Rapporto di minoranza di Philip K. Dick | Recensione di Sandy

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«[…] Il Sistema Pre-crimine ha ridotto i delitti del 99 virgola 8 per cento. È raro che si verifichi un assassinio o un tradimento, perchè il colpevole sa che noi lo sbatteremo in un campo di prigionia una setimana prima che lui abbia la possibilità di compiere il suo crimine.»

Dettagli:

  • Titolo originale: Minority Report
  • Genere: Fantascienza
  • Editore: Fanucci Editore
  • Collana: Ventesima
  • Pagine: 224
  • Prezzo: € 12,50

Il racconto – Trama:

In un ipotetico futuro l’umanità ha completamente eliminato gli omicidi e la maggior parte delle azioni criminali. Ciò è possibile grazie all’istituzione della polizia Precrimine, che utilizza dei veggenti in grado di prevedere il futuro, i precog (abbreviazione di precognitivi), per sventare i crimini prima che questi possano essere commessi. Il protagonista del racconto è il commissario della Precrimine, John Anderton. Dal racconto è stato tratto il film Minority Report diretto da Steven Spielberg e la serie televisiva Minority Report.

Recensione – Spoiler Alert:

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Quante volte non capita che racconti di noti autori vengano trasposti sul grande schermo? E quante volte non sono proprio queste ultime a mettere la pulce nell’orecchio tanto da spingere una persona a cercare il racconto da cui è tratto? Quello che vi presento oggi è il caso di Minority Report. Con un film di successo e a breve una serie televisiva, questo titolo è diventato un’icona del genere fantascientifico, ma cos’è che rende davvero speciale il Rapporto di minoranza?

In un futuro non molto lontano gli esseri umani hanno cancellato gli omicidi e gli altri reati dalla faccia della terra. Come? Servendosi di un’istituzione della polizia: la Precrimine. Aiutati da tre “veggenti” o come li definisce Dick precog ( abbreviazione di precognitivi) riescono a sventare crimini prima che accadono. Si, avete letto bene. Questa particolare istituzione cattura i sospettati prima che commettano un reato e nonostante per logica siano innocenti per la Precrimine sono soltanto potenziali criminali. A capo di questa organizzazione vi è John Anderton, che è anche il protagonista del racconto. Invischiato in un complotto, Anderton dovrà fare il possibile per dimostrare di non essere un assassino.

Il titolo fa riferimento a uno dei tre rapporti forniti dai precog (precognitivi), secondo il quale c’è un’altra possibilità. Mi spiego meglio. La visione dei tre precog dovrebbe funzionare in maniera collettiva. Una persona compie un delitto e questo dovrebbe essere l’unica realtà concreta da evitare. Invece, sorpresa, uno dei tre precognitori può vedere un’altra versione di quel futuro (da qui il nome “rapporto di minoranza”), dando alla storia un altro finale. Ed è proprio quello che accade al nostro commissario protagonista. È la scelta a fornire a lui una scappatoia tuttavia si rende conto che l’unico modo per mettere fine a tutto è porre fine a quella vita che avrebbe mandato in malora il suo “perfetto” sistema. Cosa rende quindi speciale questo racconto?  È la capacità dell’autore nel trovare una falla nel sistema, portando il lettore a comprendere che niente è perfetto. Il sistema ideato da un uomo non potrà mai garantire che il crimine venga debellato del tutto perché in sostanza si tratta di un calcolo delle probabilità e i precog calcolano in maggioranza il futuro più pessimistico di modo che Anderton tralasci una parte apparentemente insignificante come il rapporto di minoranza. L’equilibrio dei due rapporti, forse, avrebbe reso migliore il sistema o lo avrebbe soltanto incasinato. Chissà. Ad ogni modo vorrei sottolineare quanto mi sia piaciuto il racconto, Dick ha un modo tutto suo del vedere le cose. Nonostante descriva futuri degni del grande schermo è il suo essere pessimista che rende i suoi lavori credibili. Tuttavia il non potermi identificare con i personaggi, il non vederli approfonditi, ha fatto in modo che si riducesse il tutto a una semplice teoria del “cosa succederebbe se”. Niente più di questo. Forse Spielberg ha dato quella marcia in più che mancava, regalando un Anderton con uno spessore e dal passato sofferto con il quale immedesimarsi. Il commissario protagonista del racconto sembra più una “macchina” che deve fare i conti con un complotto da risolvere.

Stamberga - Voto 3

 

 

 

Note sull’autore – Philip K. Dick:

La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982, liberamente ispirato a un suo romanzo.

In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

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