Facciamo che ero morta di Jen Beagin | Recensione di Deborah

Jen Beagin ha studiato scrittura creativa alla University of California, Irvine, e ha pubblicato le sue storie su varie riviste letterarie, fra cui «Electric Literature», «Juked» e «Miracle Monocle». Per Facciamo che ero morta, il suo romanzo di esordio, ha tratto ispirazione dal suo passato come donna di servizio. L’opera le è valsa nel 2017 il Whiting Award per la narrativa.

 

Mona trovò irritante la parola «attenzione». Il gioco se lo ricordava, ma non l’aveva mai pensato in quei termini. Lo chiamava «Facciamo che ero morta» e ci giocava più per lui che per se stessa, per offrirgli l’opportunità di mostrarsi nella sua luci migliore. Lui accettava di giocare solo quando c’era un pubblico.

 

Editore: Einaudi Editore
Data di uscita: 15 gennaio 2019
Pagine: 224
Prezzo: 18.50 €

«Facciamo che ero morta», diceva Mona al padre, prima di buttarsi in piscina fingendo di annegare perché lui la salvasse. Ora che è cresciuta, Mona ancora attende di essere salvata. Ironica se non scorbutica, conduce un’esistenza solitaria lavorando come donna delle pulizie sui generis, fino al catastrofico incontro con l’ambiguo Mister Laido. È a causa sua se da un giorno all’altro molla le sue case patinate a Lowell, Massachusetts per trasferirsi in una bislacca comunità di nullafacenti e new ager a Taos, nell’assolato New Mexico. Ma, come ogni professionista del pulito sa bene, spazzare la polvere sotto il tappeto non vuol dire liberarsene: prima o poi lo sporco torna a fare capolino. Al mondo non c’è nessuno che, in fondo a un cassetto o sotto il materasso, non nasconda qualcosa di imbarazzante. Lo sa molto bene Mona, che di mestiere fa la donna delle pulizie e che, mentre lava, smacchia, scrosta, lucida e passa l’aspirapolvere, si distrae curiosando in giro e ricostruendo impietosamente la vita dei suoi clienti. Il martedí sera, non avendo di meglio da fare, presta servizio come volontaria distribuendo aghi puliti ai tossicodipendenti. È in questo ambiente che, in barba alla prudenza, adocchia un soggetto a suo parere interessante: certo, sembra un po’ sporchino, tanto che gli appioppa il soprannome di Mister Laido, però è alto e ha le spalle larghe, e poi ha sempre con sé un libro. E cosí, tra regali bizzarri ed escursioni domenicali sui tetti di fabbriche abbandonate, comincia una storia a dir poco strampalata. Seppure inevitabile e tutto sommato salvifico, l’epilogo supera, per le sue grottesche modalità, ogni piú nera previsione. Per riprendersi dalla batosta, Mona decide di cambiare aria e, dopo aver caricato lo stretto necessario sul furgone, si trasferisce a Taos, un rifugio di fricchettoni e nullafacenti perso nel deserto del New Mexico. C’è la coppia anglo-giapponese di Nigel e Shiori (Yoko e Yoko, li soprannomina Mona, non riuscendo a decidere quale dei due dovrebbe far la parte di Lennon) che se ne vanno in giro in pigiama dispensando immortali perle di saggezza new age. C’è la sensitiva Betty, che colleziona inquietanti bambole e fotografie rubate del suo ex marito. C’è un giovane gay, Gesú, che viene appioppato a Mona come finto fidanzato. Potrebbe bastare per tagliare i ponti con quel che è stato. E invece il passato la insegue e Mona, anche se controvoglia, dovrà fare i conti con la sua infanzia e, in particolare, con un padre ben al di sotto del livello di accettabilità. Perché ormai è cresciuta e non ha piú intenzione di fingersi morta.

 

Nel 2022 vorrei riuscire a sfruttare di più il prestito digitale, trovo sia una bellissima opportunità poter chiedere facilmente e velocemente in prestito un libro che si desidera leggere, una grande pecca di questo meraviglioso servizio è che i lettori (come me) Kindle muniti sono esclusi. Io ho aggirato questa grande mancanza “fregando” il Kobo di mia mamma che praticamente non utilizza, il secondo ebook di gennaio che ho chiesto in prestito è Facciamo che ero morta di Jen Beagin, un libro che mi aveva incuriosita tantissimo fin dalla sua uscita ma che non avevo ancora acquistato.

L’utilizzo del prestito digitale è molto utile sia per evitare di acquistare i romanzi che ci ispirano ma c’è un qualcosa che frena l’acquisto, a me è capitato proprio con il romanzo di Jen Beagin; oppure se desiderate acquistare un particolare libro ma avete qualche dubbio, infatti ad esemopio io ho iniziato così la prima saga della Maniscalco; infine ovviamente se desiderate leggere un romanzo in ebook gratuitamente!

 

 

Bando alle ciance, torniamo a parlare di Facciamo che ero morta! Lo stile di scrittura di Jen Beagin mi è piaciuto abbastanza, fluido, lineare e immediato; la vicenda in sé devo ammettere che non mi ha convinta al 100%. Leggendo la trama mi aspettavo un romanzo contemporaneo ironico e irriverente, un frammento di letteratura contenente elementi non banali ma caratterizzato da una nota pungente. Ecco, queste mie aspettative sono state abbastanza illuse perché si tratta di sì di un romanzo che possiamo definere letteratura, quella di Mona non è una storia per niente banale. Nel romanzo emergono forte e chiaro diverse problematiche importati come la droga, la solitudine, l’infelicità e l’inadeguatezza. Pensavo che in questo romanzo fosse presente una nota ironica che però non ho trovato, la immaginavo abbinata alla descrizione dello “sporco” trovato dalla protagonista nelle case dei suoi clienti. Mi incuriosiva tantissimo lo scavare dietro le quinte delle vite di persone normali, conoscere la polvere che nascondo sotto il tappeto delle apparenze. Questo fattore manca completamente nella prima parte del romanzo e viene trattato un po’ nella seconda parte, sicuramente non quanto mi aspettavo.

Mona è una giovane donna della pulizie, conduce una vita solitaria fino al suo incontro con Mister Laido, un tossicodipendente conosciuto durante le ore di volontariato. Mona inizia una relazione particolare con questa persona, io la definirei piuttosto tossica per la giovane. Dopo la scomparsa dell’uomo la protagonista decide di lasciare tutto e trasferirsi nel New Mexico a Taos, una località incastonata tra le montagne polverose e abitata da soggetti molto particolari. I personaggi che si affiancano a Mona nella seconda parte del romanzo sono molto interessanti e sopra le righe, anche se in questa parte è la protagonista a diventare un po’ piatta.

Facciamo che ero morta di Jen Beagin è una lettura che mi ha un po’ delusa, si tratta comunque di un romanzo che ha qualcosa di interessante e strampalato.

 

 

 

 

May the Force be with you!
Precedente A tu per tu con Elena Magnani Successivo Che razza di libro! di Jason Mott | Recensione di Deborah

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.