Buongiorno, mezzanotte di Jean Rhys | Recensione di Deborah

 

In quel momento mi si accostano due uomini e si mettono al mio fianco, uno per parte. Uno mi chiede: «Porquoi êtes-vous si triste?»
Sì, sono triste, triste come una leonessa da circo, come un’aquila senz’ali, come un violino con una crda sole e per di più rotta, come una donna che invecchia. Triste, triste, triste… Forse se ti dicessi solo «merde» basterebbe.

 

Editore: Adelphi
Data di uscita: 28 agosto 2018
Pagine: 176
Prezzo: 17.00 €
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«Tristesse, che parola graziosa…». Nella Parigi degli anni Trenta, dove ogni alberghetto è uguale all’altro e ogni café può celare un nuovo, tormentoso incontro, una donna che scopre di non essere più giovane insegna a sé stessa l’arte del distacco. E Londra, dove presto dovrà tornare, non le riserva niente di meglio: «Perché non ti sei annegata nella Senna| » le domanda l’ultimo parente che sembrava disposto a occuparsi di lei. Per Sasha, ormai, si tratta solo di dimenticarsi «dei vicoli bui, dei $umi bui, del dolore, della lotta», delle «voci che loro usano come pugnali». E quando i giorni e le notti si fanno ancora più solitari e desolati, c’è un unico modo per sopravvivere alla sua caparbia, febbrile perdizione: «Soprattutto non piangere in pubblico, e se possibile nemmeno in privato». Meglio tingersi subito i capelli di biondo cenere e correre all’appuntamento con quello strano gigolo dalla nazionalità indecifrabile e la lunga cicatrice che gli attraversa la gola.

 

 

Il weekend si è ormai ridotto ad una serata, una manciata di ore prima del ristoro, fuori il buio ha preso ormai il sopravvento ed avvolto tutto in una fredda coperta scura. Buongiorno, mezzanotte è un pò così, un viaggio attraverso la tristezza e l’oscurità umana, è la storia di un’esistenza vissuta in bilico, anzi è la storia di una caduta continua verso un abisso sempre più profondo. Questo è il romanzo che ha distrutto definitivamente Jean Rhys; l’autrice ha molto in comune con la protagonista, Sasha, entrambe condividono il vivere una vita al limite, una vita di tristezza, depressione e decadenza.

 

Non importa… Un giorno, all’improvviso, quando meno te l’aspetti, prenderò un martello fra le pieghe del mio nero mantello e ti frantumerò la testolina come si schiaccia il guscio di un uovo. Infranto il guscio, usciranno a fiotti sangue e cervello. Un giorno, un giorno… Un giorno il lupo feroce che mi cammina a fianco ti balzerà addosso e ti sbranerà le tue abominevoli interiora. Un giorno, un giorno…Adesso però vacci piano, sii cauta, piano, attenzione.

 

Buongiorno, mezzanotte mi ha subito incuriosita tantissimo, appena ho potuto mi sono fiondata in libreria ad acquistarlo, carica di aspettative. Sono state deluse? Questa è davvero un’ottima domanda! Diciamo che le mie aspettative non sono state completamente deluse ma neanche completamente soddisfatte. Mi aspettavo un romanzo un pò diverso, sicuramente immaginavo di essere catturata in modo magnetico tra le pagine della storia, purtroppo non è stato prorpio così. Inizialmente la narrazione mi è sembrata piuttosto confusionaria, facevo un pò fatica ad inquadrare il tutto, troppi sbalzi temporali repentini avvenuti senza alcuna precisazione. Procedendo con la lettura, la narrazione diventa sempre più chiara, ci si abitua a questi salti temporali ed è facile inquadrare il periodo corretto. Trovo che la voce della Rhys sia molto triste e piuttosto enigmatica, personalmente non è riuscita ad intrigarmi quanto avrei sperato. La storia mi è sembrata un pò piatta, anche se lo stile di scrittura dell’autrice è splendido, mi ha folgorato con alcune descrizioni di sensazioni o situazioni oscure. Non sono riuscita a provare una particolare empatia e connessione con Sasha, la protagonista del romanzo, ho avuto come sensazione prevalente fosse una donna debole e un pò patetica.

