Tornare a casa di Tom Lamont | Recensione di Deborah

Tom Lamont vive a Londra con la moglie e i due figli. Giornalista pluripremiato, scrive per The Guardian, The Observer e GQ America. È tra i fondatori della rubrica giornalistica “The long read”. Ha intervistato personaggi celebri, scrive di libri, cinema, musica e sport. Tornare a casa è il suo romanzo d’esordio.

 

Editore: NN Editore
Data di uscita: 7 marzo 2025
Pagine: 336
Prezzo: 19.00 €

A trent’anni, con un lavoro stabile e un nuovo appartamento, Téo Erskine sente di aver finalmente preso le distanze da Enfield, il sobborgo di Londra in cui è cresciuto, e dalle pressanti richieste del padre Vic, che è sempre più bisognoso di cure. Dopo una festa con gli amici d’infanzia, però, la vita di Téo cambia d’improvviso: Lia, il suo amore mai ricambiato, si toglie la vita mentre lui è a Enfield a fare da baby-sitter a Joel, il figlio di lei. E non solo: gli assistenti sociali lo nominano tutore del bambino, almeno finché non ne venga rintracciato il padre naturale. Tra dubbi e timori, Téo non può sottrarsi alla richiesta, quindi si stabilisce a Enfield nella casa del padre e inizia a prendersi cura del piccolo, coinvolgendo la nuova rabbina del quartiere e l’amico Ben. Ma dal passato riaffiorano vecchi rancori e segreti che obbligheranno tutti a fare i conti con l’età adulta e gli scherzi del destino. Tornare a casa racconta la nascita di una famiglia inaspettata, che si forma attorno a un vuoto e che si salda in nome dell’amicizia e di un impegno profondo nella cura reciproca. Tom Lamont ci consegna un esordio commovente, un racconto della paternità ironico e dolce, capace di sovvertire i ruoli sociali e di mettere in discussione le consuetudini e le regole dei legami di sangue.

 

Tornare a casa è il romanzo d’esordio di Tom Lamont, un esordio molto toccante che tratta con delicatezza e un pizzico d’ironia tematiche molto sensibili, è incentrato soprattutto sulla genitorialità. Leggendo la trama mi ha incuriosita subito moltissimo l’idea di trovarmi in un romanzo che esplora la paternità, in questo caso la paternità improvvisata. Ero curiosa perché non mi era ancora capitato d’imbattermi in un romanzo che parlasse di paternità, è una tematica che non ricerco ma mi interessava perché trovo sia più facile imbattermi in storie in cui è la maternità ad essere esplorata.

Trovo che Tom Lamont abbia esplorato questo tema con una grande sensibilità, oltre che con delicatezza e un po’ d’ironia riscontrabile nei dialoghi tra i protagonisti. Ho apprezzato lo stile di scrittura di Tom Lamont, molto fluido, immediato e senza fronzoli; l’autore ha dato vita a protagonisti imperfetti che gli hanno permesso di analizzare in modo approfondito la loro umanità. Il primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere Téo, Victor, Ben e Sybil è umano, proprio perché  piano piano si mettono a nudo con noi lettori, permettendoci di toccare con mano le loro fragilità, questo me li ha fatti percepire molto reali. Infatti non sarei sorpresa se dovessi passeggiare tra le strade di Enfield, sobborgo londinese, e trovarli per strada intenti a vivere le proprie vite; questa caratteristica per me è un grande pregio in romanzi di questo tipo.

Téo, il protagonista, un fine settimana come tanti decide di lasciare la city per ritornare brevemente nel quartiere dove è cresciuto. Qui troverà gli amici di sempre intrappolati nella solita routine tra alcol, feste in casa e gioco d’azzardo; ritroverà il padre malato con cui non ha un rapporto molto stretto e fatica a relazionarsi; rivedrà Lia la ragazza della quale è da sempre innamorato e si offrirà di badare una giornata a suo figlio, Joel. Lia quel giorno si toglie la vita, il protagonista diventa improvvisamente padre dato che è la persona più vicina alla donna e quella che sembra più responsabile per prendersi cura del piccolo, a detta degli assistenti sociali, almeno fino a quando non avrebbero rintracciato il padre. Inizia così per Téo un viaggio inaspettato attraverso la genitorialità e tutto ciò che comporta il pendersi cura di un altro essere umano così bisognoso, bellissimo com’è stato esplorato dall’autore il coinvolgimento emotivo che cambia giorno per giorno.

Mi è piaciuto esplorare il senso d’appartenenza a una comunità che per quanto possibile ha cercato di essere presente per Téo, i protagonisti fanno parte della comunità ebraica, rafforzata dalla nuova rabbina Sybil; ho apprezzato la rinascita che il piccolo Joel ha significato per l’anziano Victor e la voglia di crescita per lo scapestrato Ben.

Tornare a casa è narrato a turno dai quattro protagonisti e scandito dall’avanzare delle stagioni, è un romanzo toccante che sa come coinvolgere il lettore, un esordio davvero d’impatto.

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di NN Editore per la copia omaggio

 

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Informazioni su Deborah

Io sono Deborah, una ragazza sognatrice e fantasiosa; con una grande passione per i libri, i film e la scrittura. Sono una ragazza dinamica e attiva, ma quando sento nominare la parola “maratona” mi vedo sul divano con coperta e popcorn a guardare puntate su puntate di serie tv, o la saga completa dei film di Harry Potter!

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