BLOGTOUR: Ferion. Cuore Vs Acciaio di Francesco Maneli – Intervista

Benvenuti alla terza tappa del blogtour dedicata al romanzo “Ferion. Cuore Vs Acciaio” di Francesco Maneli. Oggi diamo la parola allo stesso autore, siete pronti?

IL ROMANZO

Prezzo: € 17,00 | Pagine: 458

Acquistalo subito: Ferion: Cuore Vs Acciaio

Questa storia ha inizio in una terra di nome Tabacra, un luogo sconfinato pieno di guerrieri formidabili, popolato da nani, elfi, giganti e demoni.
In questo mondo però solo agli uomini era stato concesso un potere unico, in grado di sbaragliare ogni altra forza, l’abisso del cuore.
Tutto ha inizio quando la notte aveva già avvolto il mondo e sembrava non lasciar spazio più a nulla. In questo tempo e luogo sconosciuto il grande drago Angarus, signore del cielo e della terra di Tabraca, si trovò a fronteggiare una situazione inaspettata: un bambino.
Tutto inizia con il suo ritrovamento e con la scarsa dimestichezza di un drago nel crescerlo.
Un bambino dal passato avvolto nelle tenebre, dense e misteriose, come lo era quella notte.
Spesso il destino nasconde dietro un semplice incontro o un bambino, una storia molto più lunga e complessa, fatta di cuori e di vite che si legano, di battaglie e di una magia che descrive chi sei. Una magia che ti aiuta a capire che gli errori sono la chiave per riscattare la propria vita e cambiare il proprio destino. Tutti hanno un passato, tutti commettono errori, ma solo pochi sono in grado di superarli e renderli magia, trasformarli in fiamme che alimentano un cuore e quel bambino per quanto piccolo aveva lo stesso destino che accomuna tutti gli uomini, quello di sbagliare.
Il suo errore però gli costerà caro, gli ruberà il braccio, il quale sarà avvolto dalle tenebre, le quali tenteranno di rubare anche il suo cuore. Ferion crescerà aiutato da Angarus e un mago guerriero, che nonostante sia un donnaiolo riuscirà a fargli trovare quel calore che solo una famiglia può donarti.
Così tra la vita, un drago e un mago, Ferion diventerà grande fino a che non si troverà a fronteggiare il più grande errore che avesse mai commesso fino a quel momento.
Questo cambierà il suo destino, portandolo lontano da quelle persone che erano diventate la sua casa. Lontano per contrastare quell’oscurità che aveva dentro e che restava visibile a tutti come un peccato sul suo braccio, ormai diventato quello di un demone. Ferion affronterà mostri e demoni, si allenerà con tre maestri alquanto sadici ma fortissimi: un nano, un mezzo elfo e un guerriero rinnegato. Capirà che tutti portano una colpa sul proprio cuore e insieme a loro ed Arila una ragazza dal passato difficile, riuscirà a diventare più forte e a crescere; così forte che il destino della sua vecchia città e delle persone che ama sarà nelle sue mani.

A tu per tu con Francesco Maneli

Come nasce l’ispirazione per “Ferion. Cuore vs Acciaio”?

Ferion nasce dall’esigenza di condividere sentimenti ed esperienze. Avevo bisogno che queste emozioni diventassero “in qualche modo” reali, per poterle capire e, quindi, affrontare.

La scrittura, per me, ha rappresentato sia un viaggio verso me stesso e poi verso un mondo sconosciuto sia lo strumento perfetto per raccontarmi. Ho vissuto un “periodo particolare” e, come spesso accade in questi momenti, i sentimenti possono ingigantirsi, fino a soffocare: in poche parole, avvertivo il bisogno di trovarmi davanti a loro, dovevo conoscerli per conoscermi!

E Ferion mi ha dato questa opportunità.

Nel libro, i protagonisti sono le emozioni; non a caso la magia più potente in grado di far affrontare le battaglie più ardue è chiamata: Abisso del cuore.

