The Whispering room: Micropolis di Giuseppe Milisenda

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

 

La nostra rubrica The Whispering Room sente aria di primavera, infatti è in pieno fermento!
Protagonista di oggi è Micropolis, un romanzo di formazione scritto da Giuseppe Milisenda, non perdetevi l’intervista con l’autore.

 

 

Editore: Dark Zone
Data di uscita:  2019
Pagine: ***
Prezzo: 14.90 €

Fotone è un Xsmalls, una creaturina che vive nella città di Micropolis, che si trova nascosta in un laboratorio scientifico umano. Da lì, insieme ai suoi amici e ai suoi fratelli, Fotone osserva gli esperimenti quotidiani che portano avanti Franco e Latina,
due giovani scienziati che amano il mondo, la natura e il progresso. Purtroppo, però, il laboratorio è gestito dal perfido dottor Daniel, che si allea con una
creatura millenaria, potente e minacciosa, Sumuabun, per conquistare il mondo. Toccherà ai piccolissimi Xsmalls aiutare Franco e Latina a contrastare il terribile piano del dottor Daniel. E per farlo ricorreranno alle armi più potenti che esistano: l’amore, l’amicizia e il rispetto per l’ambiente.

 

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea di Micropolis?

È iniziato tutto per gioco. Sulla spiaggia di Soverato, tra una nuotata e l’altra, io e mio figlio, che
all’epoca aveva poco meno di 10 anni, abbiamo iniziato a buttare giù qualche riga. La storia che era
nata dalla nostra fantasia era ricca di fascino e mistero, così ho deciso di partecipare a un concorso
di letteratura. Dopo qualche mese è giunta una e-mail che mi informava che la giuria aveva scelto
all’unanimità il nostro inedito come vincitore, nonostante fosse un romanzo destinato a un pubblico
di ragazzi. Ciò che mi ha spinto a scrivere è la necessità di insegnare a mio figlio i veri valori lasciandogli vivere la sua adolescenza. Volevo educarlo giocando insieme a lui. A volte i docenti spingono i ragazzi a leggere testi che hanno un significato molto profondo, ma sono forse troppo impegnativi per la loro giovane età. Io volevo creare qualcosa di alternativo, che divertisse, un romanzo leggero, ma al tempo stesso capace di far riflettere. Molti insegnanti sostengono che i miei romanzi siano scritti per i ragazzi, ma che dovrebbero essere letti dagli adulti. La fonte d’ispirazione è stata mio figlio. La sua passione per le antiche culture, per la ricerca di nuove forme di vita e il suo interesse per i cambiamenti climatici hanno riempito velocemente i fogli bianchi lasciando che la storia di “Micropolis” prendesse vita tra le righe del quadernino sotto l’ombrellone. Gli incontri sul tema della legalità nelle scuole, cui partecipo per motivi di lavoro, hanno contribuito a scegliere quali tematiche sociali far affrontare ai piccoli super eroi del romanzo.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

Sono nati prima i piccoli Xsmalls, poi la storia ha preso vita intorno a loro. È stato come se i miei
piccoli eroi guidassero la penna che inondava le pagine.

 

Ci racconti qualcosa riguardo i protagonisti della storia.

In realtà i piccoli protagonisti del libro hanno un significato metaforico che racchiude un tesoro più
grande. Il mio romanzo è solo apparentemente una semplice storia di fantasia. Il legame con la
realtà che ci circonda emerge prepotente per indurre i lettori a guardare oltre i veli dell’apparenza.
Volevo far indossare i panni dell’eroe del mio romanzo a chi quotidianamente dedica la propria vita
ad aiutare gli altri in silenzio, nell’ombra. Volevo insegnare a mio figlio che non sono i grandi
magnati, i politici che sorridono in televisione o gli attori che recitano la loro parte nei film d’azione
a impedire al mondo di naufragare nell’oceano di violenza che imperversa tra le strade. Sono i
volontari della protezione civile, la gente che si alza ogni mattina per aiutare chi soffre anteponendo
le esigenze degli altri alle proprie, coloro che infondono nei sogni dei più piccoli i sani principi
dello sport, le piccole associazioni che insegnano ai ragazzi l’amore per la cultura, chi parte per
luoghi sconosciuti e pericolosi per offrire la propria vita ai bambini che hanno avuto la sfortuna di
nascere nell’angolo sbagliato del pianeta, chi si alza in un autobus affollato per lasciare il proprio
posto a un’anziana… a offrire una speranza di sopravvivenza alla nostra società. Ci sono tanti
piccoli mondi eccezionali che purtroppo vivono confinati nel sudore del proprio impegno. In uno
dei momenti salienti del mio romanzo gli Xsmalls prendono consapevolezza di essere in tanti,
sparsi in varie “Micropolis” di cui ignoravano l’esistenza, e iniziano a fare “rete”. Nella società in cui viviamo il “Male” ha avuto la capacità di organizzarsi e cooperare più di quanto abbiano saputo
fare le brave persone. I protagonisti del mio romanzo sono lo specchio del Mondo.

