Un libro per due: L’uomo delle castagne di Søren Sveistrup (Rizzoli)

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Oggi io e Sara di Bookspedia abbiamo scelto per il nostro “Un libro per due” il romanzo di Søren Sveistrup,  “L’uomo delle castagne”, pubblicato da Rizzoli e tradotto da Bruno Berni.

Data di uscita: 22 Gennaio

Acquistalo subito: L’uomo delle castagne

Editore: Rizzoli
Traduzione: Bruno Berni
Genere: Thriller

Prezzo: € 20,00
Pagine: 560

Troppe cornacchie dietro il trattore. Saltellano freneticamente intorno a qualcosa di bianco, pallido e informe. Un maiale. Gli occhi spenti, il corpo che freme e si agita, come se provasse a spaventare le cornacchie, appollaiate a mangiare da un grosso foro di arma da fuoco sulla sua nuca. Un navigato agente di polizia, a una settimana dalla pensione, si ferma davanti alla fattoria di un vecchio conoscente, nei dintorni di Copenaghen. Qualcosa non va. Un maiale morto lasciato lì. Non si fa così, in campagna. Apre la porta d’ingresso, socchiusa, con due dita, come nei film. Per vedere una cosa che non avrebbe mai voluto vedere: sangue, un cadavere mutilato, altri corpi da scavalcare. Cammina fino all’ultima stanza, dove centinaia di omini fatti di castagne e fiammiferi – infantili, incompleti, deformi – lo guardano ciechi. Stravolto, si chiude la porta alle spalle, senza sapere che l’assassino lo sta fissando.

Non c’è miglior modo di cominciare il weekend se non con una lettura del mio genere preferito, il thriller. Questa volta ho avuto tra le mani l’opera di uno scrittore danese già noto tra le altre cose per aver ideato la serie televisiva “The Killing”, il cui esperimento americano ha soltanto dimostrato che non c’è paragone con l’originale e questo mi ha portata ad interessarmi al protagonista di oggi. Si chiama Søren Sveistrup e il romanzo di cui vi parlo oggi è il suo debutto come autore, “L’uomo delle castagne”, pubblicato da noi Italia a gennaio di quest’anno da Rizzoli con la traduzione di Bruno Berni.

Se c’è una cosa che ho potuto notare è che a Sveistrup le ambientazioni cupe e le storie cruente piacciano molto e pur venendo da un mondo differente da quello editoriale è riuscito a conciliare la sua esperienza come sceneggiatore con un nuovo punto di vista, quello dello scrittore, senza rinunciare però alla visione “cinematografica” che riesce a colpire nel vivo il lettore quando si ritrova dinnanzi il peculiare caso dell’uomo delle castagne. 

Nelle volte in cui uno scrittore passa dalla prosa alla sceneggiatura si impegna a perdere qualcosa per diventare sintetico e abbandona gran parte se stesso, in questo caso invece Søren Sveistrup riesce invece a colmare la distanza che c’è fra chi sa scrivere solo sceneggiature e chi sa descrivere e raccontare in maniera efficace una storia completa, rendendola realistica, ricca non solo di dialoghi e colpi di scena, ma trasformandola in punti di forza che vanno a fondersi con l’ambientazione già suggestiva che diventa poco alla volta sempre più tangibile, facendo venire i brividi ai lettori.

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Il nostro sipario si apre nel peggiore dei modi con Marius Larsen che scopre un macabro scenario nella fattoria Ørum: un vero e proprio massacro che ci viene raccontato nei minimi dettagli senza trascurare nessun dettaglio e sembra quasi di trovarsi nei panni del poliziotto e sentire l’orrore mescolarsi alla nausea, sensazioni umane che spesso e volentieri vengono celate da chi indossa l’uniforme, ma che per uno come lui che ha già visto abbastanza e ha lo stomaco pieno  di orrori, questo è qualcosa di ingestibile, la goccia  di sangue che fa traboccare la vasca, un vero e proprio scempio di proporzioni familiari che nemmeno il più duro dei coroner potrebbe affrontare senza restarne provato.

Pur essendo sempre vigile l’istinto da poliziotto nel momento in cui  le emozioni emergono si crea un sottile strato di vulnerabilità che lascia trapelare più di quello che si dovrebbe vedere e di fronte all’ossessione e alla perversione del Soggetto Ignoto, una  mente razionale va in tilt, il cervello subisce un blackout tanto forte da rendere invisibile ai suoi occhi persino colui che ha commesso questa strage, che al contrario lo osserva freddo e compiaciuto. Se non fosse stato colto alla sprovvista l’agente probabilmente avrebbe capito di non essere del tutto solo, ma quegli omini deformi fatti di fiammiferi e castagne, il perfetto diversivo, hanno distolto la sua attenzione e il resto come si suol dire è storia.

Da quel 31 ottobre del 1989 si passa al presente, a una realtà non del tutto diversa dove l’uomo delle castagne continua a colpire, solo che questa volta ad indagare ci sono Naia Thulin e Mark Hess, diversi come il giorno e la notte, ma capaci di svolgere il loro lavoro al meglio. Nonostante Naia si vedesse altrove questo potrebbe essere il caso più difficile della sua carriera, il trampolino di lancio necessario per dimostrare le sue abilità, ma il trasferimento di Hess la coglie alla sprovvista e di conseguenza si deve arrangiare, per quanto possibile i due cercano di mettere da parte le divergenze per seguire le tracce del serial killer che sta tormentando la Danimarca.

Comincia così un’indagine dal ritmo serrato dove l’autore mostra tutta la sua abilità nel saper gestire i tempi di un’indagine assieme a quelli di un massacro, due treni che viaggiano su due binari ben diversi uno più veloce dell’altro, ma senza dubbio più disastroso. Con uno stile diretto che lascia poco all’immaginazione e che riesce allo stesso tempo a suscitare interesse nel lettore, l’autore, bombarda di informazioni rendendoci in qualche modo parte della storia, parlandoci di dettagli che solo chi vive in quella zona può conoscere come per esempio il fatto che lasciare un maiale morto abbandonato in una campagna è qualcosa che nessun allevatore farebbe, come si sa del maiale non si butta via niente e già quando vediamo la carcassa dell’animale dentro di noi iniziamo a capire che c’è qualcosa di sbagliato e se questo è possibile è solo grazie all’abilità di Sveistrup di farci calare nella storia come se ci fossimo sempre stati, creando quasi dei ricordi che non esistono. Questo è sicuramente un mix che rende imperdibile un romanzo.

“L’uomo delle castagne” è un massacratore senza ritegno, un pazzo, ossessionato da qualcosa che neppure lui nella sua perversione riesce a comprendere fino in fondo.

 

“Non sono quelli a dargli i brividi. È il piccolo, innocente omino di castagne che troneggia su una scatola di fiammiferi.”.

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Rizzoli per la copia omaggio.

 

 

 

 

May the Force be with you!
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