L’Abisso del cuore nasce dalla conoscenza profonda di se stessi, del proprio dolore, del proprio passato, ma soprattutto dall’accettazione di tutto questo. In Ferion, però, c’è posto anche per le battaglie, armi uniche con poteri speciali, luoghi incantati, personaggi bizzarri ed insoliti. La storia nasconde alcuni segreti che, in qualche modo, accomunano i personaggi principali, come uno strano elfo che compare in tutte le storie dei protagonisti o il demone (nascosto) nel cuore di Ferion o, ancora, una cometa “sconosciuta” della quale non è ancora dato saperne il significato.

Ma, in realtà, tramite le avventure vissute da Ferion si arriva ad analizzare un qualcosa di più complesso; infatti, nel libro, ho voluto evidenziare il calore (e quindi la forza) che una famiglia può darti oltre che i sentimenti come il coraggio, l’amicizia o il dolore. Ho scelto di utilizzare lo stile del fantasy proprio perché mi dava la possibilità di affrontare argomenti profondi in maniera libera ed in un contesto che li “alleggeriva”.

Parliamo del personaggio. Ti identifichi con il protagonista?

Non posso negare che il protagonista rispecchi parte del mio carattere…oltre che alcune caratteristiche fisiche! Ho “tentato” di eliminare qualche difetto che mi appartiene, almeno in questo primo libro!

Ferion è un ragazzo che sta crescendo, che si trova ad affrontare sentimenti come la solitudine, l’amore, l’amicizia e soprattutto il dolore per errori commessi. Ma, molto spesso, dagli errori che ci ostacolano, e che non permettono al futuro di rivelarsi, ed in base a come affrontiamo le nostre difficoltà, si delinea la persona che siamo e saremo. Ferion, quindi, non solo combatte contro mostri pericolosi, ma duella anche con se stesso, con i rimorsi e con i rimpianti, tanto che, nel suo animo, si crea una seconda personalità. Quest’ultima avrà il compito di convincerlo che “non tutto è sbagliato”, che accettare se stessi è la chiave per “perdonarsi per poi perdonare”, è il segreto per andare avanti.

Quali sono i romanzi che ti hanno ispirato?

Volutamente ho cercato di non attingere da altri libri (soprattutto da fantasy) per scrivere Ferion, ma, non essendo una storia “nuova” ci potrebbero essere dei richiami che ricordano altri autori, anche se è qualcosa di puramente casuale.

Sono appassionato di anime e manga, ma resto letteralmente stregato dalla magia, delicatezza ed armonia dei film di Miyazaki. Si potrebbe dire che, ad influenzarmi, sono state proprio le sue storie e personaggi!

Ho voluto scrivere Ferion in modo diretto e semplice, ma allo stesso tempo in maniera profonda e intima. Al lettore doveva arrivare “tutto e possibilmente subito”, senza lo sforzo di ricercare un concetto o un’immagine nelle righe. Desideravo che a leggerlo fosse un pubblico giovane, anche se mi sono arrivati giudizi positivi da  adulti  lontani dal fantasy e questo mi ha reso estremamente felice.

“Cuore vs Acciaio”. Sei uno che ascolta il cuore o si affida all’acciaio?

Direi che sono: d’acciaio fino al cuore! Anche perché, senza di lui, non avrei potuto scrivere nulla.

L’Acciaio, invece, è quello che molto spesso scaturisce dalla vita, dai momenti difficili, dalle incomprensioni e sofferenze. La verità profonda, che col tempo ho appreso, è che nessuno (neppure la vita stessa) ha il potere di toglierci qualcosa, ma tutto e tutti ci fanno dei doni, in questo caso: “Acciaio”.

