Fulgore della notte di Omar Viel | Recensione di Deborah

 

Dovresti darla a Liz, disse tentando di restituirla. Cara Liz. Rachel rise. Lo sapevi che, per prima cosa, ogni mattina si preoccupa di scoprire se sono morta nel sonno? Naturalmente con lei sono stata chiara. Non è una sua responsabilità trovarmi morta. Tua figlia, però, non vuole sentire ragioni. Intende assicurare a tutti la salute o, nel caso, una degna sepoltura.

 

Editore: Adiaphora
Data di uscita: 30 settembre 2019
Pagine: 212
Prezzo: 3.99 € ebook ; 16.00 € cartaceo
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Gordon Wilson non si sarebbe dovuto trovare in quella casa. Inebriato dal fascino di una giovane sconosciuta, così simile a sua moglie Una, dà inavvertitamente vita a un incendio e, dalle fiamme, scivola nella realtà la sinuosa figura di una tigre. Gordon fugge, lasciando la propria famiglia disorientata. È un passaggio di testimone, quello con la figlia Liz, che da Bristol si reca a Londra alla ricerca del padre, per scoprire infine antichi prodigi e svelare i misteri degli Wilson. Passato e presente si intrecciano nella simbologia della specularità. Un viaggio fatto di incontri bizzarri con personaggi eterei, in equilibrio tra il mondo del visibile e quello dell’invisibile, tra l’universo tangibile e quello dell’immaginazione. Un cammino esistenziale, fisico, letterario, con incursioni nel poetico.
Un romanzo composito nel quale si innesta un generoso tributo al Romanticismo inglese, che invita a lasciar andare gli ormeggi della ragione per abbandonarsi al dominio del possibile.

 

«E va bene così…senza parole!», il ritornello della meravigliosa ed iconica canzone di Vasco, Senza parole, risuona continuamente nella mia mente dopo aver terminato Fulgore della notte di Omar Viel. Il romanzo mi ha letteralmente spiazzata, disorientata, confusa. Mi trovo di fronte alla pagina bianca con molto caos in testa, per niente sicura di quello che andrò a scrivere. Fulgore della notte è un viaggio etereo in cui realtà e immaginazione si mescolano fino a diventare un tutt’uno, si condensano in una figura evanescente che prende per mano il lettore e lo accompagna tra le pagine.

 

Gordon e Una si conobbero un sabato di primavera nella sala di lettura della Clifton Library, dove le lampade da tavolo restavano accese anche nelle giornate di sole. Lui aveva vent’anni e seguiva i corsi di Letteratura Inglese alla Bristol University, lei nemmeno diciassette e frequentava l’Avon College per l’A Level grazie a una borsa di studio che dalla Scozia centrale, dov’era cresciuta, l’aveva condotta a Bristol. Erano seduti l’uno di fronte all’altra, allo stesso banco, e per qualche ragione la presenza di Una spingeva Gordon a distogliere lo sguardo da Past and Present di Thomas Carlyle.

 

Riflettendo, so che cosa ho letto ma allo stesso tempo non ne sono così sicura. Paradosso. Insicurezza. Stupore. Nel ricostruire la vicenda sono molto titubante, temo di non aver colto e assorbito ogni minimo particolare, ho paura che mi sia sfuggito qualcosa, provo la forte sensazione di sapere di non sapere. È una sensazione disorientante, davvero molto particolare, una sensazione che a memoria credo di non aver mai provato con nessn altro romanzo. Sarei davvero curiosa di capire se questo retrogusto fumoso è un fattore volutamente ricercato dall’autore. Personalmente credo proprio di sì, dalle righe trapela la grande cura con cui Omar Viel ha dato vita alla sua storia, la ricerca dietro le atmosfere uniche e psichedeliche, in bilico tra realtà, finzione ed immaginazione. La voce di Omar Viel ci guida lungo il percorso alla scoperta della famiglia Wilson, una famiglia a dir poco particolare e sopra le righe; ma infondo possiamo noi definire la normalità? Io credo proprio di no. Chi può realmente stabilire cosa è normale e cosa non lo è? La normalità è un concetto personale ed estremamente relativo, ciò che io definisco normale per un altra persona può essere stralunato o inconcepibile, tutto fuorché normale. Possiamo allora giudicare la famiglia Wilson? Nì. Personalmente trovo che sia un insieme di persone molto particolari, questa è l’associazione che si è sviluppata nella mia mente, infondo la normalità non esiste!

 

Sono a Londra, ma forse questo già lo sapete. Da quando ho raggiunto la completa fiducia nella mia Invisibilità non evito più le vie affollate, lo Strand, Brompton Road, Bond Street, tutti posti che, frequentati in abiti puliti e facendo una doccia a settimana, garantiscono il completo anonimato. A Trafalgar Square sono soltanto un Corpo alla periferia della percezione, un ostacolo in movimento. I sensi della Massa mi concedono, né più né meno, la giusta quantità di spazio in qualsiasi direzione io voglia andare. Finché non comincerò a puzzare, le geometrie non cambieranno e lo scorrimento resterà un sistema di tipo democratico.

 

Gordon Wilson è un professore, una persona colta e un padre di famiglia, innamorato e completamente affascinato dalla moglie Una, che è spesso lontana da casa per lavoro, vive a Bristol con le due figlie Liz e Sidheag. La famiglia Wilson è, come vi dicevo, molto particolare: ho avuto la sensazione che i quattro membri fossero entità distinte quasi “costrette” a convivere nello stesso spazio, ognuno fa ciò che vuole, non mi è sembrato proprio di respirare l’aria familiare di cooperazione e collaborazione ma un forte vento di indipendenza personale. Gli abitanti di casa Wilson vanno e vengono senza confrontarsi, organizzarsi o rendere conto agli altri di ciò che fanno, vivono in un regime di grande libertà. Una sera Gordon dà un passaggio, insieme alla figlia, ad un’amica di Liz che caso vuole ha lo stesso nome della moglie; la accompagna fino a casa, un’abitazione che trasuda per lui un particolare fascino, proprio come la proprietaria. Da quel momento il sig. Wilson inizia ad aggirarsi nei pressi della casa inebriato dal fascino della sconosciuta così simile e contemporaneamente così diversa da sua moglie, fino a riuscire a trascorrere una serata con l’altra Una; serata che si conclude con l’incendio dell’abitazione e la fuga di una tigre dalle fiamme. Gordon Wilson è spezzato da questa esperienza, decide di fuggire a Londra abbandonando momentaneamente la propria famiglia. Tocca a Liz partire per la grande città alla ricerca del padre, lasciare tutto per cercar di far luce sui misteri che circondano gli Wilson e sé stessa; tra nuovi incontri, scoperte, dubbi, presente e passato, la ragazza percorrerà una strada, forse già tracciata, fatta di conoscenza, verità e una generosa dose di follia.

Fulgore della notte è un romanzo molto particolare e disorientante, dona certezze ma ancor più dubbi ed interrogativi, è un’esperienza unica di lettura che credo si rivelerà diversa per ogni paia di occhi che incontrerà le sue pagine, provare per credere!

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Adiaphora per la copia omaggio

 

 

May the Force be with you!
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