Domenico Dimase vive a Matera (Capitale europea della Cultura 2019). Ha già pubblicato: Gli Occhi sulla Montagna, Le Magnifiche stagioni di Ermenengildo, Frammenti di terra e di magia e Sulle rotte della Taranta. Con le opere edite e altre inedite ha conseguito diversi premi letterari.
IL ROMANZO
Acquistalo subito: Il Vesuvio sotto le Alpi
Diamo il benvenuto a Domenico Dimase, che ha accettato di fare quattro chiacchiere con me per comprendere meglio “Il Vesuvio sotto le Alpi”.
Come nasce l’idea de Il Vesuvio sotto le Alpi?
Il romanzo IL VESUVIO SOTTO LE ALPI nasce dall’idea della Globalizzazione, come fase storica e processo politico, che ha rivoluzionato, da almeno tre decenni, il quadro socio economico mondiale, con una ventata di novità e nuovi approcci nelle relazioni tra le diverse nazioni e tra i cittadini del Globo, con effetti marcati soprattutto nella realtà italiana… quindi con l’esigenza di rivedere il rapporto tra individui e cittadini e il proprio territorio di origine… GENIUS LOCI… e prospettare ipotesi di esistenze diverse correlate al cambio del proprio contesto… con delle provocazioni ho voluto immaginare cosa potesse accadere se i flussi migratori si invertissero rispetto allo schema tradizionale.
La gente del SUD è quasi sempre emigrata al Nord, ma con la Globalizzazione tutto accade… può succedere, non solo nel nostro IMMAGINARIO, ma nella realtà, e sulla scia di queste ipotesi, cosa può cambiare nella vita degli uomini?
E così i miei protagonisti, l’Ingegnere Massimo Torciani e le sue due sorelle lodigiani d’origine che, a un certo punto della loro vita, si ritrovano a Napoli.
-
Parliamo dei personaggi. Quando ha capito chi o cosa potevano diventare?
L’ho immaginato sin dall’inizio… personaggi variegati, appartenenti a sfere sociali diverse e con esperienze le più disparate possibili, le cui vite prima parallele poi si intersecano, formando una specie di carosello, napoletano e non, a significare di quanti ruoli e storie personali si nutre la nostra società, per culture o chissà destini, che a ognuno di noi le Stelle assegnano… o noi stessi determiniamo con le nostre forze…
-
C’è un personaggio in cui si rispecchia?
Forse Massimo Torciani, un po’ per il suo ruolo e le sue vicende personali, anche se lui è di Lodi, lombardo, e io sono lucano. Comunque tutti sono un po’ rivestiti dal fascino dei propri ruoli e personalità. Mi piace anche Don Gigì Marciano, il patron della Poseidon, che mette in campo il suo sogno di sempre, costruire barche… e che barche! Splendidi Yacht e soprattutto barche da regata; con il Vesuvio sotto le Alpi agguanta il primato di vincere persino l’ America’s Cup… insomma, la personalità del pioniere, del SELF MADE MAN, l’industriale che si è fatto da sé e che genera valore aggiunto nel suo territorio. Uomini come lui hanno fatto la fortuna economica del nostro Paese nel dopo guerra e sotto il Vesuvio ce ne sono persone così, come nel resto del nostro Paese in passato contraddistinto come “BEL PAESE”. Forse oggi dovremmo di nuovo ispirarci a personaggi del genere per poter recuperare tanto terreno perduto in molti campi e settori della vita economica e sociale del Paese; ciò non per nostalgia dei tempi passati ma per dare senso al nostro futuro, abbastanza incerto, interpretando al meglio la faccenda della “Globalizzazione”
-
Qual è il messaggio che volevi trasmettere con “Vesuvio sotto le Alpi”? Pensa che questo messaggio sia riuscito ad arrivare a destinazione?
Lo rimarco, interpretare al meglio e per tutte sue sfaccettature la questione della Globalizzazione e in particolare la vita di ogni individuo correlata agli eventi storici, economici, demografici del pianeta e la libertà di ognuno di esprimersi e vivere al meglio il cammino della propria esistenza… HOMO FABER FORTUNAE SUAE… tenendo, comunque, in debito conto gli imprevisti, le distrazioni e la condizione in cui agli uomini viene a mancare l’energia fisica e soprattutto mentale, insomma, la fragilità dell’esistenza…
-
È sempre stato il suo sogno diventare scrittore?
Io ho tanti sogni, fin da piccolo, da quando sono venuto al mondo; se dovessi mettere in atto tutti i disegni e le passioni nei campi che mi affascinano e mi incuriosiscono, mi servirebbe una giornata costituita da 48 ore. Ho bisogno di spazi e tempi infiniti è l’ INFINITO che mi affascina, lo dico senza esagerare e senza voler passare per megalomane, dico solo che questa è la mia filosofia, questo sono io, non riesco a immaginarmi diversamente.
