni di questi personaggi prima di quell’impresa. Potrebbe offrire uno spunto per un libro completamente nuovo, slegato da questo (Il Trono del Narratore, infatti, è
autoconclusivo, non necessita di aggiunte future).

 

 

  • Cosa significa per lei la scrittura?

A un certo punto del libro, uno dei personaggi esprime la sua visione riguardo al potere delle storie, dicendo che i racconti possono ridare la gioia e la voglia di vivere, alimentando la speranza e combattendo la paura. Mi piace pensare che le cose vadano così e che la scrittura sia un modo per evitare che la nostra vita si inaridisca, per sfruttare le potenzialità della mente e dell’immaginazione, per capire meglio il mondo attraverso sogni e voli di fantasia.

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Ho alcuni romanzi già terminati che mi piacerebbe pubblicare, ma non so quali e quando saranno accettati dagli editori, nel mondo della scrittura occorre sempre pazienza. Posso anticipare però che per l’anno prossimo è in programma l’uscita di un romanzo urban fantasy dai toni dark.

 

 

#Conosciamol’autore

Paolo Fumagalli si è laureato in Lettere con una tesi sull’uso simbolico dei colori nelle poesie di Aldo Palazzeschi. Nel corso degli anni ha scritto romanzi e racconti, diversi per generi e atmosfere, ma tutti accomunati dall’intento di far riflettere senza annoiare. I suoi testi si basano spesso sulla difesa della fantasia e della natura. I suoi testi si basano spesso sulla difesa della fantasia e della natura e rivelano il fascino provato nei confronti di leggende e folklore, suoi grandi amori insieme al cinema e alla musica. Ha vinto diversi concorsi per storie brevi e alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie di autori vari “Fate – Storie di terra, fuoco, acqua e vento”, “I mondi del fantasy V” e “Ritorno a Dunwich 2”.Ha pubblicato le raccolte di racconti “La pietra filosofale” e “Foglie morte” e i romanzi “Fuoco e veleno”, “Scaccianeve”, “La strada verso Bosco Autunno”, “Bucaneve nel Regno Sotterraneo”, “La terra promessa” e “Il museo delle esperienze meravigliose”.

 

 

 

 

 

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