Review Party: Bugiardo di Phoebe Morgan (Leone Editore)

Dopo il social tour su Instagram è giunto il momento di parlare del romanzo di Phoebe Morgan, Bugiardo, pubblicato da Leone Editore nella collana Mistéria e tradotto da Eleonora Carlotta Gallo.

Pagine: 443

Acquistalo subito: Bugiardo

Editore: Leone Editore
Collana: Mistéria
Traduzione: Eleonora Carlotta Gallo

Prezzo: € 14,90
Data di uscita: 27 Settembre

Il padre di Corinne e Ashley è morto un anno fa, ma le due sorelle, che gli erano entrambe molto legate, avrebbero davvero bisogno del suo supporto. Ashley infatti vede il marito tornare ogni giorno più tardi dall’ufficio, la figlia di pochi mesi sembra incapace di dormire e quella adolescente, Lucy, quasi non le rivolge la parola. A Corinne, invece, piacerebbe avere i problemi della sorella, frustrata com’è dalle difficoltà che sta incontrando nel rimanere incinta. Un quadro familiare apparentemente normale viene turbato dal misterioso ritrovamento da parte di Corinne, prima in casa e poi in ufficio, di alcune parti della sua vecchia casa delle bambole, costruitale proprio dal padre. Chi le sta lasciando, e come se le è procurate? Quando scopre che la casa giocattolo è sparita dalla soffitta della vecchia villa dei suoi, Corinne comincia a vedere minacce ovunque. Dovrà riuscire a distinguere il vero dal falso per scoprire chi sta attentando al benessere della sua famiglia.

Il mio è un venerdì decisamente desaturato, i colori si spengono e il contrasto è ben accentuato per far spiccare i dettagli, quelli necessari a mettere a fuoco il romanzo di cui sto per parlarvi: Bugiardo, titolo italiano di “The Doll House”, un thriller psicologico ben studiato, che porta in campo uno degli ingredienti più diffusi in questo genere di romanzo, la famiglia.

Nessuna famiglia è perfetta. Dietro i sorrisi smaglianti e la facciata di una dimora, nessuno sa com’è realmente una famiglia perchè, una volta chiusa la porta, ogni ruolo si ribalta e tutto ciò che dà l’idea di essere perfetto può darsi che non lo sia.

Phoebe Morgan ci offre un posto in prima fila per assistere al declino di una famiglia apparentemente perfetta, mostrandoci non soltanto ciò che accade in una sola dimora, ma ampliando la visuale così che possiamo arricchire il quadro e trarre le nostre conclusioni. All’inizio leggendo la sua dedica non avevo colto la sua frase, ma dopo aver ultimato la lettura posso dirlo con franchezza, nonostante la mia famiglia abbia degli alti e bassi, anche io sono felice di non essere una Hawes.

Instagram: @brivididicarta | @stambergadinchiostro

Con uno stile incisivo l’autrice riesce a penetrare fino in fondo nella psicologia dei suoi personaggi, mostrandoceli a tutto tondo, con i loro dubbi e le loro paure, passando da un volto all’altro per permetterci di conoscerli meglio, un po’ come un mirino che cerca d’inquadrare il suo bersaglio, il lettore poco a poco familiarizzerà con ogni membro di questa particolare famiglia, compresi gli affetti.

Da una parte abbiamo Corinne, una giovane donna che lavora in una galleria d’arte, insieme al suo compagno Dominic, giornalista, stanno provando ad avere un bambino da un po’ di tempo, ma la fecondazione in vitro non sembra dare risultati. Corinne è abbattuta, vuole disperatamente crearsi il proprio nido, come sua sorella Ashley, ma dopo la morte di suo padre le cose hanno cominciato a degenerare. Nonostante stia tentando con tutte le sue forze di aggrapparsi alla vita, di vedere il lato positivo, il fatto di non riuscire a dare un erede al suo compagno la sta lentamente consumando. Si sente vuota, come donna è frustata e come se non bastasse qualcuno la tormenta inviandole pezzo dopo pezzo la casa delle bambole che le aveva regalato il padre.

Dall’altra parte abbiamo Ashley, madre di famiglia, sposata con James da più di sedici anni. Ha rinunciato alla sua carriera editoriale per prendersi cura della sua numerosa famiglia, ma lei è felice, le piace essere madre a tempo pieno. Come ogni famiglia anche la sua ha dei difetti, ad esempio non riesce a comunicare. Suo marito James non è mai presente e sua figlia Lucy è sempre più scontrosa, distante, un po’ come suo padre. La nave che credeva di guidare sta lentamente affondando fra dubbi e paure.

Un piccolo pezzo di una casa delle bambole infrange la già ansiosa esistenza di queste due sorelle, Corinne comincia a sentire gli occhi puntati addosso da qualcuno nell’ombra, mentre sua sorella Ashley è preoccupata per quelle telefonate mute che la tengono sulle spine, insinuando dentro di lei il dubbio che possa esserci un’altra donna nella vita di suo marito. Entrambe si sentono prigioniere di una sensazione, isolate in una gabbia fatta d’inquietudine e di angoscia, una prigione mentale che le spinge a sviluppare diverse ossessioni.

Un altro pezzo spezza del tutto la calma apparente, precipitando Corinne nuovamente in questo suo personale incubo, e un altro ancora riporta a galla qualcosa che nessuna delle due avrebbe mai voluto affrontare. 

Il mio cuore pulsa in modo fastidioso. Non posso continuare a fare così, a vivere con i nervi a fior di pelle, spaventandomi per un nonnulla. Dom continua ad accarezzarmi i capelli e a dirmi che va tutto bene. Lo so che ha ragione, ma non ci riesco. Continuo a pensare a quello che ho visto: un volto nella finestra che mi guardava, fissandomi dritto negli occhi.

Il romanzo di Phoebe Morgan è un concentrato di ansia, suspense e angoscia, tre sensazioni molto simili ma profondamente diverse l’una dall’altra e ognuna di esse spinta da una diversa situazione, un diverso non sapere che affoga i protagonisti nel più oscuro dei dubbi: chi era realmente il loro padre?

Come vi ho già detto questo è un thriller psicologico ben strutturato, che scava a fondo nel subconscio dei suoi protagonisti, portando a galla quelle domande che in realtà si erano già posti in passato, che ritornano attraverso improvviso flashback e reminiscenze, echi dimenticati di un dubbio che si voleva evitare di prendere in considerazione.

La situazione che vivono tutti è quella che capita a tutti noi quando ci troviamo di fronte a qualcosa di inverosimile, un evento o un fatto che tutti quanti abbiamo cercato di ignorare nonostante ci fossero dei chiari segni della sua presenza, ma per salvaguardare la nostra stessa coscienza abbiamo deciso di lasciarci abbagliare dai sorrisi e ricordi felici, tralasciando ogni chiaro segnale di un’orrore nascosto dietro una porta.

“Bugiardo” è un invito a guardare dallo spioncino di una porta la vita di due sorelle tormentate dal passato che torna a pezzi, tra una porticina di legno in miniatura e lo squillo di un telefono, un incubo condiviso che si rivela essere un orrore del passato.

“Penso a me stessa mentre metto le bambole nelle loro culle, dondolandole dolcemente per farle addormentare nelle loro camere da letto in miniatura nella casetta. La porticina blu si apre e si chiude, intrappolandole all’interno.”

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Leone Editore per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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