La fragilità degli angeli di Gigi Paoli | Recensione di Deborah

 

E venne il giorno. Il giorno in cui, dopo una vita, andammo esauriti nelle edicole di quasi tutta la città. Dopo una vita ma a causa di una morte: un triste scherzo della semantica. Avevamo sparato in prima pagina la foto del corpo, coperto da un lenzuolo, in quel parcheggio battuto dalla pioggia. Un
bello scatto, indubbiamente.

 

Editore: Giunti Editore
Data di uscita: 19 settembre 2018
Pagine: 304
Prezzo: 16.00 €
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Sono giorni di angoscia per Firenze dopo la misteriosa scomparsa di un bambino di quattro anni che stava giocando nel giardino della sua casa in collina: di lui rimane solo la piccola bicicletta grigia, appoggiata a un albero. Mano a mano che passano i giorni, le speranze di ritrovare Stefano in vita si affievoliscono, e in città si torna a respirare lo stesso terrore dei tempi del ”Mostro”, il famigerato serial killer che uccideva e mutilava le coppiette appartate in campagna. Per il giornalista di cronaca giudiziaria Carlo Alberto Marchi e il suo collega della ”nera”, l’Artista, sono ore di ansia e lavoro frenetico fra la redazione, i luoghi del delitto e un Palazzo di Giustizia sempre più cupo, proprio come il suo soprannome: Gotham. Un’inchiesta serrata che non dà tregua agli inquirenti, la tenace pm Simonetta Vignali, grande amica di Marchi, e il capo della Mobile Settesanti, segnato da un passato violento che non gli concede sconti. A dare una svolta alle indagini sarà l’inaspettata confessione di uno studente di psicologia: è stato lui a uccidere Stefano, per poi abbandonarne il corpo sulle rive dell’Arno. Sta dicendo la verità? O si tratta solo di un mitomane? E mentre le sponde del fiume vengono battute a tappeto, un altro colpo di scena riaccende la paura. In una celebre basilica sulle oscure colline di Firenze viene ritrovata una lettera anonima che annuncia nuovi orrori: Stefano è stato il primo, ma non sarà l’ultimo… Poi, il caos si trasforma in silenzio, finché un’intuizione ribalta tutto, anche le storie personali, anche quella di Carlo Alberto Marchi, che si ritrova davanti a qualcosa che mai aveva visto prima. Sullo sfondo di un malinconico autunno fiorentino, Gigi Paoli ci regala il suo libro più toccante e intenso.

 

 

Il cielo fuori dalla finestra è nero come la notte, non c’è nessuna luce né nessuna stella; la temperatura è calata e sembra in attesa di scatenarsi un forte temporale, una tempesta si è già riversata all’interno del romanzo di oggi. La fragilità degli angeli è il nuovo romanzo di Gigi Paoli, un noir ambientato nella nostra meravigliosa Firenze. L’autore, i personaggi e la sua storia si sono rivelate scoperte piacevolissime, siete pronti a partire per la Toscana?

 

Eccola lì, Gotham City, pensai mentre dal parabrezza della Mini iniziava a spuntare l’inquietante profilo del nuovo Palazzo di Giustizia. Be’, nuovo un cavolo. Il progetto era degli anni Settanta e ci avevano messo solo trentaquattro anni per tirarlo su. E per forza: era un’accozzaglia enorme di vetro e cemento, con torri vertiginose e spropositate, lunga 240 metri e larga 146. Una città dentro la città, il secondo Palagiustizia più grande d’Italia dopo quello di Torino.

 

Firenze cade nuovamente nel terrore, un bambino di quattro anni scompare nel nulla mentre giocava nel giardino della sua abitazione in campagna. Sembra che del piccolo non sia rimasta nessuna traccia, viene poi ritrovata la bicicletta appoggiata ad un albero, tutto fa presagire il peggio e con il passare delle ore la speranza di ritrovarlo vivo rasenta lo zero. Tutto ripiomba nel terrore, è ancora molto vivido negli abitanti del capoluogo toscano e dintorni il ricordo del Mostro, questa triste vicenda getta l’ombra di una nuova creatura abominevole. Tutti sono in ansia per la scomparsa del piccolo, gli agenti della squadra mobile, la tenace pm Simonetta Vignali non hanno nessuna traccia, nessuna prova, neanche un’inquadratura di sfuggita da una telecamera di sorveglianza. Mentre gli agenti brancolano nel buio, la vicenda viene riportata dal giornalista di cronaca giudiziaria Carlo Alberto Marchi, e dal suo collega della nera. L’attesa si protrae, la speranza rimane flebile ma viva fino a che non viene ritrovato il corpo del bambino, in città si aggira un nuovo mostro.

