Wyoming di Barry Gifford | Recensione di Deborah

Barry Gifford  è autore di oltre quaranta opere, tra romanzi, poesie, saggi e sceneggiature, tradotte in più di trenta lingue. È stato insignito del PEN America, ha ricevuto premi dal National Endowment for the Arts, dalla American Library Association, dal Writers Guild of America e dalla Christopher Isherwood Foundation. Tra i suoi lavori più noti in Italia: Cuore selvaggio, Il padre fantasma, Jack’s book: una biografia narrata di Jack Kerouac, Port Tropique, Notti del Sud.

 

Mi piace questa macchina, mamma. Mi piace che è blu e bianca, come il cielo, tranne ora che è nuvoloso.

 

Editore: Jimenez Edizioni
Data di uscita: 7 ottobre 2021
Pagine: 112
Prezzo: 18.00 €

Un bambino di nove anni e la madre, in macchina, sulle strade dell’America degli anni Cinquanta, ritratti nel loro vagabondaggio tra campagne e motel, notti alla guida e giornate fitte di parole. Una minuscola famiglia persa nella vastità del mondo. Mentre la strada scorre alle loro spalle madre e figlio osservano il paesaggio che li circonda, ascoltano canzoni e notiziari, e parlano: dei ricordi di famiglia, delle ingegnose idee di Roy, del papà sempre altrove, dei luoghi in cui si fermeranno per mangiare o dormire, dell’esistenza dell’anima, di dinosauri, fenicotteri e coccodrilli, della saggezza e della follia. Insieme, attraverso le parole, trovano la forza di immaginare un’esistenza migliore, anche quando tutto sembra opporsi a una possibile felicità. E mentre si spostano da Chicago a Miami, da New Orleans a Kansas City, Roy sogna di andare un giorno nel Wyoming, quella terra di campi sconfinati che ha visto sulla cartina geografica: una terra ideale per correre liberi, magari con un cane, un posto dove nessuno potrà mai raggiungerli e ferirli, un luogo dell’anima a cui pensare quando le cose si mettono male. E la mamma non può che dargli ragione, perché tutti, grandi o piccoli, «abbiamo bisogno di un Wyoming». Costruito solo sui dialoghi, Wyoming è un romanzo diretto, essenziale, con un protagonista che ricorda – per sagacia, ingenuità e tenerezza – quello di Oscar e la dama in rosa (Eric-Emmanuel Schmitt), Huckleberry Finn di Mark Twain, i personaggi dei racconti di Ring Lardner o di Jerome D. Salinger.

 

Il tempo cupo e grigio di questi giorni è stato rischiarato dall’arrivo nelle nostre librerie di una piccola perla della letteratura americana ormai fuori catalogo, Jimenez Edizioni ha riportato alla luce un romanzo struggente che attraverso gli occhi di un bambino sognatore ci fa ammirare da un finestrino l’America degli Anni Cinquanta. Il romanzo in questione è Wyoming di Barry Gifford, il primo volume di una serie di romanzi e racconti dedicata a Roy (alter ego letterario dell’autore) che la casa editrice pubblicherà nel corso del 2022.

Essendo profondamente innamorata della letteratura americana, specialmente quella ambientata nel Novecento come potevo resistere? America, viaggi, Anni Cinquanta, elementi che su di me hanno un fascino irresistibile. Mi sono tuffata senza riserve nel romanzo di Barry Gifford e mi sono trovata immersa nel genere di libri che più mi piacciono, anche se l’essere continuamente in viaggio per me è stato un qualcosa d’innovativo. In Wyoming viaggiamo in auto con il piccolo Roy, un bimbo di nove anni, e sua madre, per le strade dell’America degli Anni Cinquanta che vediamo solo attraverso il finestrino e conosciamo grazie ai racconti a tratti reali e a tratti immaginari del giovane protagonista.

 

Quando si muore l’anima vola via come un corvo e si nasconde in una nuvole. Se piove significa che le nuvole sono piene di anime e devono spremerne fuori qualcuna. La pioggia sono le anime dei morti per cui non c’è più posto in cielo.

 

Wyoming è un romanzo molto particolare, infatti i protagonisti non scendono mai dall’auto; la narrazione è formata da un continuo dialogo tra madre e figlio che tocca delicatamente sentimenti e ricordi dei personaggi, attraverso di essi ammiriamo alcuni simboli americani: gli indiani, il rock’n’roll, i pionieri, il baseball, gli hamburger, i cowboy, le armi, la malavita, gli schiavi e il continuo spostarsi verso qualcosa di potenzialmente migliore. Barry Gifford utilizza un linguaggio semplice e immediato, pochi fronzoli ma tanta veridicità, infatti i vocaboli, la costruzione delle frasi e dei pensieri non hanno per niente stonato con la giovane età del protagonista. Roy mi ha dato l’impressione di essere un bambino molto curioso e intelligente, che ama imparare, informarsi e osservare, un bambino che ha già visto tante cose, tanti luoghi e vissuto tante esperienze; mi è piaciuto tantissimo che il protagonista abbia mantenuto fino all’ultimo la sua innocenza e la sua vena sognatrice.

Roy e la madre sono forse in fuga da qualcuno o da qualcosa, forse semplicemente in cerca di un luogo migliore dove poter costruire la propria felicità; il protagonista crede che questa oasi felice sia il Wyoming, un territorio caratterizzato da ampi spazi verdi dove poter correre a perdifiato in compagnia di un cane, ed è davvero molto bello il desiderio di stabilità che trapela da questo passaggio del romanzo.

Wyoming di Barry Gifford è un romanzo che mi ha proprio affascinata, mi piacerebbe molto continuare a seguire le avventure di piccolo Roy.

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Jimenez Edizioni per la copia omaggio

 

 

May the Force be with you!
LIBRI , ,

Informazioni su Deborah

Io sono Deborah, una ragazza sognatrice e fantasiosa; con una grande passione per i libri, i film e la scrittura. Sono una ragazza dinamica e attiva, ma quando sento nominare la parola “maratona” mi vedo sul divano con coperta e popcorn a guardare puntate su puntate di serie tv, o la saga completa dei film di Harry Potter!

Precedente Close-Up: le avventure dell'Orsetto Ice per salvare il pianeta Terra Successivo Old but Gold: Quattro casi per Hercule Poirot di Agatha Christie

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.