Narcos. L’artiglio del giaguaro di Jeff Mariotte | Recensione di Deborah

 

Ma la distanza aveva davvero qualche importanza? Secondo le notizie che arrivavano dalla Colombia, Pablo Escobar era latitante nel suo stesso paese. Ma la mano di El Patrón era lunga, e la sua memoria ancora di più. Il perdono non faceva parte del suo vocabolario. Doveva rimanere vigile, riflettere sulle sue prossime mosse.

 

Editore: La Corte Editore
Data di uscita: 9 maggio 2019
Pagine: 364
Prezzo: 18.90 €
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1981, Medellìn. Jose Aguilar Gonzales è un giovane poliziotto che si è arruolato convinto di mettersi al servizio del bene. Ma gi bastano pochissime ore di pattuglia per capire come funzionano realmente le cose in Colombia. In pochi attimi Jose si ritrova invischiato nei traffici di Pablo Escobar che ha creato un impero sulla cocaina e sembra controllare le sorti dell’intero Paese. Rivelandosi abilissimo nell’uso del coltello, con il soprannome di Giaguaro, da onesto servitore della legge diventa uno dei più spietati sicari di El Patròn in un crescendo di violenza che sconvolgerà tutta la sua vita. Con una narrazione che non dà tregua, ricca di colpi di scena del tutto inaspettati, il lettore si ritroverà a entrare attraverso gli occhi di Jose all’interno dei meccanismi del Cartello di Medellìn, in un confronto diretto con il feroce, potente, carismatico, a tratti fuori controllo, uomo che lo comanda: Pablo Escobar.

 

Quest’anno le tempertature non ci stanno lasciando un minimo di respiro, afa e umidità si combinano per rendere l’aria densa e pesante, forse una sensazione simile all’aria tropicale che alimenta la giungla? Questo stato mi ha subito riportato ad una delle mie ultime letture, Narcos. L’artiglio del giaguaro, il primo romanzo ufficiale basato sulla serie tv Narcos, scritto da Jeff Mariotte.
Siete pronti per immergerci nelle dinamiche del Cartello di Medellìn?

 

Durante la giornata, Aguilar si era mezzo aspettato di veder comparire uno degli uomini di Escobar con una busta piena di soldi. Quando non successe, fu sorpreso di scoprirsi sollevato: magari la promessa di La Quica erano parole al vento, dopotutto. A lui sarebbe andato benissimo.

 

Ho iniziato il romanzo con tantissima curiosità perché ho sentito molto parlare in modo positivo della serie tv Narcos, ammetto che ancora non ho visto nemmeno una puntata del telefilm ma mi è sempre piaciuto questo genere e non escludo di iniziarla presto, specialmente dopo la lettura. L’altra ragione, la più importante, che mi ha spinto a tuffarmi in L’artiglio del giaguaro è stata la mia ignoranza riguardo il personaggio di Escobar; certo, a grandi linee è impossibile non conoscelo ma non mi era mai capitato di approfondirlo in nessun modo, farlo attraverso un romanzo mi è sembrato un ottimo approccio. Sono stata molto felice di essermi buttata in una lettura diversa dal solito, pur leggendo quasi ogni genere di romanzo credo non mi sarei facilmente imbattutta in una storia sul narcotraffico. La vicenda è raccontata in modo molto crudo e violento, l’autore giustamente non ci censura le atrocità commesse da Escobar e dai suoi sicarios, assistiamo a diverse scene impattanti narrate in prima persona dal protagonista della storia. Lo stile di scrittura di Jeff Mariotte è molto fluido ed incalzante, riesce ad appassionare alla vicenda anche un lettore piuttosto in erba sull’argomento; grazie alla sua esposizione semplice ed immediata ha resto fruibile per tutti la conoscenza (sommaria) di una problematica grave ed attuale che affigge la Colombia.

