Old but gold: L’avventura del pollice dell’ingegnere di Arthur Conan Doyle

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Un’altra tessera de I leoncini si aggiunge a quelle che ho avuto la fortuna di leggere, ovvero L’avventura del pollice dell’ingegnere di Arthur Conan Doyle, pubblicato da Leone Editore e tradotto da Andrea Cariello.

Pagine: 88

Acquistalo subito: L’avventura del pollice dell’ingegnere

Editore: Leone Editore
Collana: Gemme
Traduzione: Andrea Cariello

Prezzo: € 6,00
Data di uscita: 20 Giugno

Victor Hatherley, giovane ingegnere idraulico, giunge nello studio del dottor Watson perché il suo pollice è stato tranciato di netto.

Tutto era iniziato così: l’ingegnere era stato incaricato da un oscuro colonnello, Lysander Stark, di controllare il funzionamento di una pressa idraulica, ma ben presto si era reso conto che quella richiesta nascondeva qualcosa di losco… In questo racconto dallo stile inconfondibile, la solita perspicacia di Holmes condurrà alla soluzione del mistero, ma stavolta non assicurerà i colpevoli alla giustizia.

Sherlock Holmes ormai è diventato un ospite fisso qui alla stamberga e ogni volta è come se fosse il nostro primo incontro. Non c’è da stupirsi dunque se anche con trenta gradi all’ombra lo scelga come compagno di avventure. Assorta nelle sue indagini dimentico quasi lo scorrere del tempo, gli impegni e tutto il resto, un po’ come mettere le cuffie e far partire la mia canzone preferita, a ripetizione. 

Vi avevo già parlato di altri Leoncini in questa rubrica, con qualche piccolo approfondimento sui racconti e sul modo in cui questi hanno influenzato gli altri media, dal teatro, passando per la radio fino ad arrivare sul grande e piccolo schermo. “Il caso del pollice dell’ingegnere” è stato uno degli ultimi racconti presente nella mia borsa, un caso curioso pubblicato a giugno da Leone Editore, un cortoromanzo con testo originale a fronte, tradotto da Andrea Cariello. 

Pubblicato per la prima volta nel 1892, “The Adventure of the Engineer’s Thumb”, è il nono racconto apparso su The Strand Magazine e successivamente incluso ne Le avventure di Sherlock Holmes. Ci sono stati diversi tipi di adattamenti. L’episodio della serie televisiva del 1954, “Sherlock Holmes”, è basato sul racconto ma con delle piccole differenze, così come “The Twentieth Century Approaches” del 1986, quinto film di un ciclo cinematografico diretto da Igor Maslennikov. Clive Merrison, Michael Williams e John Moffatt nel 1991 lo hanno inserito nel loro programma radiofonico della BBC, e infine ” La piccola cliente“, episodio dell’anime Il fiuto di Sherlock Holmes, si è ispirato liberamente al racconto.

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Come ho detto, è un caso curioso, ambientato nel 1889. Victor Hatherley è un ingegnere idraulico che paga a caro prezzo la sua poca esperienza nel mestiere e la sua ingenuità, finisce nello studio di Watson, con un dito mozzato, un tragico evento che ci catapulta all’inizio della sua sciagura, al misterioso colonnello Lysander Stark e alla sua proposta allettante di un lavoro facile e assicurato, ma qualcosa di strano accade durante il trasporto, quando viene condotto in un altro luogo diverso da quello dell’incarico. È lì Victor capisce che lo strumento da esaminare, una pressa idraulica, viene utilizzata per altri impieghi e nel momento in cui lo comprende per lui è la fine, riesce a scappare per il rotto della cuffia, portandosi dietro il segno evidente della follia di Stark. 

Arrivare a Watson era l’unica alternativa per essere medicato, ma soprattutto per arrivare a Sherlock, esporgli il suo caso per aspettare che il consulente investigativo chiarisca una volta per tutte il movente che spinge un uomo ad oltrepassare il filo fra giusto e sbagliato, al punto da arrivare a voler uccidere un uomo pur di non rivelare il suo segreto. Per Sherlock Holmes non c’è dubbio che si tratti di falsificazioni, ma nel momento in cui l’intuizione arriva i colpevoli svaniscono nel nulla, quasi come se fosse un gioco di prestigio e questo, come in alcuni casi precedenti, è uno di quelli in cui nessuno viene sbattuto in gattabuia, resta soltanto l’amara consapevolezza di aver dedotto il vero senza però che nessuno paghi per i suoi errori.

Naturalmente questo era uno dei racconti che ho amato, per la storia di base, il modo in cui viene presentato e quel mistero che poco a poco si fa chiaro e che nonostante non porti alla vera conclusione di un caso, con un criminale tra le sbarre, riesce comunque ad affascinare per lo stile di Doyle che per me è straordinario, preciso e suggestivo, dove la bellezza è il perdersi fra le descrizioni e le indagini di Sherlock, provare a seguire le sue tracce e assistere al finale, che spesso spiazza, altre volte lascia quella brutta sensazione tra le labbra e altre ancora è semplicemente stupendo fermarsi a leggerlo.

Che sia corposo o diluito Sherlock Holmes non può mancare nella mia valigia, c’è sempre qualcosa di lui che mi segue, che sia un segnalibro, un racconto o la bibbia contenente romanzi e racconti, è la scelta per ogni occasione.

«Non fosse stato per la brutta ferita alla mano, tutto ciò che era successo in quelle ore tremende avrebbe potuto essere benissimo un brutto sogno».

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Leone Editore per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
Precedente Let’s talk about: Babyface di Marie Desplechin (Camelozampa) Successivo Tea time: #Summerbook - Compagnia sotto l'ombrellone

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.