Un libro per due: Bad man di Dathan Auerbach (Sperling & Kupfer)

Instagram: @brivididicarta | @stambergadinchiostro

Questo sabato si tinge di nero con il romanzo che io e Sara abbiamo scelto di leggere insieme, Bad Man di Dathan Auerbach, pubblicato da Sperling & Kupfer, con la traduzione di Stefano Massaron.

Data di uscita: 28 Agosto

Acquistalo subito: Bad man

Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Genere: Thriller
Traduzione: Stefano Massaron

Prezzo: € 18,90
Pagine: 393

Quando è sparito nel nulla, il piccolo Eric aveva solo tre anni. È uscito col fratello maggiore Ben a fare la spesa, è entrato nel bagno del supermercato ed è come se fosse stato inghiottito d’un colpo. È bastato che Ben si distraesse un secondo e il bambino non c’era più. Dissolto nell’aria pesante delle paludi della Florida. Nonostante le ricerche, di lui non è rimasta la minima traccia e, cinque anni più tardi, la sua famiglia è ormai a pezzi. Solo Ben resiste, mentre la sua matrigna si limita a sussurrare il nome di Eric e rifiuta di lasciare la casa che il padre di Ben non si può più permettere. Perciò il ragazzo ha un disperato bisogno di lavorare e l’unica chance gliela dà proprio quel supermercato. Dove gli basta varcare la soglia per capire che qualcosa non va: gli oggetti volano dagli scaffali, le imballatrici prendono vita, le pesanti porte delle celle frigorifere si chiudono di colpo, misteriose stanze segrete si rivelano all’improvviso. Anche la gente è strana. E c’è qualcosa che non va persino nell’aria. Ecco perché Ben sa di essere nel posto giusto. Sa che quel luogo cavernoso ha molte cose da raccontargli. Per questo non smette di guardarsi intorno. Forse la verità si nasconde proprio lì. O forse il messaggio è un altro. E lui la prossima vittima.

È meraviglioso aprire un libro e perdersi tra le pagine, ma lo è ancora di più condividere una lettura con qualcuno. È così che nasce questo piccolo spazio, “Un libro per due”, per il confronto e la voglia di parlare insieme a Sara di Bookspedia di libri che decideremo di leggere insieme per darvi due punti di vista differenti sulle nostre letture in comune.

La nostra prima scelta è ricaduta su Bad Man, un romanzo che già dal titolo ha attirato la nostra attenzione. Sperling & Kupfer ha reso la sua pubblicazione accattivante, basta guardare la copertina e leggere la trama per capire che il debutto di Dathan Auerbach non passa inosservato fra gli scaffali delle librerie.

C’è qualcosa di intrigante nello stile di Auerbach, uno scrittore di creepypasta, il suo modo di narrare  e rendere l’atmosfera satura di mistero riflette la sua esperienza nel padroneggiare storie inquietanti, dove la soluzione più ovvia non è sempre quella giusta, semmai l’opposto. Pagina dopo pagina delinea una trama interessante che mescola il passato al presente, con un’ambientazione suggestiva, retrò, quella di un paesino fermo nel tempo, espediente che abbiamo già potuto apprezzare in diversi lavori cinematografici e letterari, sia in quelli di Stephen King che in Stranger Things, per citarne un paio.

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La vita ha uno strano senso dell’umorismo, quando Ben ed Eric entrano nel supermercato della loro cittadina non hanno la minima idea di ciò che accadrà, un po’ come tutti noi quando compiamo gesti abituali ai quali non prestiamo mai importanza. È un po’ come fare qualcosa meccanicamente, una sorta di riflesso involontario, per Ben è entrare a fare la spesa mentre il suo fratellino fa i capricci, fra un lamento e l’altro spuntare le varie voci della lista è qualcosa di naturale, una via di fuga dai lamenti del fratello.

Ben fa di tutto per accontentare le piccole manie del fratellino, dai dolcetti al portarlo in bagno, cercando di farlo stare buono mentre tenta di portare a termine i suoi doveri, ma è proprio qui, fra un lamento e l’altro, che la voce di Eric si affievolisce nella mente di Ben, assorto a lavare il giocattolo di suo fratello, e non si accorge che quella voce è sparita.

