Review Tour: Inverno di morte di Meghan Holloway

Cominciamo la settimana con il review tour dedicato al romanzo di Meghan Holloway, “Inverno di morte”, pubblicato da Leone Editore e tradotto da Gaia Giaccone.

Data di uscita: 11 Marzo

Acquistalo subito: Inverno di morte

Editore: Leone Editore
Collana: Mistéria
Genere: Thriller
Traduzione: Gaia Giaccone

Prezzo: € 15,90
Pagine: 344

Dopo la morte dei nonni che l’hanno cresciuta, Evelyn arriva a Raven’s Gap, con tutta la sua vita contenuta in una valigia e uno zaino. Per anni, ad Atlanta, è stata vittima di stalking, esperienza che l’ha segnata profondamente, e adesso vuole solo ricominciare una vita serena, in una piccola città dove la gente non sembra avere altro problema che affrontare il gelido inverno nevoso del Montana. Eppure, poco dopo l’arrivo di Evelyn, le donne della città cominciano a sparire senza lasciar traccia. Evelyn è certa che c’entri Jeff, un uomo che sembra ossessionato da lei; ma, proprio come le è successo ad Atlanta, nessuno le crede. Adesso Evelyn si trova nel mirino di un serial killer a caccia della preda perfetta. Ma questa volta non ha intenzione di diventare una vittima.

Il freddo torna a tormentarci, in questi giorni sembra quasi di essere tornati in inverno, quella voglia di rimettersi sotto le coperte e concedersi un buon libro fa nuovamente capolino durante le mie giornate. Ogni tanto serve un momento in cui rilassarsi e lasciarsi andare, un attimo per prendersi cura di se stessi e della propria mente, tuffandosi in una storia dal ritmo serrato che incolla letteralmente alle pagine. Il review tour di oggi ci porta fino in Montana, fra le pagine di “Inverno di morte”, il nuovo romanzo di Meghan Holloway.

Il titolo originale “Hunting Ground” mi fa riflettere sin da subito perché rievoca in maniera perfetta la terribile sensazione che Evelyn prova quando si trasferisce a Raven’s Gap, ovvero quella di essere braccata a ogni suo passo, sente chiaramente sul suo collo il fiato di qualcuno che non aspetta altro che un suo passo falso per farla cadere nella sua trappola. Questa sensazione la conosce fin troppo bene, se la porta dietro da sei anni, uno dei motivi per cui ha deciso di trasferirsi proprio in questa piccola cittadina sperduta, voleva allontanarsi dal ricordo di Chad Kilgore e di ciò che le aveva fatto, di tutti quei momenti distrutti dalla sua ossessione di osservarla e inseguirla ovunque.

Dopo la morte dei suoi nonni Raven’s Gap sembra quasi essere il capitolo che stava aspettando da tutta una vita, quello in cui finalmente può tirare un sospiro di sollievo e camminare senza mai guardarsi le spalle, eppure basta poco per rendersi conto che quel posticino sperduto non è altro che il terreno di caccia di un serial killer che ha già mietuto diverse vittime, tutte donne e tutte scomparse. I manifesti sparsi per i muri della città non sono altro che i trofei della sua campagna di distruzione, i ritratti evanescenti di tutte coloro che hanno avuto la sfortuna di essere scelte come sue prede.

«Non riuscivo a scacciare la sensazione che ci fosse qualcuno che mi osservava…»

Meghan Holloway sembra essere un’autrice da tenere d’occhio, la sua storia ha un qualcosa di magnetico che mi ha tenuta incollata alle pagine dall’inizio fino alla fine, la sua capacità di coinvolgere il lettore e catalizzare la sua attenzione sulla caccia sono la chiave di tutto il romanzo. Passando da un personaggio all’altro ci mostra vari frammenti di una realtà agghiacciante, dove una mente squilibrata trova campo libero per dare vita alle sue fantasie, trasformando il soggiorno di Evelyn in un incubo e così anche l’indagine di Hector Lewis, un uomo già devastato dalle percosse che la vita gli ha riservato che cerca disperatamente di raccogliere abbastanza prove da puntare il dito contro il colpevole, ma tutto questo ovviamente invano.

Evelyn, sta cercando di dare una forma a questo mosaico, di trovare la giusta sequenza di tasselli necessaria a identificare chi la perseguita, a stanare l’ossessione che la segue e a liberarsi dalla sua pressante morsa, ma quando crede di essere vicina alla verità scopre che non è semplice, puntare il dito è semplice, immaginare lo è ancora di più, ma concretizzare il tutto è la parte quasi impossibile di questa ricetta, si riesce a capire quale sarà il risultato di tutti i suoi sforzi ma qualunque cosa lei tenti si fa sabbia fra le dita. Eppure Jeff è una persona vera, concreta, tangibile, ma si muove indisturbato come un’ombra, sembra quasi una persona normale, al di fuori di ogni sospetto, ma tutti al contempo sanno con certezza che c’è qualcosa che non va, quel brivido dietro la nuca che suggerisce anche ad Evelyn di stare lontana da lui.

L’inverno quindi diventa a tutti gli effetti un banco di prova per Evelyn che tenta il tutto e per tutto pur di ritrovare le donne scomparse di Raven’s Gap, scoprendo lungo il suo viaggio una scia di sangue, un sottile filo rosso che la porterà nella tana del lupo, rischiando in prima persona di essere travolta dalla fame incessante di questo predatore di cui l’autrice non ne nasconde la psiche, anzi mostra quanto la sua ossessione sia radicata in lui a tal punto da perdere il controllo, diventare sempre più una bomba ad orologeria pronta a scoppiare in qualsiasi momento. 

“Inverno di morte” non è una storia come le altre, ci porta nel cuore del Montana per mostrarci la caccia più spietata mai vista, fra misteriosi manufatti dei nativi americani e donne misteriosamente scomparse è qui che Evelyn scoprirà un’agghiacciante verità che la condurrà ad un amaro epilogo.

«Quel vuoto strisciante mi era penetrato nelle ossa e si era insinuato fin nel midollo, riempendo le fessuro delle articolazioni fino a che non era rimasto niente a parte un dolore costante e acuto».

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Leone Editore per la copia omaggio.

 

 

May the Force be with you!
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