Un canto di Natale | a cura di Deborah

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Un canto di Natale

 

Buon sabato amici della Stamberga!

Oggi la seconda Vigilia dell’anno, la notte di San Silvestro, la notte in cui “tutto” è concesso. Finalmente salutiamo questo 2016 che ci ha portato via tantissimi artisti, sembra non finire mai soprattutto in questi giorni…George Michael, Carrie Fisher, Debbie Raynolds… Personalmente, tirando le somme di questo temibile anno non posso lamentarmi più di tanto, non è stato eccezionale ma mi ha regalato anche tantissime gioie, spero che anche il vostro sia stato positivo e che questo 2017 sia strepitoso! Ogni anno ci prefiggiamo obbiettivi e buoni propositi, io personalmente spero che mi riservi, ci riservi tranquillità e belle sorprese. 

(Breve escursus) Spero abbiate trascorso una piacevole serata accogliendo l’anno nuovo! Tra impegni di lavoro e preparativi per la cena non sono riuscita a postare ieri l’articolo. Vi terremo un pò compagnia oggi, con una nuova puntata della nostra rubrica Old but Gold. In questi giorni Anaëlle si sta impegnando tantissimo per donare un volto nuovo al nostro blog,  come si suol dire “anno nuovo, vita nuova” lol speriamo vi piaccia!

Oggi volevo chiaccherare un pò del grande classico di Charles Dickens Canto di Natale, che finalmente è entrato a far parte del mio troppo esiguo bagaglio di classici. Era già da qualche anno che mi prefiggevo l’obbiettivo di acquistare e leggerlo durante il periodo natalizio, perché quale atmosfera migliore per gustarlo a 360 gradi? Tra una cosa e l’altra non sono riuscita mai a concretizzare questo obbiettivo, ma questo Natale è stato quello giusto! Ho acquistato una copia del classico ai mercatini di Natale della mia città, per pochissimi euro un libro nuovo! La copertina era davvero carinissima, l’edizione ammetto che non mi fa per niente impazzire ma per quel prezzo (3,00 €) credo sia un giusto compromesso.  Ogni Vigilia di Natale io e mia sorella guardiamo sempre l’omonimo cartone animato della Disney, A Christmas Carol; è la nostra piccola tradizione per prepararci all’avvento di Natale. Devo dire che romanzo e cartone sono molto simili, quasi identici. In questo caso la trasposizione cinematografica è stata eseguita a doc! Come alcuni sapranno già, sono una fanatica perfezionista, per me le storie dovrebbero prendere vita sullo schermo con tutti i dettagli di carta possibili. Il cartone animato è qualcosa di fantastico, proprio come il libro dal quale è tratto, la storia ha tanto da insegnarci ogni anno. Può capitare che presi da mille cose dimentichiamo le cose importanti della vita, i momenti che la rendono speciale e unica. Proprio come Scrooge, durante la sua vita si è inaridito, logorato dal denaro e dalla brama di guadagnare sempre di più. Ha deciso di condurre una vita avara e solitaria, allontanando si sé affetti e l’amore. Ma infine è stata proprio la combinazione di questi due sentimenti a salvare la sua anima, grazie alla visita dello spirito del suo defunto  socio in affari, il signor Marley. Apparsogli durante il corso della notte, avvolto in una pesante e ingombrante catena plasmata durante la vita, costretto a vagare irrequieto per l’eternità. Ecco il fardello che il nostro Scrooge avrebbe dovuto portare, una sola via di salvezza: la redenzione. Affranto e spaventato accetta l’aiuto offertogli dall’amico, riceverà la visita di tre spiriti differenti. Lo spirito del Natale passato è colui che mostra scorci del proprio passato, nel caso del protagonista momenti in cui era felice, sereno a contatto con le altre persone, ricordi che lo feriscono dopo tantissimi anni. Il viaggio con il primo Spirito smuove già qualcosa nel profondo di Ebenerzer, emerge flebile la voglia di cambiare, reinserirsi nella famiglia, società e fare del bene. Sentimenti che accrescono e si amplificano con il viaggio guidato dallo Spirito del Natale presente. La vita di questo finirà la sera stessa, mostra il presente, un viaggio in cui conosceremo la triste realtà della famiglia di Bob, unico e povero dipendente del signor Scrooge. La famiglia di Bob e lui stesso sono febbrili per l’arrivo del Natale, come ogni anno da loro la festa sarà celebrata in maniera poco suntuosa, mangeranno l’oca anziché il tacchino ecc. Ebenezer è molto turbato di toccare con mano questa triste realtà, è preoccupato per la sorte del piccolo Tiny Tommy, figlio storpio di Bob. Lo Spirito senza troppi giri di parole gli comunica che se qualcosa non cambia egli morirà. Infine vi è la visita del Natale futuro, il più oscuro e temibile degli spettri, mostrerà le ombre di cose ancora non accadute. Metterà di fronte Scrooge con la morte del piccolo figlio di Bob e anche a faccia a faccia con la propria. Si renderà conto di come viene visto dalle altre persone e dalla sua famiglia, sono i primi gli altri a criticarlo e compatirlo. Capirà che è giunto il momento di cambiare, di vivere e non di sopravvivere. Prenderà ancora in mano le redini della sua vita, sarà pronto a fare del bene, aiutare gli altri e a vivere con il giusto spirito le feste natalizie. Credo che noi tutti abbiamo qualcosa e più in comune con Ebenezer, dobbiamo stare attenti a non sprecare occasioni e soprattutto il tempo. Il tempo è il bene più prezioso, un regalo che si ripete ogni giorno, un dono che non ci pare poi così importante perché sembra scontato. Se ci pensiamo bene non deve esserlo perché non sappiamo quanto effettivamente ne abbiamo a disposizione, brutto da dire forse sì ma ci aiuta a capire meglio l’importanza e la bellezza dei momenti che viviamo.

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