BLOGTOUR: Il soffio della morte di Francesco Grimandi – I personaggi reali del romanzo

Benvenuti alla terza del blogtour dedicata al romanzo “Il soffio della morte” di Francesco Grimandi, edito Delos Digital.

Oggi parliamo dei personaggi e dei riferimenti storici presenti nel romanzo.
Siete pronti?

IL ROMANZO

Acquistalo subito: Il soffio della morte (Odissea Digital)

Editore: Delos Digital
Data di uscita: 9 Settembre 2014
Prezzo: € 2,99

Pagine: 155

Quanti volti può avere il Male?

Bologna, novembre 1325. Una serie di efferati omicidi, un dilemma che inchioda chi è chiamato a investigare, un mistero non facile da risolvere. In un duello a distanza contro tutto e tutti, il vicario di giustizia Jacopo Lamberti dovrà scoprire chi si cela dietro l’enigmatico assassino che colpisce di notte e infierisce sulle vittime senza motivo apparente. Jacopo tenterà a ogni costo di fermarlo, ma prima dovrà affrontare i demoni che albergano nel suo cuore.

Francesco Grimandi, nato a Modena, classe 1970, si occupa di informatica, ma le sue passioni sono la storia e i misteri. Ha partecipato alle antologie Delos Books “365 Racconti Horror per un anno”, “365 Storie d’amore”, “365 Storie di Natale”, e un suo racconto è presente nella raccolta “Science Fiction 70” di Writers Magazine Italia. Ha pubblicato sulle riviste W.M.I., Action, Delos Science Fiction. Il suo primo romanzo di genere avventuroso, “Affresco Veneziano”, è disponibile in formato ebook su Amazon. Non ultimo, un suo breve noir storico è apparso nei Gialli Mondadori.

I PERSONAGGI E RIFERIMENTI STORICI PRESENTI NEL ROMANZO

 La nostra tappa di oggi ruota attorno non solo ai personaggi ma anche ai riferimenti storici contenuti ne “Il soffio della morte”. Mettetevi dunque comodi e preparatevi a partire per un breve tour nel quale conosceremo più da vicino la fonte d’ispirazione storica di Francesco Grimandi. 

Fulgerio da Calboli, Capitano del Popolo

… In quei mesi così travagliati per il Comune, rammentò Jacopo, Fulgerio il forlivese era stato investito dell’incarico di Capitano del Popolo per il suo piglio di parte guelfa.

… Guardandolo in tenuta da battaglia, fiero e inflessibile malgrado gli anni, a Jacopo tornò in mente che colui che gli si parava davanti era lo stesso Fulgerio da Calboli che aveva respinto i Bianchi e i ghibellini che tentavano di prendere Firenze. Per essere divenuto lo strumento della repressione della parte Nera al potere, si era procurato la fama di violento e crudele. Tanto che il noto rimatore Durante degli Alighieri, uno tra gli scampati alla vendetta, l’aveva fatto oggetto delle sue pesanti invettive.

Fulcieri da Calboli

È stato un nobile italiano, della famiglia dei Paolucci di Calboli e nipote di Rinieri di Calboli, visse nel XIII-XIV secolo. Esponente di parte guelfa, come da tradizione familiare fu avversario degli Ordelaffi, ghibellini, che riuscirono, però, a prendere la signoria di Forlì, prima con Scarpetta e poi con Francesco I.

Ricoprì, comunque, cariche politiche di rilievo, come quella di podestà in diverse città: Milano, Modena, Firenze, Bologna.

Proprio come podestà di Firenze, nel 1303, dovette respingere un tentativo di riprendere la città compiuto da fuoriusciti guelfi e da ghibellini, fra cui Dante, sotto la guida di un altro forlivese, il suo vecchio avversario Scarpetta degli Ordelaffi.

A Bologna, nel 1325, viene’ rieletto capitano di Bologna al posto di Riccardo Ugoni. Fronteggia il signore di Mantova Passerino Bonacolsi. A Novembre partecipa alla battaglia di Zappolino, dove è messo in fuga.

 Passerino Bonacolsi, duca di Modena e Mantova

“… I ghibellini, nemici del Papa, erano stati espulsi a più riprese, i beni confiscati o distrutti, e molti di loro erano riparati sotto la protezione di Passerino Bonacolsi, duca di Modena, giurando vendetta. In seguito, papa Giovanni XXII aveva aggiunto del suo, dichiarando eretico Passerino, e contro di lui era stata bandita una crociata. Così i bolognesi avevano posto mano alle armi e durante l’estate avevano invaso e saccheggiato le sue terre.

