Music Monday: Ora che è arrivato l’autunno di Massimo Tirinelli

Il protagonista del music monday di oggi è Ora che è arrivato l’autunno, il nuovo romanzo di Massimo Tirinelli pubblicato da Leone Editore.

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Buongiorno, lettori! Come state? Quello di oggi è un lunedì che possiamo definire ingannevole, nonostante il sole, infatti, fa più freddo dei giorni precedenti. Quest’atmosfera di disincanto mi ha ricordato Massimo Tirinelli e il suo “Ora che è arrivato l’autunno”, un romanzo intenso e breve che racconta la vita di un giallista affermato e la sua lotta interiore per far emergere la sua vera essenza.

È interessante come dopo “La testimonianza” sia riuscita ad apprezzare un nuovo lato di Tirinelli, uno capace di affettare con minuziosa attenzione l’animo umano per raccontare quanto spesso sia difficile vivere in dei panni imposti da altri quando si vorrebbe vestire quelli ancora in costruzione. Perché diciamocelo, vivere è come vestire un completo in continua costruzione, non si finisce mai di mettere e togliere punti man mano che ci si conosce per come si è davvero.

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La vita raccontata con quel tocco malinconico ricorda la potenza visiva dell’autunno, dove il verde lascia spazio a colori più spenti e il freddo comincia ad insinuarsi nelle nostre vite. Per Lorenzo Foschi vivere è sempre stato difficile, quasi come se non fosse in grado di respirare spontaneamente ma fosse rimasto in apnea, rifugiandosi nei suoi libri, nelle storie scaturite dalla sua mente che la gente tanto ama, ma che nascondono sì brillanti stratagemmi ma anche la disperata ricerca di sé stesso.

Tra i dettagli che nessuno nota si cela un uomo incapace di vivere appieno, di prendere quella boccata capace di liberarlo una volta per tutte, trascinando così anche la sua stessa famiglia in un circolo vizioso alla ricerca della sua approvazione.
Vediamo i Foschi annaspare mentre Lorenzo continua imperterrito la sua carriera di scrittore, annebbiato dal lavoro e dalle scadenze che lo hanno reso un fantasma nella vita della sua famiglia, forse perché si è sempre rifiutato di vedere come stavano realmente le cose, scegliendo la strada più sicura di una salita piena di ostacoli.

Tra le pieghe dei suoi ricordi lo vediamo ricostruirsi e l’immagine che prende forma è completamente diversa da quella odierna. Un tempo lui, Federico e Lea erano un trio scatenato e unito, ma qualcosa nel loro rapporto comincia ad incrinarsi nel momento in cui Lorenzo comincia a capire chi è davvero, spaventato sceglie di nascondersi dietro uno stereotipo che lo vuole marito, padre e lavoratore e non semplicemente felice. Amare chi ama davvero significa fare i conti con i pregiudizi della società e questo è un rischio che egli stesso sceglie di non correre ed è lì che si forma il nodo che ha bloccato ogni cosa.

La verità è che sei ancora stretto in quell’abbraccio, disse tagliente la voce interiore. La tua vita si è fermata lì, dopo c’è stata solo una distesa immensa di tempo. È nel confronto con il ricordo di quei tre compagni di università che non riesci a comprendere come il ventiduenne Lorenzo abbia potuto trasformarsi nel metodico dottor Foschi, che presenta sempre lo stesso ristorante per festeggiare il suo compleanno. Ah, Renato, quanto vorrei che li avessi conosciuti! Ti avrebbero raccontato di un giovane molto diverso dall’opinione che hai di me…

Rivedere Lea rende quel nodo opprimente. Improvvisamente la sua vita viene filtrata attraverso un microscopio dove ogni singolo frammento viene analizzato per come dovrebbe essere, senza filtri, c’è solo lui il desiderio di sciogliere la matassa, di affrontare finalmente il discorso con suo figlio che lo ha sempre visto come padre severo ed anaffettivo quando in realtà Lorenzo faticava persino ad essere un padre presente. Snodandosi capisce finalmente quali sono i problemi che affliggono la sua esistenza, come ogni volta in cui si è barricato tra le righe abbia allontanato così la possibilità di costruire un vero legame con Renato, suo figlio.

Il racconto di Tirinelli mi ha ricordato l’intensità di Under the bridge dei Red Hot Chilli Peppers, una delle canzoni intramontabili che non smetto mai di ascoltare, dove sound e parole arrivano così forti proprio come Tirinelli riesce a far emergere la parte più emotiva e intensa dei personaggi che popolano le sue pagine perché la storia di Lorenzo si intreccia a piccole realtà a lui vicine che sembrano essere giunte al capolinea, che è l’immagine che si ha dell’autunno, l’avvicinarsi della meta o il tramonto dell’esistenza umana.

Ora che è arrivato l’autunno i colori si attenuano, le foglie cadono e gli alberi si mettono a nudo, ogni difesa viene a mancare per prepararsi alla stagione più dura di tutte, l’inverno.

Alla prossima!

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Leone Editore per la copia omaggio.

 

 

 

May the Force be with you!
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