The Whispering Room: Per il sogno di altri di Massimo Bellavita

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

La nostra rubrica The Whispering Room torna in pieno fermento, oggi scopriamo insieme un romanzo di narrativa dedicato ai nostri amici a quattro zampe, una storia di speranze, passione e investimento. Approfondiamo con l’autore, Massimo Bellavita, la sua opera Per il sogno di alri.

 

 

Data di uscita: 4 giugno 2019
Pagine:  225 ebook ; 319 cartaceo
Prezzo: 6.99 € ebook ; 13.08 cartaceo

 

Doveva essere un lavoro semplice, l’esperienza e le conoscenze c’erano, il posto era stato trovato e il requisito richiesto per il nuovo socio era uno solo ma fondamentale: fare il lavoro sporco. E da quell’esperienza nasce la testimonianza in prima persona di un sogno che si realizza, l’apertura di un allevamento e pensione per cani, dove due soci mettono a nudo la loro vera indole e si confrontano con i due mondi paralleli in cui si trovano a vivere: quello umano e quello canino.

 

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea di Per il sogno di altri?

Nella mia vita ho fatto molti mestieri e non ho mai avuto problemi a sporcarmi le mani, ma questa volta ho vissuto un’avventura lavorativa al limite del credibile, e al momento della sua conclusione ho deciso di mettere nero su bianco, perché tutto è stato molto sofferto, sfiancante, a volte demoralizzante, ma unico per il calore e l’amore che ho ricevuto dai miei cani. Non ero solo, avevo un socio, e da qui parte l’idea del titolo del libro.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

Fondamentalmente no. Essendo un’autobiografia è stato facile avere un inizio ed una fine, mentre la difficoltà più grande è stata il recupero di 48 mesi di attività, ma grazie ad una memoria “ancora fresca” e ai documenti del “canile”, sono riuscito a non dimenticarmi niente.

 

 

  • Può descriverci i protagonisti della storia?

Protagonista principale (assieme a me): il socio, Giorgio, cinico e menefreghista, affabile quando lo si conosce ma alla lunga mostra la sua vera natura indolente. Protagonisti secondari: il proprietario dello stabile, uomo d’affari sempre sorridente e pronto a scambiare due chiacchiere ma il cui unico fine è il guadagno: alla fine dimostrerà veramente di che pasta è fatto. Paola, l’abusiva, donna scaltra che sa come vivere a spese degli altri con un asso nella manica, il marito in sedia a rotelle, poi altri protagonisti che vanno e vengono sono i veterinari, la francese con l’amico italiano e altri ancora.

 

 

  • Chi è il suo personaggio preferito? Ha qualcosa in comune con lei/lui?

Sono le due veterinarie, Ileana e Adelaide, che hanno sempre svolto con amore e dedizione un compito non sempre facile, senza guardare ad orari o giorni della settimana. In comune abbiamo l’impegno che entrambi mettiamo quando ci rapportiamo ad un lavoro, cercando di farlo sempre nel migliore dei modi.

 

  • Cosa significa essere un imprenditore?

L’imprenditore deve far quadrare i conti e se riesce trarne un profitto, ma nel mio caso io ero imprenditore di me stesso, svincolato da legami con terzi, libero di agire e gestire la mia quotidianità lavorativa, sapendo cosa bisognasse fare senza che qualcuno me lo dicesse. Non c’era angolo della pensione che non ho pulito o risistemato, abbellito, reso gradevole, per me e per gli altri. Questa è la mia natura, non riesco a farne a meno, dopotutto un imprenditore deve essere pronto a tutto.

 

 

  • Può descriverci il suo sentimento verso i cani?

Ho ricordi da piccolo, e come tutti bambini hanno ricordi belli, positivi, dolci; ricordo soprattutto i molti cani che hanno avuto i miei zii, quali un bastardino di nome Black con un’energia e una voglia di correre unica (ai tempi negli anni 70′ i cani erano tutti legati alla catena), poi Diana, un pastore tedesco di una tenerezza infinita, Lima un fox terrier, Quades un bobtail, poi i ricordi restano lì nella memoria a lungo termine per un’esistenza, senza aver più quasi alcun rapporto con i cani se non sporadicamente. Quando ho aperto l’allevamento e pensione, sono ripartito da zero, ho dovuto prendere coraggio e iniziare un percorso nuovo, affascinante ma a volte difficile da gestire. Ho amato tutti i miei cani, sono entrato empaticamente e fisicamente nel loro mondo, ho provato gioa e dolore, e un giorno ho seppellito il mio cuore assieme ad uno di loro.

 

 

  • C’è una razza in particolare che preferisce?

Il pastore tedesco è la razza di cane di taglia grande che preferisco, e tra la media e piccola taglia, gli schnauzer e i carlini.

 

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

E’ stata una casualità il fatto di aver deciso di pubblicare il mio scritto, io me ne ero già dimenticato, o almeno non ci pensavo da tempo, ma poi, un fatto imprevisto quale la chiusura di un’attività che avevo aperto assieme alla mia compagna, ha riportato alla memoria (della mia compagna) il manoscritto, decidendo così di provare una nuova strada lavorativa per me. Mi piacerebbe proseguire il lavoro della scrittura, è bello riuscire a incanalare i pensieri attraverso l’uso di una penna, stimolare il cervello a produrne di altri e poi restarne stupito quando vai a rileggerli. Io ce la metto tutta, poi, chi vivrà vedrà.

 

 

 

 

 

 

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