Passerino non era stato a guardare. Riuniti attorno a sé molti alleati, alla fine di settembre era passato al contrattacco, prendendo il castello di Monteveglio posto sui confini, e l’aveva occupato.

Le truppe del comune erano uscite in massa, assediandolo.

Ma ora la situazione era di stallo. E tutti erano sul chi vive. 

… Passerino Bonacolsi, signore di Modena, non era individuo da sottovalutare. Anni prima aveva ucciso Raimondo da Spello, nipote del papa, e nel tempo aveva rimediato ben due scomuniche. Ma coi grandi capi ghibellini neppure due mesi addietro aveva trionfato ad Altopascio, infliggendo una sonora sconfitta alle soldataglie fiorentine agli ordini dello spagnolo Raimondo da Cardona, capitano della guardia pontificia.”

“15 Novembre, presso la roccaforte di Zappolino, verso il tramonto.
Il cavaliere ritto sulla sella, celato dalla chioma degli alti cipressi, contemplò con orrore il massacro che si stava consumando sotto ai suoi occhi. I ghibellini li avevano colti di sorpresa mentre si stavano accampando sui prati di Zappolino, ed erano scesi inattesi dalle colline circostanti, come inattesa sa essere la morte.

Liber Paradisus

“… Dopo vittoria di Fossalta, quasi un secolo prima, e la cattura di re Enzo, figlio dell’imperatore Federico II di Svevia, il Comune aveva decretato l’abolizione della schiavitù e la liberazione dei servi, riscattando col pagamento coloro che erano soggetti ai signori laici.

In ricordo degli eventi, sullo stemma cittadino era stata posta la parola libertas, e i più grandi giuristi erano stati chiamati a redigere il Liber Paradisus, per raccogliere i nomi di quanti erano stati liberati. Ma i più accorti sostenevano che la mossa era stata dettata soprattutto da interessi economici.

Dopo l’affrancamento, il Comune aveva sistematicamente imposto le tasse a migliaia di persone fino ad allora esenti. E per farlo, aveva vincolato i servi liberati a non trasferirsi in un’altra circoscrizione vescovile che non fosse quella di appartenenza.”

Univeritates

… Erano goliardi e della peggior risma. D’altronde Bologna ne era piena e li attirava in gran numero dalle località vicine, da quando la fama dei suoi giuristi aveva valicato i confini. Le societates di allievi sceglievano in autonomia i maestri, pagandoli con i soldi che raccoglievano dalle collette. E tale sistema si andava sempre più diffondendo, al punto che erano state istituite due universitates, una per gli italici e una per quanti venivano dalle città d’Europa.”

La secchia rapita

Poema in ottave di tipo “eroicomico”, scritto da Alessandro Tassoni. Una prima stesura è del 1614 ma venne pubblicato a Parigi solo nel 1622. Tassoni utilizza riferimenti storici documentati invertendone liberamente l’ordine: nel poema il furto diventa la causa della guerra tra le due città. Lo scopo dichiarato era quello del divertimento dei lettori.
Nel Palazzo Comunale di Modena, all’interno del Camerino dei Confirmati è custodita uno dei simboli della città: la Secchia rapita, un normale secchio di legno che ricorda ai modenesi la gloriosa vittoria ottenuta contro i bolognesi nella battaglia di Zappolino. Secondo una cronaca, ritrovata nel Seicento (che ispirò il poema di Alessandro Tassoni, La secchia rapita), i modenesi sottrassero la secchia a un pozzo bolognese e la portarono in città come trofeo di guerra.

— Cos’è successo?

— Bologna è stata sconfitta. I modenesi hanno disperso il nostro esercito e per molti non c’è stato scampo. Il duca Passerino e i suoi hanno conquistato e depredato Crespellano, posto a ferro e fuoco le campagne, e oggi sono giunti alle porte della città. Da qui non puoi udirli, ma là fuori hanno organizzato tre palii. Uno per ciascuno dei loro comandanti. E per scherno hanno rubato il secchio da un pozzo fuori porta Stiera e se ne baloccano quasi si trattasse di un prezioso trofeo.

— È assurdo — commentò Jacopo incredulo.

— La buona nuova è che non paiono propensi ad attaccare — disse Niccolò. — Forse la città chiusa a riccio è per loro un boccone troppo indigesto. Non mi so dare altra spiegazione.

Fonte: Wikipedia e materiale dell’autore.

Siamo giunti alla fine.
Non vi resta che procurarvi una copia de “Il soffio della morte”.
Vi lascio il calendario con le prossime tappe del blogtour!
Non lasciatevene scappare neanche una!

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