La giornata prosegue con il blog tour dedicato al nuovo romanzo di Tiziana Silvestrin, La profezia dei Gonzaga, pubblicato da Scrittura & Scritture nella collana Catrame. Nella tappa di oggi parleremo della mummia del Passerino.
Acquistalo subito: La profezia dei Gonzaga
Editore: Scrittura & Scritture
Collana: Catrame
Genere: Giallo Storico
Prezzo: € 14,50
Data di uscita: 29 Novembre
Bentornati ancora una volta sulle pagine della nostra Stamberga, oggi vi parlo di qualcosa di insolito e un po’ raccapricciante, una mummia, per la precisione della mummia del Passerino che si dice fosse nascosta nel palazzo dei Gonzaga a Mantova.
Ma prima di parlarvi di questo pittoresco ornamento è meglio far luce sul suo passato e conoscere faccia a faccia colui che fu Rinaldo dei Bonacolsi, detto il Passerino, l’ultimo della sua famiglia a governare Mantova.
Famoso proprio per essere stato l’ultimo governatore di Mantova prima della lunga dinastia dei Gonzaga, quest’uomo vantava diversi riconoscimenti a suo favore sia da parte dell’imperatore, che lo aveva investito della carica di Signore di Modena, lasciando suo figlio Francesco in carica come Capitano del popolo a Mantova da cui si allontanò per diversi anni per poter governare al meglio la sua nuova città. Oltre a questo c’è da dire che il Passerino fu anche scomunicato due volte dal Papa, la prima nel 1323 con l’accusa di eresia, mentre la seconda nel 1326 per lo stesso motivo.
Dopo una serie i scelte sgradite ai suoi sudditi modenesi il Passerino fu cacciato via dalla sua città e fu costretto a tornare a Mantova dove pochi anni dopo, il 16 agosto del 1328 sarebbe morto per mano dei Gonzaga durante una cospirazione per prendere il potere.
A questo punto la storia si fa interessante, infatti pare che il nuovo signore di Mantova appena insediato, Ludovico I Gonzaga detto anche Luigi, avesse ricevuto un monito da una strega secondo il quale il regno dei Gonzaga sarebbe stato duraturo solo se un Bonacolsi fosse rimasto per sempre fra le mura del castello. Proprio per questo motivo si dice che il buon vecchio Luigi fece segregare il resto della famiglia di Rinaldo in una torre, lasciandoli a morire di fame, e imbalsamò il precedente signore di Mantova rendendolo un macabro ornamento da parete per le sale del suo palazzo.
Tutto questo accadeva nel 1328 secondo la leggenda e la prima ed unica testimonianza dell’esistenza di questa mummia ci viene fornita da Joseph Furttenbach, un naturalista tedesco che durante la sua visita al palazzo nel 1626 documentò ciò che vide nel suo libro Neues Itinerarium Italiae.
Nella sua descrizione la mummia del Passerino era posta a cavallo di un ippopotamo e utilizzata come talismano a protezione della famiglia Gonzaga.
La leggenda però prosegue e pare che l’ultima persona a vedere la mummia sia stata l’ultima duchessa di Mantova, Susanna Enrichetta di Lorena, che stanca di vedere quell’oscenità e in preda ad un tremendo raptus da pulizie di primavera prese la mummia e la buttò nel lago per farle fare compagnia alle trote. Il fatto più curioso però è che pochi anni dopo, nel 1708 i Gonzaga videro il potere scivolare via dalle loro mani dopo la morte del marito della duchessa, lasciandola in balia di una serie di eventi che la portarono alla morte a soli 24 anni, nel 1710.
C’è chi è fermamente convinto che il monito della strega si sia avverato nel momento stesso in cui la mummia è stata gettata via, portando la sua benedizione ad una fortunata famiglia di trote che ora governa il lago in salute e prosperità, ma c’è anche chi è convinto che siano stati i Lanzichenecchi a disfarsi di quella vecchia mummia polverosa buttandola fra le fiamme nel 1630 insieme a numerosi tomi.
L’unica cosa certa però è che a mummia in un certo senso proteggeva il casato dei Gonzaga ricordando loro il tradimento che avevano perpetrato nei confronti del Passerino deponendolo dalla sua carica, non a caso pare che tutto sia andato storto non appena quelle quattro ossa ammuffite hanno lasciato il palazzo ducale e con esse anche l’anima tormentata di Rinaldo Bonacolsi.
Tutto questo però fa parte della leggenda e in quanto tale non ci è dato sapere quanto ci sia di vero dietro di essa.
Non dimenticate di seguire le prossime tappe del blogtour dedicato al nuovo romanzo Di Tiziana Silvestrin.
Buona lettura!