Ho sempre amato ogni forma di espressione artistica, da piccolo mi piaceva e ho frequentato amici musicisti, pittori, etc… mi parevano più profondi, sensibili, ma allo stesso tempo pragmatici, perché l’Arte può ben concertarsi con le attività materiali produttive, pensiero molto in voga e diffuso per esempio nelle culture Anglosassoni e in tutto il resto del Nord Europa e forse anche nelle culture Orientali, come il Giappone etc…
Tra queste forme d’arte, la scrittura ti permette di allungare i concetti, ciò che vuoi esprimere del mondo e di te stesso, insomma, con essa puoi “ALLUNGARE IL BRODO”.
Per ogni cosa che ti interessa e vuoi narrare agli altri, soprattutto quando ci sono dei momenti o eventi particolari che segnano la vita personale e il mondo cambia, a quel punto possono scattare certe molle.
-
Cosa è realmente importante quando si pubblica un libro?
Per un libro e per quando si pubblica sono importanti:
1) La convinzione che si sia fatto un buon lavoro… i contenuti, la filosofia della narrazione devono veicolarsi e distribuirsi in giro, come un lievito, tra i lettori, sperando che siano una moltitudine, sciami di api vogliose di apprendere. L’idea è che la storia e ciò che si è scritto siano condivisibili dal mondo dei lettori, che loro abbiano qualcosa in comune con le vicende e i personaggi narrati, che ci si ritrovino dentro e che possano dire: CAVOLO, E’ CAPITATO ANCHE A ME o sentirsi UN PO’ PERSONAGGI e dopo avere letto il libro sentirsi diversi, arricchiti di un qualche cosa o di tante cose.
Cioè, facendo affiorare il concetto di Economia della scrittura, dei libri….
2) Collaborare con un buon editore, anche piccolo (non necessariamente un mega o blasonato editore) profondo, serio, sobrio e abile anche e parecchio a livello commerciale: che ti consigli, ti assista in tutte le fasi della vita del libro, che si serva di buoni distributori e che si entusiasmi per il lavoro formulato insieme; con una buona organizzazione da piccoli si può diventare grandi, amplificando la dimensione e le soddisfazioni reciproche.
-
Se fosse un libro quale sarebbe?
Ce ne sono tanti… partendo da un’opera colossale LA BIBBIA, poi l’ODISSEA e poi i classici degli scrittori Russi Dostoevskij, Tolstoj, quelli Francesi, la narrativa contemporanea americana tipo Phlip Roth, Don De Lillo, R. Carver o Carol Oates e la narrativa del dopo guerra italiana, citando Pavese, Gadda, Flaiano, Fenoglio, sino ad arrivare alle opere di Italo Calvino e vari autori fino a oggi tra cui ricordo Due di Due di Andrea De Carlo che ha espresso una delle migliori narrative e poi per citare qualche altro recente, Caos Calmo di Sandro Veronesi, comunque il panorama è oceanico.
-
Progetti futuri?
Tanti nei propositi, da dove iniziare? Spero tanti altri libri, infiniti, ne ho in mente una marea…. il tempo e le energie… spero… sarei il più prolifico.
E mi auguro che le stelle o il Buon Dio mi diano soprattutto tanta energia fisica e mentale. Come amava rispondere il grande Eduardo De Filippo alla domanda: Cosa vorresti più dalla vita? La sua risposta era LA SALUTE… LA SALUTE… LA SALUTE… e poi viene tutto il resto…
-
Una domanda che rivolgo spesso. Ha qualche consiglio per chi vuole diventare scrittore?
Come in molti casi, a mio avviso, bisogna iniziare a buttare giù dei concetti, piccole storie e poi progetti maggiori, cioè: l’appetito vien mangiando, però, partendo da alcune premesse fondamentali per scrivere e che sono, secondo me , i pilastri per formulare la scrittura creativa, senza i quali è come girare a vuoto, e cioè:
1) Avere una grande capacità di analisi di ciò che succede nel mondo, nella propria vita e in quella degli altri uomini, essere dei mirabili osservatori.
2) Avere esperienze e fasi della propria vita personale degne di essere narrate o a cui ispirarsi un po’, per condividerle con la storia di altri individui.
3) Mettere in campo una grande dose di fantasia, se la si possiede, che è il volano cruciale su cui poggia la scrittura; senza di essa è come parlare di pittura senza sapere cosa sono i colori e le forme.
***
Ringrazio l’autore per il tempo a me dedicato e vi ricordo che il suo romanzo è disponibile al seguente link.
Acquistalo subito: Il Vesuvio sotto le Alpi
Salva