Luglio si apre con un caldo infernale, stanchezza e di lunedì. Tuttavia, guardando il lato positivo, posso dire che è più tranquillo degli altri. Riesco a fare colazione senza dover scappare e cosa più importante ho sostituito il caffè con un succo di arancia fresco e freddo.
Veniamo a noi, però. Non sono qui per vantarmi della freschezza di una spremuta la mattina, ma per dirvi che ho trovato una saga familiare di cui invaghirmi, in arrivo questo 4 luglio per Fazi Editore. Si tratta di “Jalna” di Mazo de la Roche di cui spero di parlarvi presto, intanto ecco un piccolo assaggino.
Acquistalo subito: Jalna
Editore: Fazi Editore
Collana: Le Strade
Traduzione: Sabina Terziani
Genere: Narrativa
Prezzo: € 18,00
Pagine: 300
Anni Venti. Gli Whiteoak sono una famiglia inglese di salde origini vittoriane trapiantata in Canada a fine Ottocento, in una tenuta dell’Ontario che prende il nome dalla città di Jalna, in India, dove il capitano Philip Whiteoak e la sua futura moglie Adeline si erano conosciuti anni prima. Oggi, mentre l’indomita nonna Adeline tiene le fila di tutta la famiglia aspettando con ansia di festeggiare il suo centesimo compleanno, una serie di eventi e nuovi arrivi turba la quotidianità della vita familiare. Saranno in particolare le due nuore appena acquisite a scombussolare gli equilibri della casa: la giovanissima Pheasant – figlia illegittima del vicino di casa, frutto di una relazione che per gli Whiteoak ha significato un disonore irreparabile – la cui entrata in famiglia è accolta come un oltraggio, e la deliziosa Alayne, americana in carriera, che al contrario ammalierà tutti con la sua grazia, specialmente gli uomini
della casa… Il tutto incorniciato dalla tenuta di Jalna, enclave europea d’oltreoceano, con il suo giardino all’inglese e, d’estate, il tè delle cinque all’aria aperta.
Lasciò vagare lo sguardo tra l’erba folta: una formica si affrettava chissà dove trasportando un affarino bianco. Puntò un dito a terra per ostacolarla, chiedendosi cosa avrebbe pensato quando si fosse resa conto che una torre altissima e minacciosa le sbarrava la strada. Ma le formiche, si sa, sono creature perseveranti, perciò si sarebbe arrampicata sul dito fino a raggiungere il dorso della mano e attraversarlo…E invece no; al dito non ci arrivò nemmeno: cambiò repentinamente direzione.
Per questo appuntamento è tutto. Alla prossima!