Da quel momento la disperazione prende possesso di Ben, lo fa diventare la sua marionetta, annebbiando la sua mente fino a fargli dimenticare persino cosa stava facendo, perchè ora l’unica cosa che lo tormenta non era più il  pianto di suo fratello, ma la sua assenza. Dalle sue labbra fuoriesce sempre e solo la stessa parola, un po’ come un disco rotto, con la voce spezzata non può far a meno di chiamare “Eric!”, che in quel momento sembra quasi essere diventata l’unica parola esistente al mondo, l’unica che valga la pena di pronunciare.

Cinque anni più tardi Ben è ancora lì con la mente, fra gli scaffali di quel supermercato, mentre la sua vita piano piano è andata avanti, ma senza di lui, perso fra i volantini con la foto di suo fratello e l’eco del suo pianto che continua a tormentarlo.

La sua famiglia è andata alla deriva, il lavoro di suo padre non frutta, la sua matrigna spera ancora che Eric torni a casa, varcando ancora una volta quella soglia con lo stesso sorriso di quel giorno in cui è scomparso. Per far fronte ai debiti Ben è costretto ad accettare qualsiasi lavoro e ironia della sorte quel lavoro lo porta proprio nel supermercato dove tutto è cominciato, un po’ come un triste scherzo del destino che ride beffardo dall’alto del suo trono.

Ritornare al passato è una strada dolorosa che riapre vecchie ferite, rimpianti e una miriade di “e se…”, trascinando Ben sempre più a fondo fino ad affacciarsi nell’abisso che tanto teme e dal quale si intravede la figura sfocata di suo fratello Eric. Essere costretti ad affrontare il passato a causa di qualcos’altro è un duro colpo che spesso e volentieri non si è pronti ad incassare, in special modo se questo colpo ci fa sbilanciare in avanti e cadere in quel vuoto che abbiamo sempre tentato di aggirare, lo stesso dentro al quale si nascondono quesiti di cui non immaginavamo nemmeno l’esistenza.

C’era una volta un uomo cattivo, una figura misteriosa che si muove nell’ombra, ti prende alle spalle e ti porta via lontano da tutti per non farti tornare mai più. Sono queste le storie di cui si sente parlare nella cittadina, strane sparizioni che non hanno mai avuto un riscontro vero e proprio, ma sembrano quasi quel genere di racconti che i genitori raccontano ai figli per metterli in guardia dalle persone malvagie, i Bad Man che popolano questo mondo.

La verità è che Bad Man era partito bene, c’era mistero e tanta voglia di scoprire la storia di Ben ed Eric, ma qualcosa è sfumato, la location in questo ha influito, infatti il supermercato era secondo me il punto forte della narrazione, fatto di luci e ombre, distorte e che crescevano insieme ai sentimenti contrastanti del protagonista, ma poi sfuma, si sposta fra gli alberi, nel bosco, trasformandolo in un romanzo lento, che qualche volta sprizza una scintilla debole, ma che si spegne. È un vero peccato, ma lo stile dell’autore, è in qualche modo riuscito a salvare la storia dalle sabbie mobili dove stava per finire inghiottito.

Chi è Bad Man in realtà? Questo è un quesito che avrà la sua risposta solo alla fine del percorso, quando saremo tanto vicini al fondo del baratro da sentire l’odore della terra prima di schiantarci su di essa, una sconvolgente verità che vale la pena di scoprire poco alla volta, un pezzo del puzzle dopo l’altro, fino a formare il vero volto di questo uomo cattivo.

Bad Man è un viaggio inquietante fra le paludi della Florida, alla scoperta della verità su qualcosa che riaffiora dal passato, il fantasma di qualcuno che si credeva scomparso e che forse lo è per davvero, ma per scoprire la vera identità di questo fantasma bisogna immergersi in queste acque torbide, tastando il fondale con le mani fino a tirarne fuori gli oscuri segreti.

Con questo non mi resta che augurarvi buona lettura, ma prima passate da Sara di Bookspedia per scoprire il suo parere sul romanzo!

“Guardandoci indietro riusciamo a vedere di aver compiuto una parte di viaggio, ma a un certo punto comprendiamo tutti che l’orizzonte davanti a noi non manterrò il nostro passo per sempre”.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Sperling & Kupfer per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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