 

Di ritorno all’Hilton, Aguilar aveva chiamato Luisa e aveva cercato di far finta che non stesse partecipando all’organizzazione di un omicidio. Montoya aveva chiamato Gustavo Gaviria e gli aveva spiegato che avevano bisogno di contanti, e Gaviria gli aveva promesso che glieli avrebbe fatti recapitare.

 

L’artiglio del giaguaro  è narrato in prima persona da Jose Aguilar Gonzales, un giovane polizziotto che ha da poco terminato l’accademia per mettersi al servizio del bene, sperando anche in piccola parte di riuscire a rendersi utile per la Colombia e per la sua città, Medellìn. Purtroppo però sono state sufficienti poche ore del suo primo turno di lavoro per invischiarlo nei traffici illegali di Escobar; il suo responsabile, Montoya, è sul libro paga di Don Pablo e per questo motivo sia in divisa che non è a servizio del criminale. Aguilar è sconvolto e sconcertato dall’aver permesso la fuga a due assassini nel suo primo giorno di lavoro, congedato con il compito di scegliere bene da che parte stare si reca a casa dalla moglie, Luisa. Il protagonista è fermamente convinto di rifiutare la proposta di lavorare per Escobar, la sua integrità viene però messa in discussione da una chiacchierata con Luisa, che si mostra poco riluttante a ricevere i soldi sporchi di cocaina pur di migliorare il loro tenore di vita ed essere al sicuro. Aguilar non ha scelta, il giorno dopo informa il responsabile della sua decisione e ben presto capisce che se avesse rifiutato la proposta di Montoya non sarebbe ritornato tra le braccia della moglie la sera stessa. Inizia per lui un doppio addestramento, quello per diventare un buon poliziotto e quello prioritario per diventare un uomo di Don Pablo. Inizialmente gli incarichi affidati ad Aguilar erano semplici, favori o piccole consegne, niente di così complicato e logorante in cambio di molti soldi; ma i nodi vengono al pettine ed il protagonista avrà molto presto la coscienza sporca di sangue.

 

Ma non sarebbe mai potuto essere un americano come loro. La Colombia non ti lasciava andare tanto facilmente.La Colombia non ti lasciava andare e basta. Potevi andare via dalla Colombia ma la Colombia non andava via da te. Luis bevve un sorso di birra e fissò lo schermo. Non riusciva a crederci.

 

La reazione di Aguilar di fronte al primo omicidio a cui ha preso parte, commesso da Montoya, non è di certo quella che si aspettava: freddezza e disinteresse. Il protagonista verrà chiamato sempre più spesso, anche nel cuore della notte, per accorrere a risolvere le problematiche di Pablo Escobar; presto Aguilar, armato fino ai denti, scopre di essere molto abile con il coltello tanto da essere soprannominato Giaguaro, grazie alla sue pelle macchiata ma specialmente alla lama con cui miete le sue vittime. La vita del protagonista ha un repentino cambio di direzione, dall’uomo che crede fermamente nella giustizia ad uno dei migliori sicari al servizio di Pablo Escobar; Aguilar sarà colpito da un immenso dolore e arrivato a non avere più niente da perdere diventerà ancor più spietato, sempre mantenendo un’essenza diversa da tutti gli altri “colleghi”. L’artiglio del giaguaro ci condurrà all’interno delle dinamiche e nell’organizzazione del Cartello di Medellìn, conosceremo da vicino la feroce e carismatica figura di Pablo Escobar, un uomo senza scrupoli e completamente fuori controllo che ha saputo costruire un impero sul sangue e sulle macerie di uno stato devastato, occultando a molti la sua vera natura dietro il bagliore del denaro sporco.

 

Narcos. L’artiglio del giaguaro è un romanzo dal ritmo serrato che ci riserva molti colpi di scena, ci trasporta in un mondo crudele e violento, dove le problematiche non sono spesso risolte dalla legge ma dalla forza della criminalità. Un viaggio che tiene il lettore sempre con il fiato sospeso!

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di La Corte Editore per la copia omaggio

 

 

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