Biosfera Ostile: Animali funesti vs. Piante infami (ABEditore)

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

La terra è in tumulto. Nessun costo di mana è stato pagato eppure piante e animali si stanno scatenando. No, non sto giocando a Magic The Gathering ma mi sembra di vedere rampicanti e bestie feroci ovunque. Il 2020 è appena cominciato ma la biosfera è già ostile. Le ultime imbustastorie firmate da ABEditore ci portano alla scoperta di animali funesti e piante infami con otto pagine d’autore in cui le protagoniste sono proprio la fauna e la flora in una veste più spaventosa.

Ad aprire le danze sono proprio gli animali funesti, capitanati dalla voce indiscussa di H.P. Lovecraft che con il suo stile accattivante getta le basi per un percorso mostruoso, dove la noia spinge due malcapitati a ricercare il brivido nella tomba di un olandese sconosciuto, sciagura del suo tempo e per il quale i due curiosi sono disposti a tutto, anche a trafugarla pur di spingersi oltre la sottile linea che separa la normalità dall’irrazionale. Un amuleto viene trafugato e con esso la maledizione, quel continuo ululare di una bestia indefinita, la follia e persino la morte. 

A seguirlo Charles Nodier, Hector Hugh Munro “Saki” e Franz Kafka con tre storie che, lasciatemelo dire, sono una migliore dell’altra. Partendo dallo stesso Nodier, novità assoluta per me fino ad arrivare a Kafka, questi animali non sono solo presagi di sciagura, ma vere e proprie incarnazioni del male sotto forma di bestie, animali che hanno smarrito la loro natura e hanno in qualche modo abbracciato la loro oscurità, sia che essa venga da dentro o che sia stata donata da qualcos’altro. 

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Chi è scaramantico lo sa bene. Un gatto nero può essere la fine, soprattutto quando è Edgar Allan Poe lo trasforma in un profeta di follia, un piccolo tarlo che divora la mente umana fino a trascinarla sulla soglia dell’omicidio, una maledizione oscura che trascende la natura del tanto amato animale da compagnia e lo trasforma in un vero e proprio paradigma di morte.

Dall’altra parte ci sono loro, le piante infami. È Gustav Meyrink a raccogliere il testimone. Le piante del Dottor Cinderella sono la dimostrazione che la curiosità quando non uccide, paralizza, le abominevoli creazioni del grande erudito portano un malcapitato a vivere l’esperienza più terrificante e surreale della sua vita. Ci pensa però Ambrose Bierce ad alzare la posta in gioco con la terrificante storia degli Harding e quel diabolico rampicante le cui radici nascondo un segreto ancora più oscuro. E se strani intrecci e rampicanti non sono abbastanza, che dire di Auguste de Villiers de L’Isle-Adam e la sua favola oscura. Piante trafugate dalle tombe dei morti per regalarle alle amanti che tutto hanno tranne che l’aspetto di un vivo.

Quando si pensa che non c’è limite al peggio arriva O. Henry. “L’ultima foglia” è uno di quei racconti che difficilmente si dimenticano, la vita e la morte sono la faccia della stessa medaglia. Una foglia è sia presagio di morte che luce di vita. Un contrasto così forte ha reso la storia di uno degli autori più affascinanti di questa raccolta,a mio avviso, la migliore. 

A curare le traduzioni ci sono Antonella Castello, Giuseppina De Vita, Valeria Strusi, Barbara Barnini, Ramona Loperfido e Rosangela Amato, che riescono a dare voce ed spessore ad autori grandiosi, riuscendo a rendere tangibili le atmosfere che si respirano nei racconti. Direi che l’upgrade oltre ad essere favoloso, spinge chi è alla ricerca di racconti intriganti a buttare sempre l’occhio sulle novità di questa casa editrice. Fogli impreziositi da illustrazioni, “invecchiati” a puntino e sempre curati nei minimi dettagli. Non si può non volerne ancora.

Se fosse una vera sfida le piante avrebbero stracciato gli animali lasciando loro ben poche vie di scampo, avvinghiandoli a morte con i loro tralicci e le loro spire, ma alla fine anche gli animali funesti sanno come difendersi con zanne e artigli o meglio ancora con l’infinita pazienza di chi sa attendere che la morte faccia il suo corso.

«La cosa più sola al mondo è un’anima quando si prepara ad affrontare il suo viaggio misterioso ed estremo. Sembrava che la fantasia si impossessasse di lei sempre di più, come se a uno a uno i nodi che la tenevano legata alle amicizie e al mondo terreno si fossero sciolti».
-L’ultima foglia

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di ABeditore per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
Precedente Tea Time: We wish you a merry Christmas! Successivo Araldi del vuoto: Dall'orrore di H.P. Lovecraft, I miti di Cthulhu (Mondadori)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.