Mecca di Susan Straight | Recensione di Deborah

Susan Straight vive e insegna a Riverside, California. Autrice di numerosi romanzi e racconti, è stata nalista al National Book Award e ha ricevuto vari premi, tra cui il Los Angeles Times Book Prize, l’Edgar Award for Best Short Story, l’O. Henry Prize, e una Guggenheim Fellowship. Scrive per The New Yorker, The New York Times, The Guardian, Granta e Harper’s. Mecca è stato finalista al Kirkus Prize 2022 e al Dayton Literary Peace Prize 2023, e nominato tra i dieci migliori libri del 2022 dal Washington Post e dal New York Times.

 

Dite solo Sono nata a Mecca. Ho abitato qui tutta la vita. Mostrate loro il documento. Guardate dritte davanti a voi al punto dove il cielo e la terra si toccano. Tenete i denti coperti dalle labbra.

 

Editore: NN Editore
Data di uscita: 24 novembre 2023
Pagine: 416
Prezzo: 21.00 €

In California basta il colore della pelle per essere considerati “stranieri”, anche quando si vive negli Stati Uniti da sempre. Lo sa bene l’agente della polizia stradale Johnny Frías, che vent’anni prima, nel deserto di Bee Canyon, ha ucciso un uomo bianco che violentava brutalmente una ragazza. Per un capriccio del destino, le conseguenze di quell’antico delitto si intrecciano con la vita di Ximena, giovane clandestina che un giorno trova una bambina abbandonata in una stanza della clinica dove lavora in nero. Ai racconti di Johnny e Ximena si uniscono quelli di Matelasse e Merry, di Dante e Ivy, dell’eccentrica signora Bunny che finge di essere molto più vecchia della sua età: sono storie di quotidiana violenza e discriminazione, ma anche di amori tenaci e amicizie indissolubili. Mecca è un affresco di voci che parlano di una California diversa, lontana dai riflettori: arida e rocciosa, divorata dagli incendi, fatta di confini pericolosi e di strade leggendarie. Al mito del West e dell’eroe solitario, Susan Straight contrappone la forza della comunità, dei legami affettivi e delle famiglie d’elezione, e ci offre un canto d’amore per una terra capace di accogliere e di trasformarsi in un luogo di passaggio verso un futuro migliore.

 

Dopo tante letture leggere, romantiche e fantastiche sono tornata a casa, sono tornata tra le pagine di un romanzo che appartiene al mio genere preferito, la mia comfort zone per eccellenza è la letteratura americana. Amo l’America agreste, cruda e violenta, l’America lontana dagli scintillii delle vetrine; per la prima volta ho esplorato grazie a Mecca di Susan Straight la California selvatica, i territori degli ultimi costellati da rotolacampo, eucalipti e alberi del pepe, una terra rocciosa, impervia, arida, sterile e spesso divorata dalle fiamme.
Mi sono subito innamorata di questo paesaggio ostile, il sole cocente, il caldo insopportabile, la terra rossa mi hanno ricordato il deserto dello Utah narrato da Anderson.
Susan Straight dipinge l’ambientazione in modo vivido e realistico, rende il paesaggio talmente importante per i suoi protagonisti che è quasi come fosse un personaggio silente ma sempre presente; amo alla follia quando i romanzi di questo genere mi trasmettono queste sensazioni.

Lo stile di scrittura di Susan Straight è molto fluido, vivido, quasi poetico; l’autrice dà vita a personaggi estremamente umani, perfetti in ogni loro imperfezione. Mecca è uno scorcio su vite reali, dure e difficili; i protagonisti non hanno esistenze “rosa e fiori” ma devono fare i conti con il fango, la polvere, il sangue e la violenza per sopravvivere. In questo romanzo seguiremo le vicende di tanti personaggi differenti, non spaventatevi l’autrice ha reso questa matassa umana davvero molto fluida e chiara. I miei intrecci preferiti sono quelli dedicati al poliziotto Johnny Frías e alla rinascita di Matelasse.

 

 

La storia di Johnny Frías mi è piaciuta molto perché è la storia di un uomo e di una famiglia che ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per costruirsi una vita, un’esistenza tranquilla negli Stati Uniti. Purtroppo però la famiglia Frías fosse immigrata da generazioni ha sempre dovuto aver a che fare con il razzismo e la discriminazione, mi ha colpita molto una serie di episodi che Johnny ci racconta accaduti durante la sua formazione militare, ingiustizie subite da chi avrebbe dovuto solo formarlo. Nonostante le continue insinuazioni del genere Johnny Frías è rimasto un personaggio positivo, una persona dedita al proprio lavoro, alla giustizia e alla famiglia. Molto interessanti gli episodi di lavoro dei quali Frías ci mette a conoscenza, in questo caso si riesce un pochino a entrare nelle dinamiche del corpo di polizia stradale e a cosa gli agenti possono andare incontro facendo il proprio lavoro.

Matelasse è un personaggio un pochino più secondario che acquista maggior importanza circa dopo la metà del romanzo. La storia di Matelasse è la storia della rinascita di una donna, di una madre, di una persona dedita alla famiglia. Matelasse è una donna tradita e abbandonata da un uomo che a me è sembrato un ragazzino capriccioso, immaturo ed egoista; mi è piaciuto tanto assistere a come un personaggio così umano e per questo così imperfetto sia rifiorito, piano piano, ricominciando a credere in sé stessa e a dedicarsi del tempo.

Oltre alle storie di questi due personaggi che vi ho citato ce ne sono tantissime altre molto interessanti in Mecca, il romanzo di Susan Straight è un concentrato di umanità da esplorare

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di NN Editore per la copia omaggio

 

 

 

May the Force be with you!
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Informazioni su Deborah

Io sono Deborah, una ragazza sognatrice e fantasiosa; con una grande passione per i libri, i film e la scrittura. Sono una ragazza dinamica e attiva, ma quando sento nominare la parola “maratona” mi vedo sul divano con coperta e popcorn a guardare puntate su puntate di serie tv, o la saga completa dei film di Harry Potter!

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