Acciaio, non è nient’altro che comprensione ed accettazione del dolore, della solitudine. Se si riesce a metabolizzare e capire queste emozioni (di primo impatto orribili) le si può trasformare in Acciaio, in un’armatura che ci permette di vincere ogni battaglia. Sono proprio questi “ Doni” che vanno accettati, per vivere al meglio, per godersi la vita in tutte le sue sfumature.

Se fossi un libro quale saresti?

Forse sarò banale, ma potendo scegliere, direi: Il Piccolo Principe e Narciso e Boccadoro.

Il primo perché, tramite la semplicità e l’innocenza di una fiaba, racconta i sentimenti in maniera spensierata, magica e profonda. Ai miei occhi, questo libro ha la capacità di essere sempre “nuovo” per il lettore: è, infatti, in grado di assumere significati diversi nel tempo e di arricchirti ogni volta che lo si legge.

Il secondo, invece, descrive l’eterna lotta tra istinto e ragione, tra morale e pulsioni, proprio come in Ferion.

Scrivere un fantasy non è un’impresa facile. Quanto tempo hai dedicato alla stesura del libro?

Si è trattato di un processo naturale perché tramite la scrittura sono riuscito a “sentirmi finalmente me stesso”. E ho “usufruito” del genere fantasy proprio perché mi ha permesso di esprimermi con totale libertà.

Al contrario di altri stili, nel fantasy non ho dovuto seguire “regole”. Gli ambienti non sono già visti o definiti, così come i personaggi. Il fantasy, a mio parere, dona allo scrittore una “spensieratezza” che può essere usata non solo per la creazione di una storia o di un mondo, ma anche come pura espressione per descrivere sentimenti o idee profonde.

Per completare Ferion ho impiegato un anno intero. Non ho riscontrato difficoltà specifiche, ma ho affrontato un’avventura lunga e complessa che mi ha raggiunto nell’intimo. L’emozione di vivere certe imprese, di definire personaggi nuovi, di scrivere una storia conosciuta solamente da me, è qualche cosa di indescrivibile! È stato come sognare ad occhi aperti per un anno intero.

Quando la scrittura è diventata la tua passione?

Direi che la passione è scoppiata… d’improvviso!

Ho iniziato a scrivere da poco, solo da cinque anni. Ed il mio “avvicinamento alla penna” può essere definito quasi terapeutico; stavo vivendo un momento particolare, c’erano molte cose che volevo dire, ma non potevo.

Avevo bisogno che qualcuno mi ascoltasse senza giudicare. Sentivo il bisogno che qualcuno mi sostenesse, che mi dicesse che nulla era perso.

Ho trovato tutto questo nella scrittura. Il foglio bianco difronte a me, è stato come un viaggio sconosciuto: verso una storia che conosco solo in parte e verso una parte di me che era rimasta nell’ombra.

La figura dello scrittore sta diventando sempre più popolare, al giorno d’oggi emergono diversi autori. Hai qualche consiglio per chi si sta avventurando in questo mestiere?

È difficile per me dare consigli, anche perché ho pubblicato solo due libri.

Posso senz’altro affermare che crederci fa la differenza, in questo progetto come in tutto nella vita.

Io stesso ho commesso svariati errori e molte cose le ho capite solo dopo aver pubblicato. Suggerisco a tutti di prestare molta attenzione quando si prendono contatti con una casa editrice; occorre visionare bene i contratti ricevuti e, soprattutto, se il progetto è valido, non è necessario versare contributi personalmente.

Il tasto dolente, per quanto mi riguarda, sia nel caso dell’auto-pubblicazione sia in quello in cui è una casa editrice a seguirti, è l’importanza di un buon editing.

Nel mio caso, purtroppo, c’è stato solo un piccolo lavoro sul libro.

L’editing è una fase fondamentale per la riuscita del manoscritto; tutti gli scrittori sanno che è complicato scovare da soli i propri errori, e l’editing svolge proprio la funzione di completamento e valorizzazione di tutta la fatica ed il lavoro compiuto dall’autore.

Cosa significa per te essere scrittore?

