The Whispering Room: Voci nel vento di Paolo Fumagalli

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

Torna ospite della nostra Stamberga Paolo Fumagalli per presentarci il suo nuovo libro Voci nel vento, è una raccolta di racconti fantastici ispirati a figure del folklore provenienti da vari paesi ed epoche.

Non perdetevi l’intervista con l’autore per saperne di più!

 

Editore: Saga Edizioni
Data di uscita: 5 luglio 2023
Pagine: 222
Prezzo: 14.00 € cartaceo

 

Che siano presagi di morte, urla di dolore e angoscia, una stridula risata piena di scherno, il grido soffocato di un bambino, le armoniose note della natura di un lamento di gatto, l’ululato di un branco di lupi… “Voci nel vento” sono le voci delle speranze inascoltate, che hanno la forza di arrivare lontano per poi perdersi nella disperazione, nella paura, nel sollievo della salvezza. Il ritorno della penna onirica di Paolo Fumagalli, che cattura il lettore con una ragnatela resistente ed elegante.

 

#Bottaerisposta

 

– Com’è nata l’idea di Voci nel vento?

In questo caso non si è trattato di un processo unitario fin dall’inizio, come accade per un romanzo. Nel corso di diversi anni ho avuto voglia e occasione di scrivere questi racconti, uno alla volta, senza sapere che sarebbero finiti nella stessa raccolta. In seguito, vagliando la mia produzione complessiva di narrativa breve, mi sono accorto che queste sei storie avevano molti elementi in comune, perché erano basate su figure del folklore, su atmosfere e ambientazioni tipiche di fiabe e leggende, perciò ho deciso di pubblicarle insieme.

 

 

– C’è un racconto che le si è delineato prima degli altri?

Il primo che ho scritto è stato “L’enigma della Sfinge”. Avevo voglia di utilizzare questa creatura mitologica, che mi ha sempre affascinato per la sua natura ambigua, che unisce umano e bestiale, forza bruta e intelligenza… La vedo come il simbolo degli aspetti selvaggi e violenti che persistono anche nelle civiltà più avanzate. Per questa ragione ho scelto di ambientare la storia in un luogo immaginario che mischia elementi dell’antico Egitto edella Grecia classica.

 

 

– Ci parli di qualche figura del folklore che troviamo nella raccolta?

C’è la banshee, uno spirito molto famoso della tradizione irlandese, che annuncia la morte imminente di un essere umano con gemiti e lamenti. La fata protagonista del racconto “Belladonna”, invece, unisce alcune caratteristiche e superstizioni di questa pianta con la figura chiamata leanan sidhe, l’amante fatata del folklore gaelico, che si diceva ispirasse gli uomini ma a prezzo della loro vita, come una musa che consumava i poeti. Un’altra figura femminile misteriosa, che io ho preso nella sua versione decisamente malvagia, è Baba Yaga, una strega delle fiabe slave.

 

 

– C’è un racconto che le sta più a cuore? Se si, come mai?

Mi piacciono tutti, amo vari elementi che a seconda dei casi possono essere l’ambientazione, lo stile, i personaggi, qualche colpo di scena o trovata originale. Non saprei scegliere il mio preferito, quello che mi sembra migliore in termini di qualità. Tuttavia, “La sfida del Cavaliere Verde” mi sta molto a cuore per il suo messaggio, per il modo in cui lega il mio amore per le leggende a quello per la natura, per come fa incontrare difesa della fantasia e rispetto dell’ambiente. È un tema che in questi anni diventa sempre più dolorosamente attuale.

 

 

– Se dovesse associare una canzone al suo libro quale sceglierebbe?

Difficile sceglierne solo una, perché in realtà il libro è variegato, è un viaggio in terre ed epoche diverse: per alcuni racconti servirebbero melodie del Medio Oriente, per altri la musica tradizionale irlandese, scozzese, inglese… Però c’è un brano che merita una menzione speciale, perché il primo spunto d’ispirazione per il racconto sull’amante fatata è venuto da una canzone del gruppo Siouxsie and the Banshees, chiamata appunto “Belladonna”.

 

 

– Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Prima di tutto impegnarmi per far conoscere e apprezzare questo libro. Si sa che le raccolte di racconti hanno vita editoriale dura e vengono lette meno dei romanzi, ma io le amo molto, le leggo spesso, quindi per me sarebbe un doppio successo se “Voci nel vento” si conquistasse un pubblico affezionato. Intanto continuo anche a scrivere e a sistemare le opere già complete, preparando materiale per pubblicazioni future.

 

#Conosciamol’autore

Paolo Fumagalli: Sono nato nel 1981 e fin da bambino ho dimostrato un grande interesse per la letteratura, sia leggendo che scrivendo. La mia passione mi ha portato a laurearmi in Lettere, ma soprattutto mi ha spinto a dedicarmi con sempre maggior impegno e convinzione alla scrittura di opere narrative. Nel corso degli anni ho scritto romanzi e racconti, diversi fra loro per generi di appartenenza e atmosfere, ma tutti accomunati dall’intento di far riflettere senza annoiare. Dalle avventure fantasy all’horror, passando per il racconto fiabesco e le emozioni del thriller, il mio primo obiettivo quando scrivo è coinvolgere il lettore nel puro piacere di sentirsi raccontare una storia. I miei testi inoltre rivelano spesso l’interesse per il patrimonio folkloristico e leggendario, una delle mie più grandi passioni insieme al cinema e alla musica.

 

 

 

 

 

 

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