Let’s talk about: La casa di Pine Island di Polly Horvath

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Il libro di oggi racconta la famiglia attraverso gli occhi delle sorelle McCready, le vicaci protagoniste del romanzo di Polly Horvath “La casa di Pine Island”, edito da Camelozampa, tradotto da Alice Casarini e accompagnato dalle illustrazioni di Veronica Truttero.

Data di uscita: 14 Ottobre

Acquistalo subito: La casa di Pine Island

Editore: Camelozampa
Collana: I peli di gatto
Genere: Young Adult
Traduzione: Alice Casarini
Illustrazioni: Veronica Truttero

Prezzo: € 15,90
Pagine: 328

Quando si ritrovano orfane, dalla giungla del Borneo le quattro sorelle McCready partono per il Canada, dove le attende la stramba prozia Martha. All’arrivo, però, le ragazze scoprono che anche lei è appena mancata, lasciando la sua splendida casa immersa nella natura tutta pronta per loro. Per evitare che i servizi sociali le separino, le sorelle dovranno elaborare un piano. Un piano che funzionerà solo se nessuno si accorge che se la stanno cavando da sole…

Nello stile effervescente di Polly Horvath, un romanzo che alterna commozione e risate, una storia su ciò che davvero fa una famiglia.

Quello di oggi è un libro fatto di sentimenti contrastanti, in un attimo è capace di passare dalla gioia alla tristezza, dalla paura al coraggio. Non sono molti i libri capaci di fare questo, le storie di questo genere spesso si focalizzano su uno di questi aspetti o quello positivo o quello negativo, ma in questo caso Polly Horvath affronta la vita di petto, un’intricata matassa fatta di sfide e rompicapi, dove bisogna impegnarsi per arrivare in fondo ad ogni problema e allo stesso tempo affrontarlo con un atteggiamento positivo per non rischiare di fallire inesorabilmente.

A questo si somma la consapevolezza che non tutto è facile, non si riesce sempre al primo colpo, spesso si inciampa e si deve trovare la forza per rialzarsi. Fiona, Marlin, Natasha e Charlie McCready lo sanno bene. Dopo aver perso i genitori in uno tsunami si ritrovano a fare i conti con la consapevolezza che per farcela devono rimanere unite, anche se questo sembra essere difficile senza un tutore legale disposte ad adottarle tutte e quattro. Dopo diverse lettere spedite e lunghi silenzi giunge una risposta da parte della loro prozia Martha e si riaccende finalmente un barlume di speranza.

Pine Island rappresenta per loro un capitolo di svolta, la possibilità di ricominciare e non avere paura di separarsi, ma quando arrivano in Canada e apprendono della tragica scomparsa della loro prozia quella scintilla che si era appena accesa si spegne all’improvviso e con essa anche ogni minuscola certezza di rimanere insieme. Fiona, pur avendo solo quattordici anni, deve crescere in fretta, prendersi carico delle responsabilità da adulta e fare in modo che nessuno si accorga della loro condizione, del fatto che sono da sole senza un tutore a prendersi cura di loro. 

Un piano elaborato prende forma nella maniera più inaspettata, le sorelle McCready vivono sul filo del rasoio, sempre preoccupate di venire scoperte e separate dai servizi sociali, ma allo stesso tempo felici di poter stare ancora insieme, di godersi quelle piccole vittorie e fare uno spazietto nel cassetto dei sogni. Polly Horvath riesce a strappare un sorriso nonostante si tema per la sorte delle sue piccole protagoniste e al tempo stesso sprona a riflettere, ad approfondire tematiche importanti come la perdita vista non solo dagli occhi di personaggi frizzanti come le sorelle McCready ma anche di voci più adulte come quelle di Al Faber.

Dalla storia però emerge anche il desiderio di raccontare la famiglia attraverso il punto di vista di chi ne ha persa una parte importante, quella parte che solitamente si fa carico delle altre, la parte più rassicurante e formativa del nucleo familiare, ovvero i genitori. Restare orfani e non avere un punto di riferimento non è facile per le sorelle McCready, che si ritrovano a doverne ricoprire i ruoli centrali sperando di agire per il meglio, privandosi talvolta delle piccole cose e mettendo sul bilanciere solo quelle fondamentali pur di sopravvivere. Un piano complesso ed elaborato per sopravvivere a Pine Island diventa il fulcro del cambiamento, non solo per Fiona, Marlin, Natasha e Charlie, ma anche per la piccola comunità locale.

Le McCready sono personaggi vivaci che colorano una storia difficile, ma che appare al tempo stesso spensierata quando ci si perde nel capriccio di una bambina, nel sogno di pubblicare un libro di cucina e in un desiderio innocuo d’amore. “La casa di Pine Island” è un romanzo straordinario raccontato con leggerezza, che riesce a trattare temi così importanti con semplicità, accompagnate per quanto riguarda l’edizione di Camelozampa dalle meravigliose illustrazioni di Veronica Truttero, lineari ed intuitive, ben curate e allo stesso tempo esuberanti come le giovani protagoniste dell’opera.

«Charlie scoppiò a piangere, ma adesso piangeva per l’orso. Per tutte le primavere che non avrebbe potuto vedere, per la luna che avrebbe brillato senza di lui; niente più gnomi dell’immondizia, niente più ruscelli che gli solleticavano le zampe pelose, niente più tramonti d’estate, niente più erba umida di rugiada del mattino sotto le zampe»

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Camelozampa per la copia omaggio.

 

 

May the Force be with you!
Precedente Il Re del Grano e la Regina della Primavera di Naomi Mitchison Successivo Old but Gold: La sagra del delitto di Agatha Christie

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.