 

L’albergo più accanto? No, quello più in là, cinque o sei porta più in là. Ecco, quello va bene. In quell’albergo c’è una stanza con il letto più grande che io abbia mai visto, il più grande del mondo, il letto dei letti…Tutto in quella stanza è rosso.  E non c’è altro che questo enorme letto, un lavandino e un bidet. Ma come potrei sdraiarmi di nuovo su quel letto stanotte, quando tutto è una caricatura, una smorfia, un sogghigno?

 

Sasha è una donna sui quarant’anni, una donna che da anni è in preda alla tristezza e alla depressione; è solita combattere i propri demoni a colpi di bevute, qualsiasi ora del giorno ma specialmente della notte, è perfetta per bere. Sasha vive in uno squallido alberghetto di Parigi, vive le sue giornate programmandole nei minimi dettagli, questo per cercare di avere sempre qualcosa da fare ed un obbiettivo da perseguire per non crollare in balia dei propri pensieri. Compiendo piccoli passi verso ad esempio l’acquisto di un cappello oppure di un vesito per cercare di sembrare rispettabile, inseguire la volontà di tingersi biondo cenere o semplicemente la voglia di un goccietto di buon vino, Sasha si trascina nel buio della sua esistenza. Girovagando con la protagonista per le strade della capitale francese, di bar in bar ripercorriamo la sua vita precedente, quando durante gli anni del suo matrimonio credeva di essere felice. Ma è stata mai davvero felice? Dalla sensazione che ho avuto, risponderei di no, questa donna non ha assaportato mai un momento di vera felicità.

 

Quando lo vidi guardare su in quel modo seppi che lo amavo sul serio, e che era per sempre. Come se il cuore mi si fosse rovesciato. E seppi che era per sempre. Strana sensazione quella, quando senti con certezza che qualcosa è per sempre. La morte deve essere così. Tutta la leggerezza, l’allegria è un bluff. Volevo fuggire da Londra, mi sono attaccata a lui, e adesso lo sto trascinando giù. Tutta l’allegria se ne va, lui è magro, ansioso…

 

Lungo il suo triste soggiorno a Parigi Sasha incontra strani personaggi che la fanno riflettere sulla sua vita, personaggi che provano in diversi modi a spingerla verso la vita. I buffi incontri con i russi, con il pittore e con lo strano gigolò sono i momenti più divertenti ed interessanti della narrazione. Camminando per i vicoli bui conosciamo i luoghi, bar e alberghi che hanno incontrato la protagonista nella sua precedente vita, la hanno vista giovane e apparentemente felice. In alcuni di essi Sasha si vieta di ritornare perché potrebbero riconoscerla, oppure perché è scoppiata improvvisamente a piangere compromettendosi. Basta poco che dall’allegria di sorseggiare un confortante alcoolico, la donna cade nel baratro più profondo scoppiando a piangere di fronte agli estranei. Il fatto di piangere è un qualcosa che Sasha vorrebbe evitare di fare, specialmente davanti agli sconosciuti, sconosciuti pronti a giudicare e ridere di lei. La donna si basa quasi completamente sulle apparenze, cerca di dare agli altri un’immagine di sé distorta da quella che è realmente, sotto la morbidezza della sua pelliccia nasconde vestiti di pezze e stracci. Proprio quella pelliccia è un ricordo che la lega al passato, al suo matrimonio e al bambino morto poco dopo il parto.

 

Ogni parola che dico ha una catena alla caviglia, ogni pensiero è gravato da grossi pesi. Da quando sono nata, ogni parola pronunciata, ogni momento, ogni pensiero pensato, tutto quello che ho fatto non  è forse stato legato, gravato, forzato a terra con catene?

 

Buongiorno, mezzanotte è un romanzo che tratta di tematiche molto forti come la tristezza, la depressione, la morte, l’abbandono e il desiderio di suicidio. Nonostante non abbia avuto grande empatia nei confronti di Sasha, è socuramente un personaggio molto interessante, ricco di sfaccettature da analizzare. Purtroppo per me non si è rivelata la lettura folgorante che bramavo, sono comunque molto contenta di aver scoperto un’autrice inglese di classici che non conoscevo.

 

 

 

 

May the Force be with you!
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