Let’s talk about: Savage di B. Clay Moore (Edizioni Star Comics)

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È il momento di parlare di “Savage“, scritto da B. Clay Moore ed illustrato da Clayton Henry, Lewis Larosa e Brian Reber, un nuovo e accattivante tassello Valiant di Edizioni Star Comics.

Pagine: 112

Acquistalo subito: Savage

Editore: Edizioni Star Comics
Collana: Valiant
Traduzione: F. Delle Rupi

Data di uscita: 13 Febbraio
Prezzo: € 8,90

Quindici anni fa, il più famoso calciatore del mondo e sua moglie, una ex-top model incinta del loro figlio, sono scomparsi nel nulla. Il mondo intero li crede morti… ma in realtà il loro jet privato è precipitato in una misteriosa isola sconosciuta dominata da creature preistoriche. Questo è il racconto di come persero la loro umanità.

Una storia di sopravvivenza in una terra selvaggia dove solo l’istinto ha la meglio, scritta da B. Clay Moore e disegnata da Clayton Henry e Lewis LaRosa.

Per quanto abbia cercato di combattere l’impulso alla fine non ce l’ho fatta, mi è arrivato ieri e l’ho già divorato. Sono caduta vittima del fascino di “Savage”, fumetto uscito il mese scorso per la collana Valiant di Edizioni Star Comics, un volume tutto da scoprire e che rivela la sua storia tra passato e presente permettendoci di scoprire un’ambientazione insolita, terreno in cui si muovono i personaggi, mostrando il loro lato selvaggio e spietato, una società primitiva dove a dettare le regole è il più forte.

B. Clay Moore ci catapulta nel cuore della storia avvicinando la lente d’ingrandimento su un particolare dettaglio: un jet privato al cui interno ci sono Kevin, noto calciatore, sua moglie, ex top model, e il loro figlio più piccolo, Kevin Jr, che sfortunatamente si schiantano su un’isola all’apparenza deserta. Ma l’isola non è disabitata. Questo forse è l’incubo di tutti, rimanere bloccati su un’isola sperduta senza alcuna possibilità di fuggire, in balia degli eventi e della natura selvaggia che spesso e volentieri vede l’uomo come un intruso.

Tutti pensiamo che il progresso ci abbia resi più forti, in un certo senso invincibili, di poter controllare a nostro piacimento la natura e di non poter mai essere scalfiti da essa, ma cosa succederebbe se improvvisamente ci ritrovassimo di fronte al mondo com’era sessantacinque milioni di anni fa, alla Jurassic Park? In quella particolare situazione non c’è tecnologia che possa tener testa alla ferocia dei mastodonti del passato e neanche ai sopravvissuti che si sono adattati a quel tipo di vita, che non si fanno scrupoli a schiacciare i più deboli, cibandosi di loro. Si tratta di sopravvivenza, non più di progresso. Ed è qui che ci porta Moore, a riflettere sulla questione, portando i suoi personaggi fino all’estremo per farci capire che neanche la prudenza può essere una carta vincente in quel tipo di situazione. 

Savage è la prova del fatto che persino un ragazzo che non ha mai conosciuto il progresso sa adattarsi ad un mondo feroce, indomabile, diventando a sua volta una bestia fra le bestie, dimostrando a noi stessi che siamo davvero il predatore in cima alla catena alimentare, mentre chi tenta solo di sopravvivere soccombe sotto i colpi inferti da chi quella la chiama vita. 

È proprio questa la differenza sostanziale tra il protagonista gli altri, lui non avendo conosciuto nient’altro se non quei pochi ricordi sbiaditi di sua madre, che gli raccontava di un mondo diverso e civilizzato, vede questa vita come l’unica possibile, non è trafitto dal desiderio di tornare a qualcosa che non conosce veramente, ci prova, ma non è detto che ci riesca quindi prende la vita in maniera diversa da suo padre, ormai defunto, il primo che ha visto il lato selvaggio dell’isola.

Quando perde l’ultima guida, la madre, si libera dalle catene che lo tenevano ancorato a un concetto di pace e redenzione per scatenare tutta la sua furia su coloro che l’hanno privato dell’unica fonte di affetto presente nella sua vita ed è in quel momento che si fa largo dentro quel ragazzo l’idea di ritornare a casa, anche se non l’ha mai conosciuta per davvero, quasi come se dovesse ai genitori l’atto di ritornare nel suo mondo per lasciarsi alle spalle gli orrori e la violenza che lo hanno pervaso, costringendolo a crescere come un selvaggio, ad adattarsi e sopravvivere per non morire.

Tutto questo ci viene raccontato attraverso  le tavole dai bordi netti e talvolta irregolari che Clayton Henry, Lewis Larosa e Brian Reber hanno realizzato, che si evolvono con l’avanzare della storia, rendendo dinamiche le loro tavole e vivide, dai colori sgargianti e a volte opache, per dare quel senso di speranza laddove c’era ancora nel passato e descrivere il presente, rendendo vivido il lato selvaggio dell’isola che si mescola ai ricordi del protagonista, e tutto mentre creature e personaggi cercano di rompere la barriera di carta, fuoriuscendo dalle tavole e dando quel particolare e spettacolare effetto tridimensionale.

C’è un grande equilibrio tra storia e disegni, quella sottile linea che di solito separa l’illustrazione e la narrazione qui scompare del tutto e sembra quasi di vedere un film, un episodio di Lost o un documentario. I disegni con il loro tono deciso e a volte rude, riescono a trasmettere tutta la furia selvaggia racchiusa in questa storia dando vita ad una vera e propria nuova dimensione.

Savage, selvaggio, non è chi vive allo stato brado, bensì colui che sa incanalare in pura forza e brutalità gli orrori di una vita passata sulla soglia della morte.

⚜ Fumetti Simili: Ninjak – Shadowman Rapture
⚜ Reazione post lettura: “Non cerchiamo lo scontro se non siamo costretti.”
⚜ Pagine lette: 112
⚜ Da consumarsi preferibilmente: Una volta aperto si divora in brevissimo tempo, accompagnato da un caffè sarebbe l’ideale.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Edizioni Star Comics per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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