The Whispering Room: L’album di famiglia di Valentina Olivastri

 

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

Cari lettori, la nostra rubrica The Whispering Room è in pieno fermento in questo periodo. Oggi scopriamo L’album di famiglia il nuovo romanzo di Valentina Olivastri ambientato nella nostra splendida Toscana. Non perdetevi l’intervista con l’autrice per saperne di più!

 

Editore: youcanprint
Data di uscita: 25 ottobre 2021
Pagine: 162
Prezzo: 15.00 € 

Nulla come la fotografia mostra la realtà per quello che è, ed è proprio per questo che un album di vecchie fotografie di famiglia viene tenuto gelosamente nascosto per molti anni, fino a quando il caso lo fa riemergere e lo trasforma in un formidabile strumento di consapevolezza, capace di mettere in subbuglio un intero paese. È ciò che accade a Borgo, un luogo abbarbicato sui poggi toscani, dove Edi, affermata professionista londinese che a Borgo ha trascorso gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, decide di trasferirsi. Ed è a Borgo che Edi ritrova una dimensione atemporale e pragmatica, scandita da una vita sociale fatta di cose semplici e di schiettezza. L’improvvisa morte di Ludovico Franceschi, scapolo impenitente e chiacchierato viveur, scuote non solo il tranquillo tran tran del paese, ma anche i destini familiari di Cinzia e Giuliana, sanguigne cugine legate in modo diverso ma inscindibile, spesso inconsapevole, alle imprese amorose di Ludovico. La casuale scoperta dell’album da parte di Edi dipana una matassa orgogliosamente incrostata dagli anni e dallo sbiadirsi della memoria, dando una luce completamente diversa ai non pochi misteri che il tempo, autentico protagonista del racconto, ha saputo custodire sotto gli occhi ignari, ma non troppo, di un’intera dinastia familiare.

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Com’è nata l’idea di L’album di famiglia?

È stato durante una visita a Radicondoli, un delizioso borgo nel Senese da cui si gode di una vista straordinaria: una bellezza ferma nel tempo come si può soltanto ammirare nei dipinti dei primitivi senesi. Mentre camminavo, ho avvertito la netta impressione che Radicondoli fosse sospeso in una bolla di stupore dove il tempo non scorre come un assillo ma come uno spazio da fare proprio, da coltivare. È stata questa atmosfera ad avermi dato l’idea per L’album di famiglia. Tuttavia, anche i luoghi incantati hanno le loro zone d’ombre e nell’Album di famiglia è una raccolta di fotografie, creduta dispersa, a far riaffiorare una scomoda verità.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

Più che di un episodio in particolare, sono stati i passi di Edi, la protagonista del romanzo, a condurmi lungo le strade di Borgo, l’immaginario paese toscano dove ho ambientato la storia, e così a permettermi di tessere l’intreccio e le dinamiche fra i vari personaggi.

 

 

  • Ci parli dei suoi personaggi

Protagonista del romanzo è Edi, una giornalista inglese con un nome che sembra una balbuzie per bocche svagate – Edith Philippa Everard de Winton Strange ma nota, appunto, semplicemente come Edi. A seguito di una crisi di mezza età, fa ritorno a Borgo, il paese della sua infanzia, della sua “pigra e indolente adolescenza giallo zafferano.” Qui ritrova gli amici di sempre: Luca, il gestore della trattoria “Dalla Renza”, Francesca, amica dai tempi dell’adolescenza, e poi Fosca, una seconda mamma.

 

 

  • Quali dei suoi personaggi è il suo preferito? Ha qualcosa in comune con lei/lui?

Difficile dire quale sia il mio preferito. Anche nei loro difetti, fatta eccezione per due personaggi femminili, Cinzia e Marcella, li amo e soprattutto li capisco: Edi è un’inguaribile romantica; Luca ha quell’aria svagata che rinfranca lo spirito; Francesca sa bene cosa vuole ed è padrona del proprio destino. Fosca mi è particolarmente cara per quel suo essere poco mansueta, con quella voce squillante, i fraseggi che si impennano e si raddoppiano senza sosta. Direi che a volte mi sento complice in un tratto del loro carattere, in un qualche loro cedimento, in quel modo sapido di interpretare la vita.

 

 

  • Come mai ha scelto di ambientare il suo romanzo in Toscana?

La Toscana è la mia terra: un luogo intessuto di ricordi e di nostalgia che sovente mi fa scivolare nel tempo e mi riporta a casa. Non si tratta, tuttavia, di un luogo fisico quanto di un sentimento, di un’emozione, di qualche cosa che abita la mia memoria. Della Toscana, adoro il paesaggio, certe luci, certi colori che definiscono le stagioni, le ore delle giornate. Forse ho anche ambientato L’album di famiglia in Toscana in quanto si pensa di scrivere di quello che si conosce ma in verità, scrivendo, ci si rende conto che non è così.

 

 

  • Se dovesse associare una canzone al suo romanzo quale sceglierebbe?

More than a woman dei Bee Gees. Nonostante l’azione si svolga ai nostri giorni, scrivere L’album di famiglia mi ha riportato indietro nel tempo, a quella atmosfera che avvolgeva i piccoli centri sparsi su e giù per la penisola negli anni 70. Borgo è un luogo fermo nel tempo ma di grande magia, un posto dove gli assilli di oggi rimangono fuori delle mura etrusche che lo circondano. La vita ha un ritmo diverso, fatto per lasciarsi andare, per godere di una libertà di sapore quasi adolescenziale.

 

 

  • Ha incontrato difficoltà nella stesura del suo romanzo?

Spesso si scrive per ritrovare se stessi, e non sempre uno si “ritrova” con facilità. Lo scrittore tedesco Karl Ludwig Börne, scomparso nella prima metà dell’Ottocento, consigliava a chiunque volesse scrivere di mettere nero su bianco per tre giorni consecutivi, senza ipocrisia o censura, qualunque cosa gli passasse per la testa. Alla fine di questo esercizio, sarebbero nati tanti pensieri nuovi. Questo era quello che lui chiamava l’arte di diventare uno scrittore originale in tre giorni! Una tecnica che sovente aiuta.

 

 

  • Quali sono i progetti per il futuro?

L’album di famiglia è il primo romanzo di una serie che ho ben delineata in mente. Tuttavia, ogni episodio è a se stante. Il secondo si intitola Il palombaro lungo: ritroviamo Edi, la protagonista, ma si tratta di una storia incentrata su tre donne appartenenti a tre momenti storici diversi ma i cui destini finiscono per intrecciarsi e quasi confondersi. L’azione ha sempre come sfondo Borgo dove “lo sguardo si perde fra una vegetazione che non teme le vertigini e una vallata di poggi, una linea di boschi a tratti quasi intinti di nero, dove la luce penetra a chiazze. A volte il verde si innalza come una serpe, sfuma in pennacchi di vapore denso tra un casolare solitario e qualche campo bucato dalle intemperie e dai cinghiali. Una tavolozza di rocce luccica come tanti arcobaleni. Pietre gialle e fulve si impastano con altre azzurre, verdi, color cioccolata, a nascondere vene di stagno, ferro, zolfo e rame, come se la terra fosse un primitivo maestro del pennello.”

 

 

 

 

 

 

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