Let’s talk about: Il gioco bugiardo di Ruth Ware

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Penso che, per quanto abbiamo lottato per essere libere, è così che finisce sempre per noi quattro, infilzate insieme al passato.

Pagine: 429

Acquistalo subito: Il gioco bugiardo

Editore: Corbaccio
Data di uscita: Gennaio 2018
Prezzo: € 17,90
Pagine: 429
ISBN:
9788867003891

Il messaggio arriva in piena notte. Solo quattro parole: «Ho bisogno di te». Isa prende con sé la figlia e si precipita a Salten, dove aveva trascorso gli anni del liceo che ancora proiettano le loro ombre su di lei. A scuola Isa e le sue tre migliori amiche giocavano al gioco delle bugie: vinceva chi di loro avesse inventato la storia più assurda rendendola credibile agli occhi degli altri. Ora, dopo diciassette anni, un cadavere è stato ritrovato sulla spiaggia, facendo emergere un segreto terribile. Un segreto che costringe Isa a confrontarsi con il proprio passato e con le tre donne che non ha più visto ma che non ha mai dimenticato. Non è un incontro sereno: Salten non è un posto sicuro per loro, non dopo quello che hanno fatto. È ora che le quattro amiche affrontino la verità.
 

Qui, in questa casa, i fantasmi di quello che eravamo sono reali… reali come le donne che dormono nelle stanze vicine. E io ne percepisco la presenza, e capisco perchè Kate non può andarsene.

Source: Pinterest

A farmi compagnia tra un sorso di thè e l’altro c’è l’ultimo romanzo di Ruth Ware, “Il gioco bugiardo”, pubblicato da Corbaccio.

Questo era il romanzo che più attendevo con ansia. Ruth Ware mi aveva già incantata con i suoi precedenti lavori e ora eccola di nuovo a sedurmi con una nuova pubblicazione.

Il gioco bugiardo non è un titolo scelto a caso. Prende il nome dal gioco che le quattro protagoniste erano solite fare durante la loro adolescenza. Perché? Il motivo è più che comprensibile. Chiamatelo “born to be wild” o “yolo” non fa differenza, queste carismatiche piccole bugiarde non erano ragazze comune, ma vere bad girls, in balìa dei loro istinti e pronte a mettersi in gioco pur di ingannare il prossimo con le storie più strampalate.

Più persone si riusciva ad ingannare e più punti venivano assegnati alla piccola bugiarda di turno. Ma attenzione, a giocare troppo con il fuoco si finisce per scottarsi, lo stesso possiamo dire delle menzogne. Le bugie hanno le gambe decisamente corte, per quanto provino a correre e vivere alimentate da altre menzogne, la fine sarà la medesima. La verità è paziente e le aspetterà sempre e comunque al varco, pronta a strofinarsi le mani pur di assistere alla resa dei conti ed è qui che cominciano i problemi.

“Ero convinta di aver memoria di tutto, ma ora che i ricordi mi travolgono come un fiume in piena mi rendo conto che non è così, non del tutto. […] Me lo ricordavo, ma mancavano i dettagli, i colori, la sensazione dell’erba del campo da gioco sotto i piedi e del vento del mare sul viso.”

Source: Pinterest

Isa, Thea, Fatima e Kate, sono amiche per la pelle e hanno alle loro spalle un curriculum da bugiarde professioniste simile a quello del pastorello nella favola di Esopo.

È stata la loro arte nella menzogna a farle sprofondare in una serie di sfortunati eventi, i quali hanno fatto in modo che si allontanassero dalla loro vecchia scuola e si sparpagliassero in giro per l’Inghilterra. Quello che nessuno sa, però, è che prima di abbandonare Salten hanno commesso un errore madornale, uno di quelli che non ti lascia nessuna opzione se non la disperazione e la consapevolezza che, qualunque sia il futuro, quella macchia resterà indelebile.

Diciassette anni più tardi, infatti, le quattro amiche sono costrette a rivedersi nel peggiore dei momenti, uno di quelli delicati e che determinerà il loro futuro. Nonostante siano passati anni di distanza dal loro ultimo incontro, nel profondo, sono ancora le stesse amiche di sempre, pronte a fare fronte comune per superare qualunque ostacolo.

Un’amicizia come la loro è una rarità, ma anche l’unione più salda, prima o poi, mostrerà il rovescio della medaglia. E se una delle regole del gioco era quella di non mentirsi a vicenda, affrontando la tempesta in arrivo, si renderanno conto che c’è sempre stato qualcuno che ha scelto di non rispettarla.

Ruth Ware ci mostra come possa essere imprevedibile la vita quando la posta in gioco è troppo alta. Anche le buone intenzioni possono rivelarsi nulle quando c’è di mezzo l’impeto derivato dall’inesperienza che spinge a commettere errori.

La sua penna descrive in maniera eccellente quattro vite diverse legate dal filo nero della morte e allo stesso tempo mette sotto i riflettori gli effetti negativi del panico. Non importa come o quando, ma se una persona si sente in trappola è capace di ricorrere a tutto pur di uscire dalla sua condizione, anche quando significa scavarsi ancora di più la fossa già di per sé profonda.

“Tutte insieme potevamo risolvere qualunque situazione. Ci sentivamo invincibili. Solo la lenta agonia di mia madre nell’ospedale di Londra fungeva da remoto memento che non sempre tutto finisce bene.”

Fotografia di Francesca Parità

Allo stesso tempo mostra i suoi personaggi in tutte le loro imperfezioni, che anche se messi alle strette, pur di proteggere ciò che amano e a cui tengono, si spingono oltre il loro limite, immergendosi ancora di più nel fiume oscuro nel quale si sono tuffati in gioventù.

Le protagoniste sono quattro facce della stessa medaglia, due per ogni lato e una cosa è certa, l’unico modo per affrontare la burrasca imminente è scavare a fondo nel passato, anche se significa scoprire qualcosa che era meglio se fosse rimasto sepolta a lungo.

Isa Wilde è la voce narrante di questa storia, è attraverso il suo attento sguardo che la realtà si distorce formando e riformando forme caotiche fino a quando tutto comincia ad assemblarsi di nuovo, solo che questa volta, in maniera più chiara e concisa.

Seguire la storia di queste quattro bugiarde è stato affascinante, una lettura che mi ha rapita e risucchiata nel vortice della loro amicizia, a volte tossica, altre volte distruttiva, ma che alla fine è diventata anche costruttiva, in quanto ha permesso a loro di crescere e capire che la strada imboccata fosse quella sbagliata e le ha spinte ad affrontare anche le loro paure. Un bugiardo però resta sempre un bugiardo e come si sa il lupo perde il pelo ma non il vizio.

“Il gioco bugiardo” mostra che per raccontare una menzogna non bisogna mai cambiare versione, se non si vuole essere scoperti, per farlo è necessario non mentirsi a vicenda e sapere quando smettere di mentire. Attenzione, però, può creare dipendenza.

 

May the Force be with you!
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