 

Avevano raccontato come era vestito Stefano il pomeriggio in cui era sparito, cosa che io già sapevo da Simonetta, per poi lanciarsi tutti insieme in una mozione degli affetti rivolta alla cittadinanza, che avrebbe sicuramente dato un aiuto decisivo per il ritrovamento di Stefano.
Il problema era che tutti ormai pensavano a un cadavere: che fosse vivo non ci credeva più nessuno. Né la procura, né la polizia, né i giornali.
Tornammo al nostro posto, l’Artista e io. Oggi la palla era sua: lui scriveva, io avrei fatto la cornice. Titoli, foto e quant’altro. Poi suonò il telefono sulla mia scrivania.

 

Il protagonista del romanzo è Carlo Alberto Marchi, personalmente mi è piaciuto tantissimo come personaggio: ho adorato la sua umanità, la sua ironia e le sue battute di spirito, il suo essere un padre single dedito a sua figlia e al lavoro. Nonostante le difficoltà nel crescere una figlia neo adolescente e portare avanti un lavoro appassionante ma molto impegnativo, emerge moltissimo l’amore paterno e la voglia di fare nel migliore dei modi il mestiere più difficile del mondo, quello del genitore. Carlo Alberto Marchi è davvero un bel personaggio, una persona di carta e inchiostro che sembra proprio umana. Inoltre trovo che la scelta di avere un protagonista giornalista in questo genere sia abbastanza particolare, di solito è più facile trovare un detective oppure un poliziotto, quello del giornalismo mostra un altro modo di vivere un giallo. Anche gli altri personaggi del romanzo mi sono piaciuti molto, sono personalità di spicco molto ben caratterizzate, dalle quali emerge il loro lato umano che li rende molto più reali.

 

Ergo, lo scrivevo. Ergo, facevo saltare i nervi a un sacco di gente in modo trasversale. Ergo, il suddetto sacco di gente avrebbe preferito vedermi
impegnato a scrivere della sagra della porchetta piuttosto che di cronaca giudiziaria. Ma per ora non era successo. Continuavo a scrivere tutto quello che vedevo. Per gli avvocati ero “filo-procura”, per la procura trattavo troppo bene “i miei amici avvocati”. Quindi era perfetto così. Anche se non
sapevo quanto sarebbe durato, perché il direttore non mi amava e avrebbe voluto spostarmi. Per ora resistevo, ma intanto, pensando a tutti quelli che mi avrebbero voluto d’inverno alla redazione di Piombino e d’estate a quella di Terni, mi tagliai tre volte radendomi la barba.

 

Nonostante il ritrovamento del corpo tutti sembrano brancolare nel buio, non si ha nessuna traccia sulla quale fondare una vera e propria indagine, nel frattempo cresce la paura che il folle torni a colpire. Il nuovo Mostro non si fa attendere troppo, inizia a lasciare una lettera inquietante in una famosa chiesa di Firenze. Si fa poi largo una pista legata alla pedofilia, che sfocia nell’adozione  illegale di bambini dall’est mediante un’associazione religiosa di copertura, nel mirino finisce un infermiere già accusato di questo indicibile crimine, nel mentre un folle studente universitario si dichiara essere l’autore del delitto. L’indagine assume un ritmo sempre più serrato, un crescendo continuo che coinvolge il lettore in una spirale di pura curiosità e brama di sapere, grazie allo stile di scrittura di Gigi Paoli; una voce fluida e avvolgente, coinvolgente ed appassionante. Seguiamo l’evolversi della vicenda seguendo Carlo, tra la redazione del giornale, il luogo del delitto, i sospettati e Gotham, il cupo palazzo di Giustizia.

 

La mia febbre del sabato sera si limitò a una doppia dose di spaghetti al pesto fatto con le mie mani e a mezza bottiglia di Pinot Nero del Trentino, seguiti dalla nona o decima visione di Blade Runner che verso mezzanotte, dopo aver indirizzato Donata a letto, trovai su un canale digitale sconosciuto. Al secondo bicchiere di vodka mi addormentai sul divano,
con la gatta sulle gambe, sognando navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. Alle quattro mi svegliai e mi trascinai a letto, felice di aspettare una meritata domenica di riposo. Tutto perfetto, quindi.
Fino a quando alle otto del mattino Guerre Stellari partì a tutto volume.

 

In questo clima di suspance, il crimine rimane senza soluzione ma almeno l’assassino sembra essersi dileguato, fino a che mesi dopo la morte del piccolo viene trovato un secondo cadavere, un ragazzino minuto. La caccia al killer diventa quasi un’ossessione, soprattutto per la paura di una possibile nuova vittima. La soluzione finale è davvero molto interessante, quando il cerchio si è ristretto sono riuscita ad indovinare l’autore dei delitti.
Leggere questo romanzo è stata un’avventura incredibile, ho adorato vivere questo giallo nei panni di un giornalista, lo stile dell’autore mi ha conquistata, tanto che voglio al più presto recuperare la lettura delle sue due opere precedenti.

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa Giunti Editore per la copia omaggio

May the Force be with you!
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