Lo dirò in poche parole, per me essere scrittore significa essere Libero.

Con questa parola intendo una libertà assoluta, libero di essere il meglio di quello che sono ed anche il peggio, senza (pre)giudizi.

Libero di pensare, di vivere senza limiti, libero di emozionarmi senza costrizioni.

Libero di viaggiare e scoprire nuovi mondi, mondi che sono accessibili solo a me.

Hai qualche scrittore preferito?

Niccolò Ammaniti, Hermann Hesse, Alessandro Baricco, Paulo Coelho, Haruki Murakami…ce ne sarebbero tanti, ma preferisco fermarmi qui.

Amo molto e, devo dire che forse è stato il mio primo amore, la poesia. Autori come: Pablo Neruda, Emily Dickinson, Fernando Pessoa e Wislawa Szymborska, per citarne solo alcuni, mi hanno accompagnato ed insegnato molto durante gli anni.

Consigliami un libro.

Ora mi metti in difficoltà, perché so che sei una lettrice accanita! Proprio per questo non ti consiglio best sellers o pietre miliari della letteratura, ma i tre titoli che mi hanno accompagnato in periodi felici e che, in qualche modo, mi hanno lasciato qualcosa dentro, anche se spiegarlo non è semplice… forse erano semplicemente i libri giusti nel momento giusto!

Shantaram di Gregory David Roberts, L’eleganza del riccio di Muriel Barbery, Delirio di una notte di mezza estate di David Safier (quest’ultimo lo ricordo con tanto affetto).

Hai un hobby che coltivi nel tempo libero?

Amo la corsa e tutto quello che la riguarda: scendere in strada la mattina presto, d’inverno, quando il respiro prende forma per il freddo e senti la pelle “svegliarsi lentamente”. Amo la corsa perché non ha trucchi, non ha giudizi e non occorre dimostrare nulla a nessuno. Ma, quando mi fermo, quello che mi rende felice è scrivere.  La scrittura, per me, è un contatto diretto con la mia anima, i miei sogni, i miei desideri. Seguo anche il Cinema, Film di tutti i generi, dall’animazione ai classici, in poche parole tutto quello che stimola la mia fantasia.

La nostra chiacchierata finisce qui, ringrazio l’autore per il tempo a me dedicato e vi ricordo che “Ferion. Cuore Vs Acciaio” è disponibile su amazon.

 

 

 

Note sull’autore – Francesco Maneli:

Mi chiamo Francesco Maneli sono nato a Mugnano di Napoli nel 1985. Diplomato in lingue al liceo Niccolò Jommelli (Aversa). Studente di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli, prima pubblicazione con la Cavinato International nel 2015 con il libro Ferion cuore vs Acciaio, fantasy per ragazzi. Durante gli anni universitari ho avuto esperienze lavorative, di vario genere. Ho partecipato a numerosi concorsi di poesia ricevendo attestati di merito. Ho scritto anche alcuni racconti che hanno vinto piccoli concorsi al livello locale. Sono un appassionato di sport, di qualunque tipo, amo la scrittura, l’arte, leggere ed ho un legame intimo e viscerale con la poesia, amo gli autori stranieri come Emily Dickinson, Pablo Neruda, Hermann Hesse, Fernando Pessoa e Wislawa Szymborska. Tra le mie passioni ci sono anche quella per i film, le serie tv e gli anime. Amo Hayao Miyazaki e la magia dei suoi film. Attualmente sto finendo gli studi e scrivendo altri due libri.

Non dimenticatevi di seguire tutte le tappe!

25 aprile: Presentazione del romanzo e Illustrazione – The room tales
26 aprile: Recensione – Chiara in bookland
27 aprile: Intervista – La Stamberga d’Inchiostro
28 aprile: Ambientazione – Bookspedia
29 aprile: Personaggi – Vivere tra le righe
30 aprile: Approfondimento – Un, libro mille emozioni

 

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