 

 

  • A quale dei suoi personaggi è più legato?

Gli Xsmalls sono le mie creature e sono portato a difendere con gelosia la paternità.
Adoro quei piccoli esseri e il profondo significato che custodiscono nei loro cuori pulsanti, ma i
personaggi del mio romanzo che preferisco sono i pazienti del centro salute mentale, perché sono
incredibilmente veri. Loro ci insegnano ad apprezzare la diversità. Vivo in un piccolo paese
straordinario che ospita un ex ospedale psichiatrico, ora struttura residenziale. Alcuni pazienti
passeggiano tra le vie del borgo e sono capaci di compiere i gesti più straordinari e inaspettati. Per
conoscere le loro storie però dovrete sfogliare le pagine del mio romanzo.
Non posso però esimermi dall’evidenziare il fascino che aleggia intorno agli Anunnaki, le antiche
creature mitologiche che condividono con gli esseri umani il pianeta Terra.

 

 

  • C’è qualche curiosità che non ha scritto nel romanzo e vuole condividere con i suoi lettori?

I luoghi in cui sono vissuto hanno notevolmente influenzato l’ambientazione. Le mie esperienze
hanno trascinato la trama. Tra le righe mi sono un po’ raccontato. Non ho viaggiato molto, ma ho
trovato la bellezza nei luoghi più insoliti e nelle persone in cui solitamente si ripongono meno
aspettative. Ciò che probabilmente può apparire più inverosimile e quindi suscitare maggiore
curiosità è prendere atto che i pazienti dell’ospedale psichiatrico del racconto siano reali. Mi
piacerebbe che i lettori potessero condividere l’emozione che suscitano Anna e Paolo (il nome che
assumono in “Micropolis”) quando passeggiano mano nella mano per il centro storico.

 

 

  • Quale messaggio vorrebbe arrivasse a chi legge il suo libro?

In una vecchia intervista dissi che se fossi riuscito, con le parole dei miei libri, ad allontanare anche
solo uno, due o tre ragazzi dal tunnel della droga avrei realizzato una piccola magia di cui andare
fiero. Spero che i lettori possano condividere i miei intenti. Ho sempre preferito i contenuti alla
forma. Viviamo in una società che in questo momento ha bisogno di impegno e non di apparenze.
Ovviamente tra le pagine del mio romanzo non è custodita la verità, ma solo un punto di vista. Sono
convinto che la cultura sia l’unico strumento per liberarsi dalle catene e che leggere aiuti ad
acquisire consapevolezza. Avvicinare i ragazzi ai libri e a tematiche più impegnative divertendoli
può essere una risposta.

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Ho quasi completato due opere che affrontano, attraverso la narrazione, alcune tematiche che non
avevano trovato spazio nella mia prima avventura. Le mafie, il bullismo, e la ludopatia saranno al
centro dei miei prossimi fantasy di formazione. La presentazione del romanzo al Salone del Libro
di Torino è stata un’esperienza fantastica, e voglio che non sia un punto d’arrivo, ma un punto di
partenza.

 

 

#Conosciamol’autore

Giuseppe Milisenda nato a Torre del Greco (Na) il 28.05.1977 residente a Girifalco (CZ) in via delle Rose n. 7, coniugato e padre di due figli, Claudio e Federico. Nato da genitori di origine siciliana.
Ha trascorso la sua infanzia a None (To) e poi ha risieduto a Montesilvano (PE) prima di trasferirsi in Calabria dove ha abitato nei paesi di Nicotera (VV) e Girifalco (CZ). Per motivi di lavoro ha trascorso un anno nel comune di Velletri (RM), tre mesi a Brendola (VI) e un anno a Firenze (FI) Laureato all’università di Siena in Scienze dell’amministrazione. Vincitore del premio internazionale di letteratura Antico Borgo e insignito del premio speciale della giuria “Salvatore Nuvoletta” nell’ambito del concorso “Uniti per la legalità”

 

 

 

 

May the Force be with you!
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