The Bye Bye Man di Stacy Title | Recensione di Sandy

The Bye Bye Man

Bentornati, lettori. È da un po’ che non posto una recensione di un film. Ultimamente sto leggendo tantissimo e non ho avuto tempo materiale per concentrarmi su altro, almeno fino a quando non ho visto il trailer di “The Bye Bye Man” e la mia voglia di film dell’orrore è emersa.

Dettagli:

  • Titolo originale: The Bye Bye Man
  • Anno: 2017
  • Data di uscita: 19 Aprile 2017
  • Durata: 96 minuti
  • Genere: Horror
  • Regia: Stacy Title

Trama:

La gente commette cose indicibili ogni giorno. Ogni volta cerchiamo di capire con fatica cosa spinga le persone a commettere queste terribili cose. E se le domande che ci facciamo sono sbagliate? E se la colpa di tutta questa malvagità non è una questione di che cosa…ma di chi?

Let’s talk about “The Bye Bye Man”

“The Bye Bye Man” è l’adattamento cinematografico del racconto “The Bridge to Body Island” di Robert Damon Schneck, che a sua volta si è ispirato ad una terrificante leggenda metropolitana. Secondo le voci che girano in rete il vero “Bye Bye Man” è nato nel 1920, in Lousiana, ed è riuscito a fuggire dall’orfanotrofio nel quale lo avevano abbandonato i suoi genitori. Due sono le particolarità della figura misteriosa: l’albinismo e la sua cecità. Da quel momento, sarebbe saltato su un treno, accompagnato dal suo fedele compagno, un grosso cane la cui pelle era cucita con le lingue e gli occhi delle sue vittime. Secondo il racconto il fischio del treno preannuncerebbe l’arrivo della terrificante figura del “Bye Bye Man”, uomo incappucciato e sfigurato, il cui unico scopo è spingere la vittima alla follia. Veniamo ora al film.

L’anno scorso sono rimasta felicemente colpita da alcune pellicole di questo genere, ben elaborate, dove per una volta non assistevo ai soliti e stupidi cliché. Dopo aver visto questo film non posso dire lo stesso. L’idea di base c’è e si vede l’impegno nel realizzarla, ma ciò nonostante il film non riesce a spiccare fra i tanti titoli concorrenti.

La storia è sempre quella: tre studenti, una casa e il male che trova il modo per tormentare tutti, solo che questa volta ha il nome di “Bye Bye Man”.

La morale è un po’ la stessa, il male ha radici profonde e per quanto si provi a combatterlo, tornerà più forte di prima, provocando allucinanzioni, situazioni oltre il limite mentre si ripete il motto “Non dirlo. Non pensarlo”, in continuazione, quasi fosse un mantra per ricordarsi di non rivelare a nessuno il nome di questa inquietante figura, uscita dal nulla e che, scopriamo nel film, ha già tormentato altre vittime, spingendole all’omicidio e infine al suicidio per non lasciare tracce. Una traccia però l’ha lasciata, è in quel cassetto, sul fondo.

Il film si apre con il gesto estremo di Larry, divenuto pazzo, a causa della rivelazione di Giselle del nome “Bye Bye Man”. Una volta pronunciato il nome le vittime perdono il lume, tempestate da continue allucinazioni che le spingono ad uccidere gli altri per evitare che il cancro si diffonda, almeno questa pare la scusa, ma la verità è semplice e pura: è solo voglia di uccidere. Chi? Le persone più care, coloro che hanno condiviso il segreto o hanno spifferato il nome. Questo diventa il pretesto per un “The purge” mal riuscito o un “Final Destination” meno interessante della serie stessa.

L’idea di base è interessante. Un personaggio capace di insinuarsi nella mente e provocare uno stato tale di follia e aggressività aveva il suo potenziale, non del tutto sfruttato, nonostante si riveli un film godibile e prevedibile. Il solo fatto di aver portato qualcosa di così complesso al cinema merita comunque una nota di merito, non era facile rendere il “Bye Bye Man” concreto. L’unico modo per liberarsi da questo tipo di male, secondo il film, è cancellare ogni traccia, solo così è possibile farla scomparire del tutto. Uno spunto di riflessione interessante che se fosse stato preso in considerazione sarebbe potuto diventare l’elemento originale del film, dato che serve qualcosa di diverso per differenziarsi dalla massa. Nutrivo tante speranze per questo titolo, tantissime.
Per oggi è tutto! Bye, bye!

 

May the Force be with you!
Precedente ANTEPRIMA: Un cuore bugiardo. Il coraggio ha le sue regole di Katie McGarry Successivo ANTEPRIMA: Absence. Il gioco dei quattro di Chiara Panzuti (Fazi Editore - LainYa)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.