The Whispering room: Uropia, il protocollo Maynards di Pietro Bargagli Stoffi

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

La nostra rubrica The Whispering Room sente aria di primavera, infatti è in pieno fermento!
Oggi ospitiamo Pietro Bargagli Stoffi che ci presenta il suo esordio letterario, il thriller Uropia, il protocollo Maynards. Non perdetevi l’intervista con l’autore!

 

 

Editore: Bibliotheka Edizioni
Data di uscita: 14 febbraio 2019
Pagine: 328
Prezzo: 18.00 € cartaceo ; 4.99 ebook

Un thriller politico, dagli scenari irreali quanto ipotizzabili, sulle derive antidemocratiche che potrebbero abbattersi sull’Europa. Negli ultimi dieci anni il mondo è cambiato e la stessa Unione Europea ha subito una trasformazione epocale: i trenta Stati che la componevano si sono sciolti, confluendo in un’unica entità statale continentale. Architetto di questo progetto è il Presidente della Commissione europea – l’ungherese Andra? Pordan – che per un anno manterrà la carica provvisoria di Presidente d’Europa, gestendo la transizione verso le prime elezioni democratiche paneuropee. In pochi hanno denunciato pubblicamente il pericolo di una deriva antidemocratica del nuovo Stato: tra questi il Professor Jonathan Maynards – docente di econometria – il cui lavoro ha ispirato la nascita del movimento civico Uropia. Quando il professore si trova costretto dagli eventi a occuparsi di politica, un meccanismo inarrestabile si avvia.

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea di Uropia, il protocollo Maynards?

Una sera di tre anni fa mia moglie mi confidò la propria preoccupazione che io perdessi le mie competenze linguistiche della lingua italiana, vivendo all’estero e non parlando quotidianamente la mia lingua madre da più di dieci anni; quindi la sua soluzione: “Devi scrivere un libro.”

Come se fosse la cosa più semplice del mondo!  Da buon italiano le risposi: “Sì, sì…”, tanto poi chi si ricorda?

Ma lei è tedesca, quindi implacabile!

Dopo un mese mi ha chiesto a che punto ero col libro…  perciò ho dovuto scriverne uno veramente!  E ho raccolto tutti i ritagli di giornale che riguardavano la limitazione delle libertà e della democrazia, collezionati negli anni, con i quali ho imbastito l’idea del romanzo.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

Prima di ogni altra cosa, davanti agli occhi mi sono passate come in un film le immagini di quello che oggi è il tredicesimo capitolo: una delle scene più importanti e più avvincenti del romanzo!  Ho cominciato da lì, dalla domanda: se io stesso dovessi sottrarmi alla sorveglianza effettuata con la tecnologia di cui parlo in quel capitolo, che probabilità di riuscita avrei?  Risposta: nessuna!

 

 

  • Ci racconti qualcosa riguardo i protagonisti della storia.

I protagonisti del romanzo sono persone comuni, come me e te, come tutti noi.  Massimo Maffei in particolare, uno dei personaggi principali, è un traduttore italiano nato e cresciuto a Monaco di Baviera, dove gestisce un’agenzia di traduzioni; è civilmente impegnato come sostenitore e simpatizzante di un movimento civico popolare chiamato “Uropia”.  Anna Huberbauer invece è una post dottoranda dell’Università di Monaco, intelligente, colta e sicura di sé, una ragazza dinamica e moderna che non ha paura dei pregiudizi.

 

 

  • A quale dei suoi personaggi è più legato?

Al commissario Mario Pertone – che fa la sua comparsa in scena nel momento topico della storia: è un poliziotto serio ma non per questo privo di umorismo, ed anzi assieme al suo collega ispettore Walter Strauss formano a mio avviso una coppia d’investigatori irresistibili ed umani.

 

 

  • C’è qualche curiosità che non ha scritto nel romanzo e vuole condividere con i suoi lettori?

Posso dire che la storia di Amos Maffei nel primo capitolo è in gran parte scritta sulla base di episodi autobiografici o che hanno comunque riguardato la mia famiglia: la scena della visita in ospedale –ad esempio- si è verificata realmente, ma i protagonisti eravamo mio nonno Guido, vittima di un ictus, ed io.  La storia del padre di Amos, Aronne Katzellenbogen, è mutuata su quella del Professor Gentili di Pisa, primario dell’ospedale universitario deposto dall’incarico a causa delle leggi razziali, il quale aprì una clinica ostetrica privata dove un anno dopo sarebbe nato mio padre.  Infine la scena della famiglia ebraica nascosta nel montacarichi della villa a Nozzano di Lucca dai proprietari: episodio realmente accaduto, poiché proprietaria di villa Pardi era la famiglia di mio nonno.

 

 

  • Quale messaggio vorrebbe arrivasse a chi legge il suo libro?

Vorrei che al lettore venisse un dubbio: quanto di ciò che è scritto nel libro è pura fantasia, quanto è invece realtà?  Quanto è verosimile che la democrazia e la libertà -a cui siamo abituati come diritti acquisiti- siano attualmente in pericolo?

 

 

  • Cosa significa per lei la scrittura? Ha qualche consiglio per chi sogna di intraprendere questo cammino?

Partiamo dal fatto che io per ora mi sono limitato a scrivere una storia, la quale per motivi oscuri ed imponderabili è stata ritenuta meritevole di pubblicazione da una casa editrice: non mi ritengo uno scrittore e non posso dare consigli; anche se mi piacerà scrivere altre storie (ne ho quattro già in cantiere).  Posso solo dire che il processo creativo è per me un’esperienza fantastica e trascinante: se avete delle idee valide, scrivete, scrivete e scrivete.  Non tutte le storie sono pubblicabili, ma lo scrivere, il creare mondi, personaggi e storie, da una soddisfazione intrinseca che vale lo sforzo.

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Ho già steso due piani d’opera completi per due nuovi romanzi: il primo è il seguito di “Uropia, il protocollo Maynards”, perché la fine di questo romanzo in realtà coincide con l’inizio di una nuova era tutta da raccontare. L’altro è completamente diverso: una commedia ambientata nella Maremma degli anni novanta in cui si parla di OGM, di droghe leggere e di come sia difficile –ma possibile- diventare adulti.  Anche a cinquant’anni!

 

 

#Conosciamol’autore

 

Pietro Bargagli Stoffi è nato a Pisa nel 1975. Laureato in Giurisprudenza nella sua città, ha vissuto 11 anni in Germania, tra Francoforte e Monaco di Baviera. Appassionato di storia, politica, viaggi e lingue, ha maturato variegate esperienze professionali nel mondo del turismo, dei videogames, dell’automobile, del merchandising. É stato apicoltore, ha prestato la voce a Wario nel gioco Nintendo “Wario&Games” per WiiU ed ha contribuito alla realizzazione della Borgward “Isabella concept” nonché di numerosi gadgets per Juve, Milan, Inter, Roma e Pagani automobili. Attualmente vive in Svizzera.

 

 

 

 

 

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