“Allora me la sento calare addosso: l’ombra del coperchio rassicurante della mia vita, che assomiglia a una scatola di cioccolatini. Mi sento rimpicciolire sempre più nel buio.”
Acquistalo subito: Ti sto guardando
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Thriller
Data di uscita: 15 Febbraio
Prezzo: € 10,00
Pagine: 336
“A quel punto le mie emozioni mutano, e mi chiedo invece com’è che mi sono tagliata fuori in questo modo, che mi sono accortocciata su me stessa. […] Sono dentro la mia testa, adesso, in un caleidoscopio di ricordi. Immagini dai contorni sfocati.”
Il protagonista di oggi è un thriller in arrivo domani in tutte le nostre librerie, si tratta di “Ti sto guardando” di Teresa Driscoll, pubblicato da Newton Compton Editori.
Dopo aver letto la trama non riuscivo a non pensare al romanzo, era come se mi chiamasse e alla fine ho ceduto alla tentazione, come mi capita tantissime volte quando ho fra le mani una storia del crimine.
Partiamo da un po’ di elementi che mi sono piaciuti. Oltre la storia in sé, ho apprezzato la scelta di alternare i vari punti di vista, come un domino dove bisogna prestare attenzione ad ogni tassello che si inclina, salta fuori o si accavalla sugli altri.
Le vite dei personaggi sono intrecciate da una sola persona, Anna e la sua scomparsa, cadono come tessere del domino quando il suo caso diventa mediatico. Un altro punto a suo favore è lo stile. Semplice, lineare, pulito. Niente di così elaborato ma che arriva dritto al sodo quando si tratta di immergersi in questa curiosa storia. Questo romanzo infatti si legge veramente in breve tempo, ve ne accorgerete da soli.
Teresa Driscoll si è servita di un piccolo espediente, come un viaggio sul treno, per trasformare il suo romanzo in una caccia alla verità, fatta di ostacoli e di illusioni, senza la possibilità di comprendere quali di questi siano reali e quali no.
“Lei lo sente all’istante. Il brivido. Quello rivelatore. Il sangue che scorre gelido. E poi defluisce dalla sua faccia.”
Il nostro sipario si apre con Ella Longfield, una fiorista, durante un viaggio in treno nel quale nota due figure fuori dal comune, individui all’apparenza loschi che stanno “infastidendo” due passeggere. Il suo istinto da donna, madre, moglie, le suggerisce di intervenire, ma qualcosa la blocca, si rende conto che non dovrebbe intromettersi in affari altrui e che a farlo ci si ritrova sempre in grossi guai. Ecco però arrivare il rovescio della medaglia, anche a non fare nulla si rischia di incorrere in diverse conseguenze, magari non immediate ma sicuramente più sgradevoli.
È da questo che l’autrice delinea la sua trama, dalla scelta di una donna nel tirarsi indietro e ritrovarsi in mezzo a una bufera. Una delle due passeggere scompare nel nulla e la testimone, la nostra Ella, era l’unica che forse avrebbe potuto fare qualcosa. È davvero così?
Quante volte ci capita di avere quella sensazione di dover fare qualcosa anche se in realtà non sta accadendo nulla? Basta uno sguardo, un atteggiamento diverso dal solito, anche una camicia tirata fuori dai pantaloni o una macchia, per farci presagire il peggio. Chiamiamolo pregiudizio, chiamiamola ossessione, più semplicemente è l’istinto, lo stesso che permette agli animali di essere prede o predatori.
Quindi ora vi chiedo, è davvero colpa di Ella se Anna è scomparsa? Ma se vi dicessi che c’è in ballo uealtro, che nel giorno della sua scomparsa altre forze si erano messe in moto? Non importa se la risposta sia un secco “no” oppure un “può darsi”, per l’opinione pubblica, la testimone è lo stesso colpevole.
La vita di Ella scivola come un’onda che si infrange sulle scogliere, fatta dalle acuminate lame di un popolo assoggettato alla televisione, lo stesso che ragiona con la stessa mentalità di un gregge di pecore, assuefatti dalle parole di coloro che ritengono superiori.
Teresa Driscoll ci regala un close up nella vita della protagonista e di tutti quelli legati a lei, come il padre, l’amica che era con lei in treno quel giorno, Sarah, e l’investigatore privato a caccia di indizi su strane lettere minatorie, contornate da un osservatore silente, che osserva e ricorda.
“Anche questo biglietto è nero. Le lettere sono ritagliate a qualche rivista e incollate. Malamente. Disallineate. Ti sto guardando.”
Questo è un romanzo che regala attimi suspense e allo stesso tempo assuefazione, sì, perché si rimane incollati alle pagine, non si può far a meno di andare avanti per scoprire la realtà che si cela questo crimine.
L’unica pecca, a mio avviso, è l’essere andata fin troppo oltre la vita di ogni personaggio, perché in quei casi si esce un pochino fuori dai binari, distogliendo l’attenzione dalla trama principale e focalizzandola sulle piccole increspature che si formano attorno al caso, in forma moderata sono utili ad alleggerire la lettura, ma se abusati rischiano solo di intralciarla.
Sicuramente in quanto a personaggi non si può dire che siano tutti piatti, Ella, ad esempio, evolve nel corso della storia, anche quando il caso cade nel dimenticatoio e viene rispolverato dal talk show di turno.
Sicuramente in quanto a personaggi non si può dire che siano tutti piatti, Ella, ad esempio, evolve nel corso della storia, anche quando il caso cade nel dimenticatoio e viene rispolverato dal talk show di turno.
Come esordio nel thriller sicuramente Teresa Driscoll è un nome che bisogna ricordare, in attesa del suo prossimo romanzo dal titolo “The Friend”, in uscita a maggio di quest’anno all’estero e che io non vedo l’ora di scoprire.
Ti sto guardando non è soltanto il titolo di questo romanzo, ma un’arma a doppio taglio, un gioco di specchi nel quale è difficile distinguere i riflessi che vi si specchiano dento.