Le spietate di Claudia Cravens | Recensione di Deborah

Claudia Cravens è una scrittrice americana laureata in Letteratura al Bard College, e vive a New York. Le spietate è il suo romanzo d’esordio.

 

Mi preoccupava uscire dalla protezione degli alberi; avevo vissuto tutta la vita all’ombra e non mi ero resa conto di quanto mi affidassi alla verticalità dei pini, di quanto la loro chioma mi sorreggesse, come se fossi nella grande mano verde di Dio.

 

Editore: NN Editore
Data di uscita: 15 marzo 2024
Pagine: 320
Prezzo: 19.00 €

Arkansas, 1877. Bridget Shaughnessy ha sedici anni e deve badare a suo padre, buono ma incapace, troppo spesso ubriaco. Quando l’uomo muore per un morso di serpente, Bridget capisce di dover contare solo su se stessa: dopo una marcia estenuante, arriva a Dodge City a dorso di mulo e senza un soldo, ma i suoi capelli rossi e l’aria dolce e spavalda da ragazza di campagna attirano l’attenzione di Lila, maîtresse del Buffalo Queen, l’unico saloon in città gestito da due donne. Bridget sente di avere finalmente una casa: stringe amicizia con le sue compagne, soprattutto con Constance, e accetta la corte del vicesceriffo di Dodge City, Jim Bonnie. L’arrivo di Spartan Lee, leggendaria pistolera, getta però lo scompiglio nel cuore di Bridget, che si allontana da Jim proprio nel momento in cui il saloon e le ragazze hanno bisogno della massima protezione da una banda di pericolosi avventurieri. In questo esordio travolgente, Claudia Cravens racconta il western attraverso lo sguardo di una ragazza che diventa donna ribaltando ogni convenzione, e scopre se stessa seguendo con candore e ironia i moti del cuore. Le spietate infonde nuova vita al mito della frontiera e, strizzando l’occhio al grande cinema, racconta una storia di riscatto, di libertà e di amore.

 

Appena ho letto la trama di questo romanzo mi sono innamorata perdutamente, non vedevo l’ora di tornare a casa, fare un salto nel passato e immergermi in un’America violenta, cruda e agreste, l’America selvatica dove la natura è padrona di ogni cosa e detta i ritmi della vita.
La letteratura americana che racconta di praterie sterminate, polverosi deserti rossi, montagne inospitali, campagne riarse dal sole e appiccicose paludi è il mio genere preferito, quel porto sicuro a cui ogni tanto sento il bisogno fisico di attraccare.

Oggi NN Editore porta nelle nostre librerie un nuovo gioiellino, una neonata perla nella quale ho ritrovato tutto ciò che amo di questi romanzi. Le spietate di Claudia Cravens è una lettura davvero potente, un romanzo di frontiera ambientato nel 1877 che tratta con delicatezza e allo stesso tempo senza pietà il sex work e l’identità queer. La storia di Bridget Shaughnessy è un percorso molto toccante e coinvolgente, le emozioni sono un fattore importantissimo nel romanzo, vengono vissute dai personaggi al massimo della loro potenza, anche senza riflettere sulle conseguenze, specialmente dalla protagonista.

Lo stile di scrittura di Claudia Cravens è molto evocativo, l’autrice dipinge con le sue parole vere e proprie cartoline dell’epoca; mi sono sentita fisicamente trasportata in un mondo selvaggio, in una cittadina polverosa fatta di cowboy, mandrie, saloon, povertà e privilegi. Claudia Cravens scrive in modo molto appassionante e coinvolgente, la sua voce è forte, cruda e immediata, mi ha fatto immaginare e vivere la sua storia quasi come se fosse un film.

 

 

Bridget Shaughnessy ha sedici anni, durante la sua giovane vita si è sempre occupata di suo padre, un uomo buono ma incapace, una persona che avrebbe dovuto proteggerla e farla sentire al sicuro, invece al ritorno dagli ultimi bagordi le comunica di aver barattato la loro casa per un appezzamento di terreno chissà dove. Bridget inizialmente è un personaggio molto immaturo nonostante abbia dovuto rimboccarsi le maniche per sopravvivere, rimane protetta dalle crudeltà delle vita fino a quando durante il viaggio verso l’ignoto rimane orfana.

Senza un soldo e a cavallo di un mulo affronta la spietatezza delle praterie e miracolosamente riesce a raggiungere Dodge City illesa; la sua bellezza, la sua chioma rossa e innocenza attirano l’attenzione di Lila, maîtresse del Buffalo Queen. Bridget per istinto di sopravvivenza diventa una prostituta, ha accettato questa proposta come se fosse un lavoro come un altro, l’importante è avere un tetto sopra la testa e la pancia piena. Mi ha molto colpito la naturalezza con la quale la protagonista ha accettato questa sorte, anche la scena del colloquio iniziale e della sua prima volta è stata neutrale per lei dal punto di vista emozionale. Bridget sente finalmente di avere una casa, ora appartiene a un posto, stringe amicizia con le sue compagne, soprattutto con Constance, sarà la sua mentore e amica più fidata. Molto presto la protagonista inizierà a intraprendere il cambiamento che da ragazza la porterà a essere una donna consapevole di sé stessa; conquisterà il vicesceriffo Jim ma sarà messa al tappeto da Spartan Lee, leggendaria pistolera. Il momento in cui Bridget inizia a fare esperienze seguendo il cuore è molto coinvolgente, come tutta la relazione con Spartan.

Le spietate di Claudia Cravens è stato un viaggio incredibile, una lettura che ho divorato letteralmente in due giorni, un mondo crudele che mi ha fatta sentire a casa.
Chissà se dopo aver rotto le catene che la tenevano imprigionata ritroveremo di nuovo Bridget che cavalca libera nella prateria, sarei davvero felicissima se la sua storia avesse in futuro un seguito, il suo personaggio meriterebbe moltissimo di vivere nuove avventure.

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di NN Editore per la copia omaggio

 

 

 

May the Force be with you!
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Informazioni su Deborah

Io sono Deborah, una ragazza sognatrice e fantasiosa; con una grande passione per i libri, i film e la scrittura. Sono una ragazza dinamica e attiva, ma quando sento nominare la parola “maratona” mi vedo sul divano con coperta e popcorn a guardare puntate su puntate di serie tv, o la saga completa dei film di Harry Potter!

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