The Whispering room: Una dolcezza inquieta di Nicola De Dominicis

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

Benritrovati nella nostra rubrica The Whispering Room, oggi è un giorno di grandi scoperte, ospitiamo infatti Una dolcezza inquieta, una raccolta composta da sei racconti scritti da Nicola De Dominicis. L’autore ci trasporta in storie dai colori vivaci che ci regalano diversi spunti di riflessione; non perdeti l’intervista!

 

#Scopriamoilromanzo

 

Editore: Les Flâneurs Edizioni
Data di uscita: 31 gennaio 2019
Pagine: ***
Prezzo: 5.00 €
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Questi sei racconti ci spingono a riflettere su quanto sia potente la forza delle
parole. Che siano lette, scritte, sussurrate o perfino non dette, esse danno forma ai contenuti e
generano dei cambiamenti. E così, senza neanche riuscire a spiegarne il motivo, si
concepiscono mondi visivi, si mutano le proprie abitudini, si mettono in atto strategie, si
recupera la propria identità smarrita. Tra il realistico e l’onirico, con uno stile fresco e leggero,
l’autore affronta temi importanti quali l’arte, la politica, la cultura, l’amore, nella forma più
pura e poetica quasi come se la penna avesse il magico potere di farlo tornare bambino,
mostrandogli e mostrandoci una realtà capovolta.

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea di Una dolcezza inquieta?

Dal bisogno di descrivere un percorso dall’inizio alla fine. Mi spiego. Ho scritto questi brevi racconti in momenti molto diversi della mia vita, e leggendoli in successione, in un ordine che è nato quasi da solo, mi sono subito accorto che finivano per raccontare come un’unica storia, pur essendo racconti autonomi, ovvero la storia di una persona che scopre la forza della fantasia, della creatività, e attraverso questa forza, questa dolcezza inquieta come recita il titolo, la stessa persona comprende di poter agire sulla realtà migliorandola. La fantasia al potere come vera motrice di progresso. Sarebbe bello. Io ci credo davvero e vorrei farlo credere a chi vorrà leggermi.

 

 

  • C’è un racconto che le si è delineato prima degli altri?

“La vecchia biblioteca”. Si tratta del racconto più antico, ed è uno dei più lunghi e più fantasy, anche uno dei più divertenti avendo per protagonisti due libri animati e assolutamente opposti, L’apologia di Socrate e Napoleone; il primo un vecchio librone polveroso che trova da ridere su tutto, il secondo il capo coraggioso e un po’ fanfarone di un intero popolo di libri….

 

 

  • Quale dei sei racconti è il suo preferito? Come mai?

“La coscienza di un violino”. L’ho scritto usando la prima persona e racconta di un violino, di un furto, e di una presa di coscienza che porta alla vita attraverso l’arte e la capacità di comporre poesia. Un racconto più lungo, elaborato, ci ho lavorato molto. Ci tengo perché rappresenta un po’ la mia personale scoperta d’essere artista attraverso la scrittura, la mia presa di coscienza in quanto artista, nel mio piccolo almeno.

 

 

  • Ci riassuma uno dei racconti di Una dolcezza inquieta

“La banconota”. Il più breve. Una sorta di prologo e di invito al lettore. Un uomo in una mattina di pioggia trova per strada una banconota abbandonata, forse caduta di tasca da qualcuno. La raccoglie e vi scopre scritto sopra qualcosa che cambierà per sempre il suo modo di vivere e di pensare.

 

  • Quale dei suoi personaggi preferisce?

L’apologia di Socrate, il libro vivo, parlante e coprotagonista del racconto “La vecchia biblioteca”. Questo personaggio incarna la difesa del sapere, della cultura e del bisogno stesso dell’uomo di conoscere. Lui è debole, è fatto di carta, può morire per niente, ma nella storia lotta per questi valori insieme al suo compagno di sventura. Penso che si possa imparare da un personaggio così, e se dovessi immaginarmi nelle forme di un oggetto sceglierei lui. E in fondo chi scrive diventa proprio questo, un libro, si trasforma, no?

 

 

  • C’è qualche curiosità che non ha scritto nel romanzo e vuole condividere con i suoi lettori?

Il racconto “La vecchia biblioteca” è una storia vera. O quasi… Nel senso che è nato guardando alle condizioni in cui versava allora la biblioteca del paese in cui vivo, ossia abbandono, chiusura. Il racconto fu fatto circolare, venne letto. Allora voleva rappresentare un piccolo atto di accusa filtrato attraverso l’immaginazione. Oggi la biblioteca è nuovamente aperta, ed è più bella di prima. Mi piace pensare che il mio racconto sia stato un buon auspicio alla rinascita di quella fondamentale struttura cittadina.

 

 

  • Quale messaggio vorrebbe arrivasse a chi legge il suo libro?

Che la fantasia è una forza da coltivare perché ritengo, e ne sono fermamente convinto, che sia la fantasia in tutte le sue forme a dare il primo imput per plasmare la realtà. Si dice che Dio creò il mondo in quanto parola, logos. A me piace pensare che Dio creò il mondo in quanto parola di fantasia.

 

 

  • Cosa la ha spinta a scrivere i racconti

Il bisogno di filtrare singoli momenti importanti della mia vita facendoli diventare storie, personaggi, azioni e pensieri, e in tal modo bloccando anche questi momenti sul foglio, nero su bianco, chiarendoli  innanzittutto a me stesso.

 

  •  Cosa significano per lei le parole?

Le parole sono creazione. Come ho già detto Dio crea il mondo attraverso la parola, essendo logos. Molte delle nostre azioni non esistono senza le parole, ad esempio quando dico a qualcuno “ti prometto che..” parlando sto promettendo. Le parole sono creazione. Non c’è vita nel silenzio. Una stanza silenziosa è una stanza morta, una stanza piena di parole, magari tra amici o in famiglia, è viva.

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Scrivere. Lavoro a un romanzo, un’idea che mi cammina imperiosa sulla testa già da  parecchio tempo. Mi piacerebbe però anche riuscire a dare a questi racconti un nuovo vestito, magari da cortometraggio, animazione, trasposizione su uno schermo per rendere queste storie sempre più vive, o meglio vive in altri modi e linguaggi.

 

 

#Conosciamol’autore

Nicola De Dominicis è nato a Castellana Grotte nel 1985. Laureato in Filologia moderna e diplomato presso l’Archivio di Stato di Bari in Archivistica, paleografia e diplomatica. Ha fre­quentato laboratori di teatro e scrittura creativa e ha partecipato a vari concorsi letterari. Nel 2010 si è posizionato tra i primi dieci classificati del premio nazionale di poesia “de Palchi-Rai­ziss”. Gestisce una sua pagina Facebook, L’estraneo perfetto, con cui condivide pensieri e poesie con i suoi lettori.

 

 

 

 

 

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